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Passavano sempre più settimane, arrivò il famigerato anno.

L'anno in cui Chuuya Nakahara sarebbe morto.
Dazai davvero amava Chuuya, non lo avrebbe lasciato solo. Si stava già preparando al continuo soffrire che avrebbe provato dopo che il rosso sarebbe passato a miglior vita.

Chuuya non si mostrava preoccupato, ma la morte in realtà lo spaventava tantissimo.
Tuttavia il fatto che Dazai fosse al suo fianco rassicurava come lo preoccupava.

Dazai aveva bisogno di essere protetto, e in quei mesi Chuuya lo aveva fatto eccome.

Ci fu una volta in cui uscirono insieme tenendosi per mano. Era tardissimo, stavano andando a fare una passeggiata mentre davano sguardi al cielo.
Un gruppo di 4 stronzi diedero la colpa del malanno di Chuuya a Dazai, e iniziarono a fare battutine sul suo lurido passato, di cui Chuuya sapeva anche troppo.

Era a conoscenza del fatto che Dazai fu abusato spesso da bambino, mentalmente e fisicamente; il moro non avrebbe mai scacciato questo trauma.
Chuuya fece il culo a quel gruppetto, nonostante avesse una malattia gravissima e continui dolori. Nakahara era così arrabbiato con quei tizi che faceva paura anche a Dazai.

Quest'ultimo era però grato del fatto che nessuno fece parola su Chuuya, questa era in realtà una forma enorme di rispetto.

Furono insulti omofobi come "Gay di merda", "Ma cosa ti viene? malato", "Dovreste bruciare voi gay" e cose così, tutte rivolte a Dazai, Chuuya non era nemmeno introdotto in questi discorso.
Come se fosse tutta colpa di Dazai.
«Che bello..» pensava sempre Dazai quando quel pensiero gli passava per la mente.

Ritornando a ciò che stavamo dicendo, ormai il moro era condannato ad una vita di insulti pesantissimi, che gli causavano e gli avrebbero causato attacchi di panico davvero davvero pesanti.
Chi era l'unico che riusciva a calmarli? Nakahara.
Era come se il rosso avesse qualche specie di superpotere che riusciva sempre a fare stare bene dazai, e a renderlo felice.

Per quanto tempo sarebbe durato Dazai dopo la sua morte? si chiedeva sempre Chuuya. La passione per il suicidio di Osamu era davvero preoccupante.
Per questo, in quel pomeriggio di aprile, il rosso si incamminò verso l'appartamento di Nakajima Atsushi.

Appena bussò si ritrovò davanti il ragazzo dai capelli grigi che rimase spiazzato nel vedere il rosso.
«Chuuya-san! come stai? tutto bene? Oh mio dio, uhm..Hai bisogno di qualcosa? Sono a totale disposizione!»
«Devo chiederti un favore, Atsushi.»
Dopo quella frase Nakajima fece entrare il più basso cordialmente e lo fece accomodare.
«Ecco..Conosci no la passione dei suicidi di quel maniaco di Dazai, no?»
«Purtroppo sì, Chuuya-san.»
«Atsushi» Chuuya diventò freddissimo, con uno sguardo al quanto spaventoso «Dopo la mia morte voglio che rallentiate almeno un po'questa cosa. Cancellarla è impossibile,.soprattutto per ciò che mi accadrà, ma sono sicuro che ralletarla, fargli pensare ad altro..sono sicuro che potete farcela. Tu e gli altri.»
Quelle parole trapassarono l'anima di Atsushi come una spada affilatissima che gli passava dritta nel cuore. Quasi quasi si commuoveva, ma si trattenne.

«Oh Chuuya-san..ti prometto che io e gli altri faremo il possibile.»
«Grazie» disse il rosso accennando un leggerissimo sorriso.

Poi il grigio lo accompagnò alla porta.
«Oh, comunque tu e Dazai-san formate davvero una coppia fantastica!» affermò Nakajima
«Mh..tu dici?» rispose Nakahara ghignando, e poi se ne tornò a casa.
Continuarono a passare settimane, settimane e settimane...

Fine agosto 1986.
Le cose non potevano andare peggio, si diceva Dazai.

Chuuya continuava a perdere sempre di più l'appetito, gli si vedevano addirittura le ossa da quanto era sciupato. I suoi fazzoletti erano tutti tinti del sangue che gli usciva dalla bocca, e diceva sempre di sentirsi una merda. Tuttavia continuava a rimanere sereno e a fingere che vada tutto bene, come faceva Albatross, il suo vecchio migliore amico, nelle sue condizioni.

Chuuya tuttavia era il primo che sapeva che non andava tutto bene, ma bensì tutto male. Era perfettamente consapevole che stava vivendo i suoi ultimi mesi, se non giorni, di vita. E come avrebbe fatto a dire tante cose ai suoi amici, alle persone con cui aveva da tempo perso i contatti ma che voleva rivedere, a Mori Ougai e a Kouyou Ozaki che lo avevano aiutato a trovare un appartamento in cui vivere e che lo aiutavano con le spese scolastiche, ad Elise e Yumeno a cui avrà comprato le peggio schifezze, ad Akutagawa -anche conoscente del castano- con cui aveva condiviso molti momenti a scuola insieme a sua sorella Gin e al suo gruppo d'amici, o allo stesso Dazai che era l'amore della sua vita e l'unico che era lì a soffrire guardandolo morire. Chissà se Dazai lo amava quanto il rosso lo amasse, pensava spesso Nakahara.

La verità era che Dazai lo amava ancor più del rosso, avrebbe ucciso, rubato, scavato, sacrificato e lottato per poterlo salvare da morte certa.

Quel giorno stavano camminando allegramente, mano nella mano senza paura degli altri, tra i giardini colorati estivi, e con il brivido delle università alle porte.
Entrambi superarono il liceo, anche se il moro non si spiegherà mai come abbia fatto il rosso.
«Guarda Chuuya! Le crepes! Andiamo a prenderle?» chiese contento Osamu osservando lo stand di crepes a pochi metri da loro.
«Io passo..ma se vuoi ti faccio compagnia mentre le prendi.» disse.
Persino il suo tono di voce era privo di energia. Era stanco di tutto. Non riusciva quasi a fare nulla, si sentiva debole e lo odiava. Riusciva a proteggere Dazai da tutti i mali, ma non riusciva a proteggere se stesso dalla debolezza. Si odiava,
tantissimo. Non si sentiva più in grado di vivere ma -come già detto molteplici volte- non voleva morire. Del resto non aveva la certezza che Atsushi e gli altri riuscissero a non far suicidare Osamu.

Dazai comprò -stranamente con i suoi soldi- una crepes enorme, raggiungendo poi Chuuya sulla panchina in cui già si era seduto.
Il castano morso dopo morso sembrava sempre più attratto dal gusto di ciò che aveva in mano, e Chuuya contento costruiva un bel ricordo.
«Ne vuoi un po'?» chiese il moro. «Oh, no. Tranquillo.»
Non c'è la faceva nemmeno a mandare avanti grandi conversazioni, cazzo, si sentiva sprofondare lentamente.

A Dazai faceva un male cane tutto ciò. Non riusciva ancora a darsi all'idea che tra poco tempo avrebbe dovuto lasciarlo per sempre, e non ci sarebbe stata nessuna occasione per farlo tornare indietro. Forse poteva sprofondare con lui, ma ne a chuuya ne a oda
piacerebbe la cosa. Viveva in questo orrendo complesso da qualche mese ormai.

Tornarono dopo a casa del rosso.

«Torna a casa Dazai, hai fatto davvero abbastanza in questi giorni..lo apprezzo molto. Prenditi che ne so, dei giorni di riposo.»
«Non se ne parla nemmeno!» cominciò dicendo a gran voce il castano.
«Chuuya, mi stai cacciando via? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Uh..h-ho..ti ho fatto del male? Non volevo!»
«Calmo! Non è questo.. è che..» il rosso prese un gran bel respiro, perché ora avrebbe rivelato una cosa che pensava da tanto ma che aveva troppo sottovalutato.
«Ho paura che tu ti attacchi troppo a me, Dazai. Non voglio diventare una specie di dipendenza..perché senza la cosa da cui dipendi muori lentamente ancor prima del tempo..Dazai non voglio che tu ti suicidi o ti buttassi nel giro della droga proprio come è successo a me..»

Osamu si commosse. Era la prima persona che si 'importava' di lui in questo modo. Abbracciò Chuuya bagnando la maglietta del rosso con le sue lacrime.

Il rosso ricambiò l'abbraccio, e dopo un veloce bacio il castano gli disse: «Chuuya..io voglio stare con te finché non arriverà quel giorno. Io..ti ho già detto che voglio rendere gli ultimi giorni della tua vita i migliori..i-io sarò sempre qui. È vero..non posso fare a meno di te..ma è perché ti amo. Io ti amo Nakahara Chuuya, e-e questa cosa la urlerei all'universo!»

Il più basso era così felice di quelle parole che riprese il bacio precendente, questa volta lo fece durare più a lungo. Poi dopo ancora qualche secondo di abbraccio Dazai andò via promettendo al rosso che sarebbe tornato il giorno seguente.

Chuuya da un lato però se ne pentì, perché era perfettamente consapevole che Dazai avrebbe sofferto come lui soffrì per Albatross in passato.

Quel genere di dolore era il peggiore, e pensare che colui che amava così tanto lo avrebbe provato gli faceva malissimo al cuore.
  

our last moments ~ SOUKOKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora