9. Realtà

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In poco tempo la sua vita era tornata quella di prima.

Gli hero avevano fatto irruzione nel covo dei villain e lo avevano salvato. All for One era intervenuto, allontanando i suoi sottoposti per poi intraprendere uno scontro con All Might, che lo vide perdente.
L'hero era riuscito a sconfiggere nuovamente il suo nemico, ma per farlo aveva dovuto dare fondo a tutto il potere residuo del One for All, rivelando a tutto il Giappone la verità sulla sua salute precaria.

"Il prossimo sei tu".
Queste erano state le ultime parole di All Might, dopo la sua vittoria. Una frase che per tutti parve riferita ai futuri villain, come un monito per ricordare loro che sarebbero stati inevitabilmente sconfitti, ma Midoriya conosceva la verità. Lui era uno dei pochi a sapere a chi fossero veramente rivolte quelle parole. Lui era l'erede del One for All, un potere che era stato passato nelle sue mani come una fiaccola e insieme ad esso aveva ereditato una responsabilità molto più grande di lui.

<< Giovane Midoriya, ti prego perdonami, non avrei mai dovuto permettere che ti rapissero. Hai rischiato la vita per un mio errore >>.
Il verdino guardò il suo eroe, ancora disteso sul letto dell'ospedale; gli appariva così fragile ora che non poteva più usufruire della muscle form.
<< È tutta colpa mia >> deglutì a vuoto << vi ho fatto preoccupare e vi ho esposto ad un tremendo pericolo >>.
<< Non è affatto così, le tue azioni sono state eroiche. Sono davvero fiero di te >>.
<< Non dovresti... >> sussurrò, pensando a come non si era affatto preoccupato di chi era in pena per lui.
<< Hai il cuore più grande di chiunque abbia mai incontrato >>.
Strinse i denti per evitare di scoppiare in lacrime.

Per salvaguardare gli studenti, la UA aveva triplicato le misure di sicurezza ed eretto in pochi giorni dei dormitori in cui poter far risiedere i ragazzi, così da poterli tenere sempre sotto controllo.
Inko si era inizialmente rifiutata di lasciare che il figlio si allontanasse dalla propria casa, era stato difficile per lei continuare a fidarsi degli hero, ma All Might era riuscito a convincerla che avrebbe vegliato personalmente su Izuku e che non correva alcun pericolo.

Tra lezioni, allenamenti e tirocini, Midoriya sperò di poter rimuovere quella assurda parentesi trascorsa assieme ai villain; insieme ad uno in particolare che si sforzava di dimenticare con tutte le sue forze, anche se una parte di lui sembrava voler rimanere strenuamente attaccata ai loro pochi ricordi insieme.

I suoi amici lo avevano accolto come si aspettava: Uraraka gli si era gettata al collo in lacrime; Iida aveva mantenuto le distanze, pur manifestando tutta la sua felicità con gesti composti; Bakugou aveva inveito contro di lui dicendo che quella sera aveva tutto sotto controllo senza che fosse necessario il suo intervento, anche se nel profondo era felice che il suo amico d'infanzia fosse tornato sano e salvo.
Shoto mantenne il solito atteggiamento distaccato, nonostante fosse incredibilmente sollevato. Midoriya, infatti, era l'unico che aveva lasciato avvicinare abbastanza da poter far intravedere qualcosa del vero se stesso, sotto tutti i suoi strati di ghiaccio.

In poco tempo la sua vita era tornata quella di prima, si... ma era tutto incredibilmente diverso.

Quella mattina si alzò poco prima dell'alba per correre intorno al campus.
Dopo il ritiro ufficiale di All Might, era diventato ancora più necessario che lui si allenasse per raggiungere il pieno controllo del One for All.
Chiuse la porta della sua stanza e si incamminò per il corridoio cercando di fare meno rumore possibile; tuttavia non riuscì a trattenere un piccolo urlo quando si sentì chiamare da breve distanza.
<< Midoriya >>.
<< Todoroki, anche tu già sveglio >>.
<< In effetti si, posso allenarmi con te? >>.
<< Certamente >> gli sorrise il verdino.

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