Capitolo 2

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ALINA
Siamo alla fermata dell'autobus, dobbiamo andare a scuola per sapere se siamo state promosse o meno e ho paura! C'è Ilaria con me è sembra più nervosa di quanto sia.
<<sei nervosa?>>le chiedo, lei si gira di scatto spaventata e si porta una mano al petto.
<<ma sei scema? Certo che sono nervosa! Se vengo bocciata o rimandata, chi lo dice a mio padre???>> chiede più preoccupata del solito, scoppio a ridere.
<<non ci bocceranno, fidati. Ci vogliono troppo bene i professori oppure dobbiamo ringraziare la nostra buona condotta.>>
<<ma chi se ne frega della condotta! Mi uccideranno!>> rido ancora.
Scendiamo dall'autobus, Ilaria è taciturna e cammina lentissima.
<<oh, ti muovi?>> urlo ridendo facendola spaventare di nuovo.
<<vorrei vedere te al mio posto!>>
<<ma stai tranquilla, non stai per morire! E poi ricordati che stiamo sullo stesso piano! >> le dico, sembra che si sia tranquillizzata.
Arriviamo davanti all'edificio, Ilaria non smette di mangiarsi le unghie, le prendo la mano per calmarla ed entriamo nella scuola.
Cerchiamo i nostri nomi e c'è scritto... "Sospese dal giudizio".

ILARIA
Fantastico... Rimandata! E adesso chi lo dice a mio padre?
<<beh, non è andata così male...>> dice Alina.
<<scherzi, vero? Questo significa che dobbiamo recuperare tre materie di merda studiando tutta l'estate! Italiano, matematica e... Poi?>>
<<storia! >>
<<ecco! Proprio materie fantastiche! >> dico sarcastica gesticolando in preda ad una crisi di nervi.
<<possiamo studiare insieme, se ti va.>> dice Alima facendo gli occhi dolci.
<<si, certo! Così ci concentreremo parecchio!>> dico ridendo.
<<andiamo a prendere qualcosa al bar?>> mi chiede, annuisco come una bambina.
Siamo qui da più di mezz'ora, abbiamo parlato talmente tanto che non ci siamo rese conto dell'orario, paghiamo e ci dirigiamo alla fermata, l'autobus arriva.
Sono scesa alla fermata più vicina a casa mia, così arrivo prima, prima mi sarei tolta il peso di dirlo ai miei e meglio è.
Vedo una macchina che non conosco avvicinarsi, grigia, con una targa straniera, non l'ho mai vista prima, quasi si ferma. Stavo quasi per girarmi ma accelera subito causando una sgommata. Ma che problemi ha la gente?
Chi diavolo era? Perché non si è fermato? Perché è scappato? Mah.
Senza rendermi conto, sono arrivata a casa. Mia madre fa segno di sedermi, mio padre invece è già seduto ad aspettarmi.
<<beh? Che ci racconti?>> mi chiede lei.
<<ehm...-i loro sguardi sono puntati su di me, mi sento abbastanza in imbarazzo, nonostante siano i miei genitori-rimandata...>>
<<ah, pensavo peggio.>>dice mamma.
<<non ti sei impegnata abbastanza, come al solito, non credi? >> mi rimprovera mio padre.
<<si, lo so ma stavolta giuro che m'impegnerò.>>
<<dici sempre così e poi è sempre la stessa storia! Tu devi studiare! Non puoi ogni volta arrivare a fine anno e avere i debiti! Invece di studiare, pensi ad uscire tutti i giorni, sempre col cellulare in mano! Devo continuare? Non funziona così!>> urla mio padre, abbasso la testa. Ha ragione...
<<Raffaele, tu devi capire che neanche tu risolvi qualcosa urlando! Non è che sparisco i debiti se urli! L'ha capito, cambierà.>> mia madre è sempre lì pronta a difendermi.
<<e tu da che parte stai?! Così la vizi! E comunque, mettiti a studiare! Altrimenti sono guai! Sono serio!>> si alza e se ne va. Da quando non lavora più, è sempre più nervoso e se la prende sempre con me. Divento triste e mia madre se ne accorge.
<<tesoro, non fare quella faccia, gli passerà. Sai com'è fatto...>> dice accarezzandomi una guancia.
<<si ma è un continuo attaccarmi...>> sono trsite, non posso essere così perfetta come vuole lui, non mi piacciono le sue regole, sono troppo rigide.
<<non ti preoccupare, domani sarà diverso.>> le sorrido abbracciandola.

ALINA
Sono le 18:00 e sono uscita, sono in compagnia di Debora, Ilaria e Mirella. Siamo felici di essere tutte insieme.
<<mamma mia, ragazze! Fa già un caldo e siamo ancora a giugno! Oggi ho lasciato asciugare i capelli al sole!>>dice Ilaria.
<<non siamo ancora in piena estate. Cerca di non rifarlo, potrebbe causarti dei problemi.>> dice Mirella preoccupata.
<<Noo, lo faccio anch'io.>> dice Debora.
<<voi siete matte!>> dico ridendo.
Vediamo una macchina passarci davanti: è Alin. Si, è tornato. Me l'ha riferito questa mattina, Ilaria non sa niente, tanto non l'ha nemmeno riconosciuto.
<<ma quella macchina è quella che mi è passata affianco oggi! Oggi stava per fermarsi ma non ho fatto in tempo a...-dice Ilaria fissando l'auto-aspetta ma quello è...ragazze, l'avete visto?>> ok, ritiro la frase "non l'ha riconosciuto".
<<ma chi??>> chiede Mirella.
<<Io si! >> Debora è preoccupata.
<<Alina, tu l'hai visto?>> mi chiede Ilaria, sbianco alla sua domanda.
<<N-no, n-non ho visto nessuno! Andiamo?>> dico frettolosa senza guardarla negli occhi, le prendo un polso per andarcene ma lei si allontata bruscamente.
<<Alina, guardami...-mi giro lentamente per poterla guardare-era lui, vero?-Chiede con tono freddo e distaccato, annuisco, sospira pesantemente-tu lo sapevi?>>
<<si, ma per favore non arrabbiarti...>>
<<tu sapevi che sarebbe ritornato e non mi hai detto niente???>> mi urla contro.
<<perdonami, io non volevo farti del male! Non ti ho detto niente perché sapevo che non voleva aver niente a che fare con te! Non sarei riuscita a dirtelo per non farti stare male, quindi sono stata zitta dall'inizio!>> sono molto dispiaciuta, non volevo ferirla cosi.
<<che cosa significa dall'inzio? Spero che non è quello che penso!>>si avvicina velocemente a me.
<<Da quando è partito, ci siamo sentiti... Qualche volta... Perdonami, scusami tanto! >>continuo dispiaciuta.
<<quindi mentre io mi disperavo del fatto che non avevo sue notizie, che mi mancava da morire e tutto, tu parlavi con lui alle mie spalle?! In più non mi hai neanche avvisata per prepararmi psicologicamente ad un suo possibile ritorno?! Credevo fossimo amiche, Alina!>> continua ad urlarmi contro.
<<Ilaria, basta! Ci stanno guardando tutti!>> la rimprovera Mirella, ma lei in risposta se ne va.
<<Ilà, aspetta, parl...>> la supplico.
<<no, vaffanculo!>> urla per poi andarsene seguita da Debora. No, non di nuovo...

ILARIA
Mi ha pugnalata ancora una volta.
Io soffrivo e lei godeva alle mie spalle, facendo finta di essere mia amica e darmi consigli su altri ragazzi. Avrà pensato "se questa stupida s'innamora di un altro, Alin sarà tutto mio!". Beh, piano fallito, signorina!
<<Debora, io voglio tornare a casa. Non mi sento bene.>>
<<va bene, ti accompagno, torno a casa anch'io. Questa storia ha scosso anche me, Alina ha deluso anche me.>>
<<ti prego, non nominarla.>> dico dura.
Sono arrivata a casa da un po' e davvero non mi sento bene.
Vado in camera mia, mi metto nel letto. Ho una voglia matta di piangere, ma non ci riesco. Ne ho versate talmente tante in questo periodo che adesso non ne ho più.
Chissà se domani sarà un giorno migliore...



Amicizia Malata 2: rivali in amore &quot;Amo il mio peggior nemico&quot; Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora