0 - Il soffitto.

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Mi hanno detto che scrivere ciò che penso aiuta a riflettere. Quando non si ha nessuno con cui parlare, nessuno pronto ad ascoltarti davvero, scrivere ti aiuta a sfogarti.

La penna diventa la tua bocca, il foglio il tuo confidente.

Io non ci credo davvero . La trovo una cosa stupida. Il foglio non può ascoltarti né aiutarti in alcun modo. È come parlare da soli, e vi dirò la verità: parlo spesso con me stessa, e vi assicuro che è inutile. Non faccio altro che peggiorare le cose, ribaltare le cose. Ed è proprio qui il problema. Il fatto è che... io sono disperata. Tanto disperata da affidarmi ad uno stupido foglio. Il che mi fa sentire un'idiota, però ho elaborato una teoria per sentirmi un po' meglio. Potrei scrivere una storia, anziché usare un foglio come diario. Potrebbe essere interessante. Quindi credo proprio che farò così: racconterò una storia. La Storia di Marceline Trulock.


Qualcuno ha mai provato, da bambino, a camminare per casa.. no, che camminare, a strisciare per casa a pancia in su? Non è difficile e non è roba di cui vantarsi, questa. Ma io l'ho fatto e anche per parecchio. Ma non è questo il punto, non devo divagare, finisco sempre col divagare. E' orribile, arrivi alla fine della conversazione convinta di aver parlato di pesci rossi ma quello davanti sta pensando ai gatti, che c'entrano i gatti? Io non ho accennato ai gatti, o sì? Ma lasciamo stare, non è questo il punto, è il soffitto. Non voglio parlare del soffitto di casa mia, no, nonostante il lampadario sia di qualche stile sicuramente molto ricercato come il precedente e come quel che sarà il prossimo. Dicevo, strisciare a pancia in su, ci siamo? Ecco, ho scoperto una cosa grandiosa in quel modo. E non l'ho scoperta subito, ma inizio a capirla e magari senza quella volta, quella singola volta in cui mi sono ritrovata per terra, annoiata, non ci sarei mai arrivata. Ho anche sbattuto la testa contro il pavimento... insomma, stavo lì annoiata e alla fine capita di vederlo il soffitto. E' lì, non lo sposta nessuno eh, e l'ho visto: ci si potrebbe camminare. Potrei prendere il lampadario come uno strano tavolino, rigirare tutto e camminarci sarebbe davvero una figata. Ho pensato di iniziare a girare per casa, dopo, per vedere come sarebbe camminarci sopra.. sotto.. lì, insomma. Ho pensato che lo spazio tra la fine della porta e il soffitto permetterebbe alle signore di tenersi in forma senza sforzo e senza spendere un soldo e magari non sarebbero più così rotondette e dalla faccia triste. Sembrano tristi, e mia madre smetterebbe di chiedere a che mese sono. Mi sono messa a pensare cose del genere, ecco, iniziando a vedere il mobilio per me impossibile da raggiungere improvvisamente a portata di mano. E poi ho scoperto un'altra cosa, che in realtà è quello di cui volevo parlare dall'inizio, ma dicevo, sul divagare.. e insomma. Ma voi, se c'è un voi, vi capita mai di sentirvi fischiare le orecchie? No, non quella cosa che usate per convincervi che qualcuno vi sta pensando, quello è ridicolo. No, dico un fischio vero, tiii tiii tiii e poi nulla, poi solo aria al cervello, ma non sono sicura in quei casi di averlo, un cervello, perché se c'è tanta aria allora c'è tanto spazio, o no? Però mi succede quando divago troppo, quindi non fatemi divagare, parlavamo della scoperta.


Mi sono accorta di casa mia, quindi, strisciando, pensando al soffitto, una gli occhi li ha e non sono foderati di prosciutto, li ha e li usa, e quindi l'ho visto. Ho visto casa mia, ma non era casa mia, qualcuno lo capisce? Io ero lì, a pancia in su, okay? Ero lì e guardavo il soffitto e poi casa mia e sì certo, una li riconosce i mobili e tutto e l'odore ma ero capovolta, no? E insomma, non era casa mia, ma lo era, e un po' mi sono spaventata. Abituata a girare senza fare attenzione alle porte e agli angoli, capovolta invece erano nuovi. Era casa mia ma non lo era e mi sono sentita un po' triste, lo ammetto, e sola. Uno ora può dirmi che sarebbe bastato tornare in piedi beccarsi un capogiro e piantarla di fare l'imbecille, ma non sarebbe bastato perché ormai lo avevo visto. Quello che succede rivoltando la scacchiera, che a scacchi ci so giocare ma non mi piace molto, ma parlare di una scacchiera semplifica sempre le cose, quindi.. ecco, posso anche rivoltare un barattolo se volete, comunque ormai era successo. E non puoi semplicemente ignorarle le cose, non puoi mai ignorarle. Vedete, io non mento a me stessa, anzi, è "Io" che mente a me, ma questa è un'altra storia. Il fatto è che ho visto come tutto possa apparire diverso, strano ma bello, rivoltando la scacchiera, e il posto in cui finisci non è casa tua, e sei un estraneo, ma è anche un posto tutto per te, perché sei lì, lo guardi negli occhi, e hai paura, e lo senti quel brivido? L'ho sentito e lo sento ogni volta, quando non mi fido, quando rivolto le cose, e non è roba da Geni, no, è che bisogna scoprirlo o non funziona, e se capisci come funziona o se solo hai le palle, o la curiosità di farci un giretto e capire come mai o cosa succede, è fatta. Davvero, è finita, non ne esci più. Non ne esci davvero più, inizi a farlo per tutto, ogni cosa, e anche questa è una specie di maledizione ma non fa così tanto male, se ci sai convivere. Io non lo so fare, lascio che prenda il sopravvento e finisco col rivoltare qualcosa che ho già girato e poi ne succedono di tutti i colori, e a cercare di spiegarlo non ci riuscirei e davvero, non vi converrebbe saperlo. Mi sono persa, forse. E anche questa, alla fine, è una delle storie su come ho iniziato a rigirare me stessa, e a fidarmi sempre meno.

...

ma è solo una storia, e le storie raramente sono oneste.

I sogni sono belli perché rimangono tali.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora