Capitolo 6 - Friends or lovers?

52 6 0
                                    

POV: VINCENZO

Emanuele sbatté velocemente le palpebre, come per svegliarsi totalmente da un lungo sonno, poi blaterò un «Ma... cos'è successo?»

Io non risposi, e neanche Francesco, mentre Simón esordì bruscamente con un «Come cazzo è possibile?!»

Emanuele ci fissò con aria confusa, ma dopo poco, i suoi occhi saettarono sulla mia mano e sulla sua, ancora intrecciate.

Io arrossii subito, ma senza lasciargli mai la mano, ed Ema mi rivolse un piccolo sorriso.
Continuava a spostare i suoi occhi dai miei alle nostre mani, come per farmi capire che aveva apprezzato il gesto.

Ricambia il sorriso, e dentro di me un mix di imbarazzo e felicità scoppiò nel mio cuore.

Come faceva, con un semplice sorriso, a farmi sentire così... speciale?

«Dove siamo?», chiese Emanuele, che ancora non sapeva né cosa gli fosse successo né dove fossimo.

«Oh giusto, scusa, immagino tu voglia spiegazioni...», disse Francesco, poi proseguí: «È un po' complicato da spiegare, ma in poche parole hai per sbaglio bevuto una pozione del sonno e ti abbiamo portato qui nello studio nel frattempo che cercavamo una contro-pozione, ma inspiegabilmente ti sei svegliato da solo...»

Francesco non terminò di parlare, che Emanuele lo interruppe: «Pozione del sonno? Contro-pozione? Ma che stai dicendo?»

«È vero Ema, sta parlando seriamente. So che è difficile da credere ma...», provai a spiegare io, nonostante in primis non credessi ancora a ciò che Simón mi aveva raccontato.

«Vinci, pensavo che almeno tu fossi giusto di testa», si lamentò Emanuele.

Sentii un vuoto nel petto.

Non hai speranze con lui, Vincenzo.

Emanuele non vorrebbe mai uno come te.

«Non siamo pazzi Emanuele, ti stiamo dicendo la verità», esordì Simón, ridestandomi dai miei pensieri.
«Apprezzo la vostra fantasia. Tuttavia
mi dispiace deludervi, ma soffro d'asma ed è probabile che io sia svenuto. Non ricordo cos'è successo, ma magari...»

Simón non lasciò che Emanuele terminasse di parlare e lo interruppe bruscamente con un «Ascoltami bene»

Ema annuí.

«Hai avuto un attacco d'asma, sì, ma non è per questo che sei qui.
Ero lì quando è successo e ti sei ripreso dopo poco con l'inalatore. Poi, mi hai chiesto un bicchiere d'acqua. Purtroppo tra tutti quei bicchieri sul tavolo, ce n'era uno che non era acqua e involontariamente te l'ho fatto bere»

«Cosa c'era dentro?», domandò Ema, ancora piuttosto confuso.

«UNA POZIONE DEL SONNO CAZZO», sbottò Simón.
Evidentemente la pazienza non era il suo forte.

«Non ti agitare, Leoncino», si intromise Francesco, rivolgendosi a Simón.

Emanuele si lasciò scappare una risata.

«Che cazzo ti ridi?», lo riprese Simón, sempre con i suoi fantastici modi di fare.

«Leoncino?», pronunciò Ema, per poi ridere di nuovo.

«Mhh, sì. Problemi?», parlò nuovamente Francesco.

«Scusate se ve lo dico... ma è cringe»

«Scusa Ema, ma tu sei appena stato vittima di uno strano incantesimo e ti preoccupi dei soprannomi che si danno Simón e Francesco?», mi intromisi io, senza essere calcolato di striscio.

«Non sono cazzi tuoi di come mi chiama Francesco. Provaci un'altra volta e ti licenzio», si rivolse Simón ad Ema.

«Permaloso», esordì Francesco.
«Tu sta zitto, big boy», replicò Simón.
«Ah sì, sennò che mi fai?»
«Non mi sfidare, non ti conviene»
Francesco si avvicinò al volto di Simón, il quale alzò gli occhi azzurri verso l'alto, per incontrare lo sguardo del migliore amico.
Simón era molto alto, almeno 1.80m, ma Francesco lo superava non di poco.
«Al massimo non conviene a te...», pronunciò Francesco, a pochi centimetri dal suo viso.
Erano così vicini...
«Ripropongo la tua stessa domanda: sennò che mi fai?»
«Oh, avrei tante, ma tante cose da farti, Leoncino»
Le guance di Simón si colorarono leggermente di porpora, ma il suo orgoglio non lasciò che vincesse Francesco, pertanto lo sfidò.
«Mhh e quali sarebbero queste "tante, ma tante cose da farmi"?», lo canzonò Simón.
«Sicuro di volerle sapere? Potresti pentirtene...», esordì Francesco, avvicinandosi con le labbra al collo di Simón.
«... Oppure, potrebbero piacerti», terminò, lasciandogli un bacio umido sul collo.
«Porca troia Francesco»
«Che c'è?»
«C'è che stai oltrepassando il limite»
«Però non vedo che ti dispiace»
Simón lo fissò negli occhi, leccandosi le labbra.

Durante la scena, io ed Emanuele ci scambiammo vari sguardi, confusi da quello che stava succedendo.

Avevo capito che fossero migliori amici... ma forse, invece, stavano insieme? O erano ex? O addirittura avevano avuto un flirt?

«Ma stanno insieme?», mimò Ema con la labbra.
«Non lo so», mimai a mia volta.
«Noi due saremmo meglio», mimò nuovamente Emanuele.

COSA?
Avevo sicuramente capito male.
Non poteva aver detto che...

«Non ho capito», sussurrai.
«Hai capito benissimo, invece», mi rispose Ema.

No, non è possibile, non farti film, Vincenzo...

Cherry (Dei Tropici)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora