Capitolo 2 - Sunflowers

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POV: VINCENZO

Era passato un solo giorno da quando avevo conosciuto Emanuele.
Il giorno prima avevamo parlato fino all'orario di chiusura, del più e del meno, e grazie a ciò avevo potuto cogliere alcuni aspetti del suo carattere e qualche informazione su di lui.
Aveva molte passioni che non mi aspettavo avesse. Ad esempio, mi aveva raccontato che amava la musica e l'arte, proprio come me.
E gli piaceva leggere... come me.
Fui felice di scoprire che avevamo gusti affini in termini di letture.
Mi raccontò che il suo autore preferito fosse TJ Klune.
E questo era un bene, perché almeno avevo avuto la conferma che non fosse omofobo.
Ciò mi fece sentire a mio agio, cancellando le paranoie dovute al bullismo subito alle medie a causa della mia omosessualità.
Parlammo di libri, ed io iniziai a raccontargli di quanto mi piacesse Come anima mai, e di quanto amassi Rossana Soldano, la mia autrice preferita.
Ema era la prima persona che incontravo a cui interessasse davvero ascoltarmi mentre raccontavo le trame dei miei libri preferiti.

* * *

«Quindi ti piace Van Gogh, giusto?»
Avevamo aperto il Cherry Market da pochi minuti, ma già avevamo iniziato a chiacchierare. Quella mattina avevo indossato una maglietta a maniche corte che sulla schiena riportata la scritta "Starry Night", ed Ema mi aveva detto che fosse molto bella, così presi il topic Van Gogh come pretesto per iniziare a parlare.
«Si, ed anche tanto, sai? Il mio quadro preferito è Girasoli, forse un po' scontato... il tuo?»
«Girasoli anch'io!» risposi, entusiasta nel notare che le cose che avevamo in comune continuavano ad aumentare.
«Dici sul serio? O lo dici solo perché è il mio preferito?»
«No, dico sul serio. È anche il mio preferito»
«Abbiamo un sacco di cose in comune», constatò.
«Si... ma a te non piace il caffè!»
Emanuele accennò una risatina e mi canzonò con un «E a te non piace la frutta», imitando il mio modo di parlare.
«Comunque, mi piace tanto anche La chiesa di Auvers» aggiunsi.
«Oh, è bellissima. Mi prendi in giro se ti dico che mi piace anche Notte Stellata?»
«Dai Ema, ovvio è scontato. A chi non piace quel quadro?»
«Già, hai ragione»
«Comunque piace anche a me. Ti ripeto, credo quel quadro piaccia a tutti», constatai.
Emanuele si avvicinò a me, e con la mano destra mi spostò dei capelli dietro l’orecchio, provocandomi dei brividi.
«Allora tu e la Notte Stellata di Van Gogh avete qualcosa in comune», sospirò, guardandomi negli occhi.
Non risposi e lo guardai con un’espressione confusa.
«Entrambi bellissimi… e soprattutto è impossibile non rimanerne ipnotizzati», continuò Ema.
«Di che stai parlando?», chiesi, confuso: avere Emanuele così vicino mi distraeva fin troppo.
«Di te e della Notte Stellata», mi rispose.
«Non capisco… ci conosciamo da un giorno soltanto», fu l’unica cosa che riuscii a dire.
«La bellezza è oggettiva»
«Non ti seguo…»
«Ti sto dicendo che sei stupendo»
Stupendo? Io? Oh, Emanuele, ti stai decisamente sbagliando…
«Tu non ci vedi bene», replicai, per poi scansare il suo braccio e porre una certa distanza tra noi.
«Ci vedo benissimo, Stellina»
«Ah?»
«Hai sentito bene»
«Che cosa sarebbe “stellina” adesso?»
«Il soprannome che ti ho appena dato»
Lo guardai con fare interrogativo.
«Ti ho detto che sei bello come la Notte Stellata, quindi d’ora in poi per me sarai Stellina»
Non sono bello, Ema, quello sei tu.

Cherry (Dei Tropici)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora