8| Correre almeno un rischio che ne valga la pena

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Non feci in tempo a salire le scale del mio pianerottolo che la musica ad alto volume era già nella mia testa. Musica francese ovviamente. Trovammo la porta dell'appartamento della signora Maria aperta, dietro la quale il 50% delle abitanti del condominio sbucavano con il capo. «Eccola!» esclamò Maria, spalancando la porta. «Arianna, chi è l'uomo in casa tua?» domandò subito dopo, curiosa e furbetta. «No, non dircelo, lasciaci sognare» intervenne la Fanin prima che potessi rispondere. «Nonna?!» esclamò Francesco più divertito che stupito. «Francesco, insomma, sono sempre una donna eh, la vecchiaia avrà frenato i miei ormoni, ma non li ha sepolti» affermò con sicurezza e decisione. Stavo per scoppiare a ridere, ma l'intervento della Sandrini mi fermò: «Sembra di essere in paradiso, nella porta accanto di Clarke Gable, quel fustacchione» disse con aria sognante. Arricciai il naso, in un'espressione di disgusto. «Mi hai appena rovinato i sogni erotici di una vita, teletrasportandomi in piena sindrome di Edipo. C'è mio padre in casa» commentai. «Sogni erotici?» commentò Francesco, guardandomi sorpreso. Sogghignai. «A tuo padre piacciono le gilf?» domandò la signora Fanin, dando il via a una risata senza freni. «Nonna» esclamò nuovamente Francesco, arrossendo. «Francesco insomma, guarda che tua nonna ha ancora qualche cartuccia da parte» la difese la Sandrini, facendo ridere sia la Fanin, che Maria. Anche Francesco non resistette più, iniziando a ridere insieme a noi, almeno fino a quando la porta del mio appartamento non si aprì, mostrando la figura di papà, vestito di tutto punto e con i capelli impeccabili, come al solito.

«Rirì, ma chérie, comme tu es belle. Et qui est-il? Pourquoi est-il habillé comme ça? Es-tu marié? Sans ton père? Qui est cet italien insignifiant qui a volé ton virginité?» /Rirì mia cara, come sei bella. E lui chi è? Perché è vestito così? Ti sei sposata? Senza tuo padre? Chi è questo insignificante italiano che ti ha rubato la verginità?/ affermò guardando prima me con gioia, poi Francesco con disapprovazione. «Papà, per favore parla italiano e ne dis pas de bêtises» /non dire stupidaggini/ dissi rimproverante, poi guardai Francesco «Ha chiesto chi sei e ha detto che vestiti così sembriamo noi gli sposi» limitati appositamente la traduzione. «Ton fiancé ne parle-t-il pas français? Je ne suis pas surpris, son visage est tellement ennuyeux» /Il tuo fidanzato non parla francese? Non ne sono sorpreso, il suo viso è così noioso/ continuò papà con faccia tosta. Alzai gli occhi al cielo. «Che cosa sta dicendo?» domandò timidamente Francesco. «Mio padre ha chiesto se parli francese, no papà, Francesco non parla francese. Dato che tu parli italiano trés bien, puoi benissimo parlare la nostra lingua. Et son visage est tout simplement parfait. J'adore son visage» /E il suo viso è semplicemente perfetto. Adoro il suo viso/ conclusi guardando Francesco con dolcezza. «Se capissi quello che state dicendo potrei intervenire, in ogni caso adoro anche io il tuo viso» sussurrò lui, sorridendomi. «Andiamo dentro» conclusi portando i due uomini dentro le mura domestiche. «Il tuo nome è Francesco quindi, quanti anni hai? Che lavoro fai? Hai intenzione di sposare mia figlia o vuoi solo portartela a letto?» domandò a raffica mio padre, mettendolo con le spalle al muro. Lo guardai malissimo, posizionandomi davanti a Francesco in segno di difesa, pronta a parlare, ma subito zittita dalla mano di Franci, sulla mia schiena. Stava sorridendo? «Mi chiamo Francesco, ho trent'anni e faccio il musicista, lavorando anche come magazziniere e scaffalista. Per quanto riguarda l'ultima sua domanda, per quanto sia giusto da parte sua preoccuparsi per sua figlia, mi dispiace dirle che non sono affari suoi» rispose a tono Francesco. Mio padre era sbigottito, io sorpresa. Mi girai di scatto, guardandolo negli occhi. «Di certo non c'è bisogno specificare la serietà delle mie intenzioni» aggiunse con dolcezza, ricambiando lo sguardo, sorrisi. «Probabilmente non ho capito bene. A parte il fatto che mi sembra che questo ragazzo sia troppo grande per te Rirì e non va bene. Puoi andartene Francesco le pauvre musicien italien» /Il musicista italiano poveraccio/ affermò mio padre, burlandosi di lui. «Mi dispiace molto Franci, mio padre non è molto cosciente al momento. Non gli dare retta» affermai, accarezzandogli il viso, poi mi girai verso mio padre, rinforzando il tono severo: «Quel est ton problème papa? Il est doux, il prend soin de moi et surtout n'est pas un pauvre musicien. Francesco est un très bon chanteur et ses chansons sont très populaires ici. Demandez-t'excuses tout de suite à ma fiancé» /qual è il tuo problema papà? Lui è dolce, si prende cura di me e soprattutto non è un musicista poveraccio. Francesco è un cantante molto bravo e le sue canzoni sono molto popolari qui. Chiedi subito scusa al mio fidanzato/ esclamai severa a mio padre, i quali occhi stavano diventando sempre più grandi per lo stupore. Lo vidi inspirare a fondo, chiudendo le dita della mano destra in un pugno, per poi portarlo in alto in segno di rabbia. «Devrais-je m'excuser? Avez-tu entendu ce qu'il m'a dit? Ces italiens stupides n'ont aucune idée de ce qu'est le respect» /Dovrei scusarmi? Hai sentito cosa mi ha detto? Questi stupidi italiani non hanno alcuna idea di che cos'è il rispetto/ urlò rabbioso, accrescendo la mia ira. Francesco non stava capendo più niente. «Papa, écoute-moi bien: ta femme est italienne, ma mère, tes enfants sont italiens, ta mère était italienne et tu es née en Italie. Quand finirez-tu par nous insulter?» /Papà ascoltami bene: tua moglie è italiana, mia madre, i tuoi figli sono italiani, tua madre era italiana e tu sei nato in Italia. Quando la finirai di insultarci/ ribadii esausta, guardando subito dopo Francesco. «Mio padre è impazzito» aggiunsi esasperata. «Rirì, quitterez ce type immédiatement avant qu'il puisse votre emmener au lit et vous briser le cœur» /Rirì scarica questo tipo immediatamente prima che possa portarti a letto e spezzarti il cuore/ affermò abbassando i toni. Sorrisi in modo malizioso, furbetto. Era la mia occasione per terminare questa assurda e ridicola diatriba.

Nella tela di Arianna - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora