NOTE INIZIALI: e siamo ancora qua, che non ti stai divertendo?
Scherzi a parte, scusate il ritardo, ho finito sessione proprio pochi giorni fa, e adesso cerco di scrivere più intensamente.
Inaspettatamente, questa storia sta aiutando me a liberarmi di alcune cose. Spero possa farlo anche con voi.vi abbraccio forte
M.
Sono le 8:45 di mattina e Manuel è già stanco del turno mattutino, è stanco fisicamente e mentalmente, e il suo dormire male e poco lo sta facendo crollare più facilmente della altre volte, e questo non può succedere, non ad uno come lui che con il lavoro che svolge deve essere vigile e pronto a tutto.
Eppure sente di star tornando indietro a volte, che i progressi fatti non siano serviti, che si sia bloccato e tutto ciò che lo circonda è solo una finzione; oppure probabilmente è solo lui ad essere bloccato e tutto va avanti.
Dentro di lui sa di non poterselo permettere, che per arrivare ad oggi ha causato lacrime a se stesso e a tutti coloro che gli vogliono bene, che deve essere il primo a credere di non poter cadere, deve fidarsi di se stesso.
Tutti questi pensieri sono sicuramente frutto di stanchezza e inadeguatezza che ultimamente sente sulle sue spalle. Tutti viviamo giorni no, dove al suono della sveglia vorresti spegnerla e tirarti su le coperte fino a sopra la testa. Escludendoti dal mondo.
Ecco Manuel questo l'avrebbe anche fatto, ma non può, sono sotto carico, manca personale poiché l'influenza stagionale sta colpendo tutti, tra cui alcuni colleghi, così lui al suono della sveglia si è fatto forza e si è alzato, che tanto sveglio lo era già da alcune ore.Manuel respira a pieni polmoni, deve concentrarsi sul lavoro e sui pazienti.
Ha in mano la cartella clinica del paziente della 118 dove tra alcuni minuti entrerà per valutarlo e sistemarlo prima della visita ufficiale del primario.
Mentre entra nella stanza a visitare il paziente, Giacomo 32 anni, diagnosi di tumore al pancreas; cerca di non pensarci alla sua giovane età, al fatto che potrebbe essere lui stesso a parti inverse, si è prefissato di essere oggettivo ma a volte è più forte di lui, sono esseri umani, persone in carne ed ossa come lui.
Era stato molto facile all'inizio quando, alle prime lezioni del corso teorico, dovette fare un massaggio cardiaco ad un manichino, era anche scoppiato a ridere quando in un'altra simulazione il dito che stava incerottando e saturando si era staccato e il viso del manichino era rimasto sorridente, aveva pensato che sicuramente una persona non avrebbe riso in una situazione del genere. Se ci ripensa sorride alla sua stupidità e ingenuità. Ora è così difficile rimanere impassibili.
Ed è difficile non fare paragoni con se stesso, non legarsi a loro emotivamente, ma dentro di se lo sa che può solo cercare di fare il massimo per loro ossia il mettere a disposizione il 100% delle sue conoscenze e capacità. Conosce la madre di Giacomo, Marta, e con lei parla quando può, perché crede Manuel che in un ambiente e situazione del genere serve qualcuno con cui parlare e aprirsi sulle proprie paure e perplessità.
Crede infatti che in ospedale dovrebbe esserci uno psicologo per gli operatori come lui che devono affrontare tante battaglie, e devono necessariamente essere pronti a tutto ciò che vedono anche e soprattutto nella pratica, ma soprattutto una presenza per il caregiver che così può sentirsi ascoltato e scaricarsi per essere, quando si rientra in stanza dal parente, in forma ed energico per affrontarla e combatterla al meglio la propria battaglia andando a infondere coraggio e speranza al malato.Manuel parla con loro per capire come sta andando il trattamento, chiede a Giacomo se presenta dolori, alcuni sintomi, se c'è comunque qualcosa che vuole chiedere e se ha bisogno di qualcosa, nel mentre sta già misurando i parametri vitali e controllando lui stesso alcune escoriazioni presenti sul suo corpo.
10 minuti e qualche chiacchiera dopo Manuel esce dalla stanza, rimette nel carrello la documentazione della cartella clinica pronto per proseguire il giro mattutino. Prende la cartellina con le stanze e i pazienti da visitare anche se lo sa, sa perfettamente la stanza dopo quale sia e di chi sia. Com'era?, oggettività Manuel. Sorride dentro se stesso.
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io sono qui
FanfictionSimone non ricorda quando Jacopo ha iniziato a stare male, erano piccoli, si ritrova però ad accudirne il corpo malandato. Manuel è un operatore sanitario che prova a rendersi utile facendosi spazio in questa situazione. Una magia, scacco matto.