Questa storia mi sta sfuggendo di mano, non avrei pensato di pubblicare il primo figuratevi arrivare al quarto capitolo.
All'inizio della storia ho scritto che non sono brava nelle presentazioni e che molto di me lo capirete leggendo, ecco capitolo è una descrizione di un momento che io stessa ho vissuto.
Chi capirà quale vincerà uno spoiler (scherzo.... O forse no?).
Essendo poi io a scrivere la storia (con Scilla sempre presente) non dovrei neanche sbilanciarmi tanto, ma questo è letteralmente il capitolo che mi ha aiutato e liberato contemporaneamente poiché l'ho scritto durante una fase giù.NOTA: scena di attacco di panico.
Se siete in questa fase, chiedete aiuto.
Non c'è nulla di sbagliato in voi.Grazie.
-M.Alla fine quel fatidico sabato di ottobre era arrivato.
<<ao Simo ma sei venuto davvero alla fine?>>
Sono queste le prime parole che sente dalla voce della persona che si butta su di lui in uno strano abbraccio.
Simone alla festa di Matteo ci è andato alla fine; una bella fetta di percentuale di motivazione è il non sentirsi in colpa nei confronti di Matteo stesso, un'altra piccola parte è un chiedere scusa tacitamente al padre per la frase orrenda che gli è uscita di bocca quei due giorni prima in ospedale.
Che non ne hanno parlato, ma negli occhi di entrambi, guardandosi, si sono capiti e si sono abbracciati mentalmente.
Tacitamente si sono chiesti scusa, Dante per l'insistenza e la non comprensione del pensiero di Simone, che invece chiede scusa del poco tatto che ha avuto e del comportamento esagerato.
Il locale è carino. Non è distante da casa sua. È un ristorante appartato e per fortuna sconosciuto dalla mondanità romana, strano ma vero.
È in una di quelle viuzze strette che magari entri a visitare durante una passeggiata d'estate colti da curiosità o da una fame improvvisa, forse per questo in quella serata non è pieno di gente.
C'è una tavolata lunga al centro della sala imbandita sfarzosamente con piatti e decine di bicchieri di diverse forme di cui non conosce neanche il significato, un centrotavola floreale con una fascetta con scritto buon compleanno. Vede e capisce benissimo come Matteo non ha badato a spese e di come si godrà la serata al meglio.
Simone, bonariamente, lo invidia.
Pensa che faccia bene a godersi tutto, che come diceva qualcuno, del doman non v'è certezza.
E chi meglio di lui può saperlo.Torna nella realtà, respira, si guarda intorno. Continua a stringere il corpo di Matteo a sé e nel mentre fa vagare lo sguardo in giro. Nella folla.
Se non ricorda male, dovrebbero arrivare Giulio e Pin, vecchi amici dalla scuola.
Per adesso però non conosce quasi nessuno.
Alcuni li ha notati di sfuggita qualche volta in compagnia del festeggiato, altri invece non li ha mai visti.
Che tanto poi il suo uscire e andare ad eventi o feste si riducono ad essere una volta ogni tre mesi, quando va bene.
E anche in quelle rare occasioni il suo sguardo non si alza mai per tanto tempo, cerca sempre di non incrociare lo sguardo di nessuno, che chissà cosa può leggerci, e chissà cosa loro, dal suo, possono arrivare a capire.Matteo si stacca dall'abbraccio quasi soffocante di cui però alla fine Simone non si lamenta. Anzi, forse ne ha bisogno più dell'amico. E forse lo stesso amico lo sa.
Iniziano a conversare del più e del meno, raccontandosi alcune novità velocemente.
Fin quando una frase lo lascia di stucco <<so contento di averti qua, con me, non è scontato oh sai si? >>.
Simone sorride, non è di tante parole dolci, eppure gli esce un flebile: <<lo sai che però ci sto sempre si?>>
Si guardano, lo sanno entrambi che il bene che lì lega supera tutto.
Che loro si possono vedere o sentire una volta all'anno ma cavolo, sarà sempre come se non si vedessero dal giorno prima.
Riparte tutto da capo, come se il tempo non fosse trascorso.
<<o so, ma smettiamola de fa i sentimentali>>.
Ridono e si spintonano.
<<si vabbè, tiè, t'ho preso na cosa>>.
Matteo è incredulo <<c'è pure il regalo te se scomodato a fàrme, eh che t'è successo Balè>>
<<scemo apri dai>>.
Apre subito il regalo, la carta la rompe in diversi pezzi, non gli interessa nulla, vuole sapere cosa quel ragazzo, suo migliore amico, ha pensato per lui.
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io sono qui
FanfictionSimone non ricorda quando Jacopo ha iniziato a stare male, erano piccoli, si ritrova però ad accudirne il corpo malandato. Manuel è un operatore sanitario che prova a rendersi utile facendosi spazio in questa situazione. Una magia, scacco matto.