CAPITOLO 11

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"LE NAIN" E L'AMICO CANE

Michel Platini quando era piccino veniva soprannominato "Ratz" e "Le nain", per la sua bassa statura. Inoltre, in giovane età, gli vennero riscontrati in più occasioni problemi fisici, tra cui una capacità polmonare molto limitata e un'insufficienza cardiaca. Ma "Le Roi" ebbe un asso nella manica che, nonostante tutto, lo stimolò a crederci in sé stesso e che lo lanciò a diventare il campione indiscusso nella storia del calcio.

Come già accennato nel prologo, a "Le Roi" piaceva giocare con il cane dalla cugina Stefania. Lui, la palla e il cane. Il piccolo Michel e il piccolo animale a tu per tu col pallone. Il miglior amico dell'uomo aveva molto probabilmente intuito che il bambino sarebbe diventato un fuoriclasse. Il cane è molto intelligente, sicuramente di gran lunga di più di tanti esseri umani. Certamente basta poco per essere più bravo in politica, dove le persone fanno di tutto fuorché il bene dei cittadini. Del resto, chi meglio di un cane, che è appunto il migliore amico dell'uomo, può operare per il bene della Società?
Anche nelle Aziende commerciali, soprattutto occidentali, ci sono manager incapaci, senza un minimo intuito strategico di mercato, che le portano a inevitabili fallimenti.
Per non parlare poi, in ambito sportivo, il cane, è certamente più intuitivo di tanti talent scout, che pensano di essere tali, nel mondo del calcio.

Insomma, il cagnolino di Stefanina aveva capito, prima di qualsiasi essere vivente, che il piccolo Michel sarebbe diventato "Le Roi" del calcio e probabilmente, fu il suo primo allenatore che lo iniziò a calciare in modo sublime il pallone.
E come fatto nel capitolo 6, con la telefonata immaginaria mattutina dell'Avvocato Agnelli con Platini, ora lavoro ancora di fantasia. Posso inventare che il nome del suo amico animale potesse chiamarsi Barby:

"Ratz calciava il pallone, mentre Barby cercava di afferrarlo in qualsiasi punto lui lo indirizzasse e ci riusciva puntualmente. L'animale, scodinzolante e con occhi svegli, osservava la mossa successiva del piccolo amico. Michel calciò in un punto facendo prima una controfinta, ma Barby non ci cascò e afferrò di nuovo la sfera. E di nuovo un altro tentativo del piccolo, ma niente da fare ancora. L'animale era troppo lesto per lui. Le nain si arrese ed esausto, accarezzò il capo del piccolo Barby, fiero vincitore del gioco.

Un giorno Michel, quando sarebbe diventato adulto, memore delle sfide, avrebbe sicuramente messo in pratica l'iniziazione dell'amico cagnolino."

Le Roi amour éternel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora