La mia vita mi è sempre sembrata un cerchio che si ripete infinite volte.
Vengo buttata giù da letto, mi alzo, mi faccio una doccia fredda, mi pettino, mi asciugo i capelli, mi vesto, mi lavo i denti, mangio, mi rilavo i denti, esco, do da mangiare ai cani, vado a scuola, torno da scuola, arrivo a casa, mangio, dormo, piscio, cago, studio, dormo e il cerchio si ripete di nuovo. È sempre stato così, da 16 anni, e non mi dispiaceva affatto. Avevo tutto sotto controllo. E per me è di vitale importanza, perché odio quando la situazione mi sfugge. È intollerabile.
Ma ci fu un giorno, quel giorno, che stravolse tutto. Il giorno in cui persi il controllo. 17 Settembre, inizio del mio terzo anno al liceo scientifico di Brissago. Lo ricordo bene, perché era tutto così...strano. Era strano perché compivo le stesse azioni di ogni giorno, ma c'era qualcosa di diverso. Io ero diversa. Sentivo un nodo alla bocca dello stomaco, ed ero...tesa, sì. Non riuscivo a riconoscere quella sensazione, mi era del tutto estranea. Il che mi faceva incazzare, perché c'è qualcosa che odio più di non avere tutto sotto controllo : non capire cosa succede. Perché non capivo. Non ero emozionata del mio imminente ritorno a scuola, e quella sensazione non poteva essere nemmeno la felicità di rivedere i miei compagni. Non poteva esserlo perché a) conoscevo bene quell'emozione e b) avevo passato con la mia Ciurma l'intera estate -che, per la cronaca, era stata uno sballo : eravamo andati in campeggio, aka birra, erba e...notti passate a far tutto tranne che dormire. - C'era una sola persona che non vedevo da tempo, ma questo non lo trovavo rilevante. Si trattava pur sempre di Edward. Non fraintendetemi , Ed lo consideravo un mio caro amico. C'era sempre una certa intesa, eravamo due soci e tutto, ma non riuscivo ad attribuire a lui il mio malessere. Non poteva essere così importante da farmi stare male.
Dopo esser scesa dal letto ho fatto tutto ciò che ho sempre fatto, provando ad essere il più tranquilla e naturale possibile. Oddio, naturale, io non sono mai naturale in ciò che faccio: lo ripeto così tante volte che ormai i miei movimenti sono quasi...meccanici. Ma dicevo, ho cercato di iniziare il mio Cerchio come sempre. Mi sono preparata come tutti i santi giorni, ho dato il cibo ai cani nel solito ordine e ho fatto uscire la mia amata Harley Davidson Forty Eight dal garage mentre salutavo i miei genitori e mia sorella. Sembrava tutto com'è sempre stato. Ma c'era quella sensazione che non riuscivo ad ignorare, che mi aleggiava intorno come una presenza sovrannaturale.
Per un secondo ho pensato che, magari, quel nodo alla pancia poteva essere il ciclo. Ma sapevo bene che non era così.
Percorsi la solita strada e arrivai a scuola. Non era nulla di particolare, il Liceo Scientifico della mia città: un semplice palazzo che ospitava quattro delle diciotto sezioni della nostra scuola (inutile dirvi che queste quattro sezioni erano le peggiori). Mi trovavo bene, lì. Se non consideriamo il fatto che passavo nove mesi infernali, ovviamente.
-MAAAAAAAARCYYYYYYYY- Ricordo bene che, nonostante l'urlo di Sorority, Emily e Lucy fosse difficile da non sentire, io non mi voltai verso di loro. Continuavo a storcere il naso per la sensazione che adesso si faceva sentire di più, e alla quale io non riuscivo a dare un significato. Perché mi sentivo così strana? Non trovai una risposta, non in quel momento. Tutto grazie a tre adolescenti particolarmente affettuose che mi saltarono addosso urlando ancora il mio nome. -MARCYMARCYMARCYMARCY- E mentre mi facevano il coretto e si staccavano da me, presero a saltellare sul posto e a gesticolare come matte.-Ma che...- E pensare che li avevo generati io quei mostri. Rory, Emy e Lucy erano ragazze normali e prive di disturbi prima del primo anno. - REMY E' UN FIGO PAZZESCO.- E' Rory (Sorority, per intenderci) ad interrompere il coretto.
- Pensi che Marcy non lo sappia, Rory? C'è andata pure a letto, quest'estate.- Le risponde Lucy, il tono malizioso di sempre. E lo dice come se fosse un premio, come se ci fosse qualcosa di grandioso. Non le do nemmeno troppa attenzione, né a quel che dice Lucy né alla risposta che segue da parte di Emily. Mi sarebbe piaciuto importunare qualche primino, cazzeggiare con la Ciurma, fare una delle nostre solite minchiate. Solo che non riuscivo a prestare attenzione a ciò che mi circondava, ero presa da quella dannata sensazione che mi assillava dalla sera prima. E' proprio questo il mio più grande difetto: non so semplicemente ignorarle, le cose. Qualcuno mi tocca la spalla. Emy, decisamente. -Marcy, ci ascolti? Ti stavamo raccontando delle avventure erotiche di Ed!- Ed? Che poteva importarmi di Edward Lewis quando la mia mente chiedeva spiegazioni? In realtà molto. Non chiedetemi perché, ancora oggi non lo so. Ma quel cazzo di nodo, nel sentir nominare Ed, si è stretto ancora di più. Strano. - Avete qualche aggiornamento più interessante? Perché, ragazze, non mi interessano le avventure gay di un giovane gay.- E lo pensavo davvero? No. In quel momento volevo solo che una delle tre nominasse di nuovo Edward per vedere come reagiva la mia pancia.- Io non credo che Edward...- E di nuovo, il nodo si stringe.-...sia finocchio. In quel caso sarebbe decisamente sprecato.- Risponde Lucy, e il suo sguardo si sposta oltre le mie spalle, arricciando le labbra in un sorriso malizioso. Oh dei, non ditemi che...-Si parla del diavolo e spuntano le corna.- Ridacchia Rory, spostando le iridi color nocciola anche lei alle mie spalle.-EDDYY! VIENI QUI!- Urla Emy, sorridendo e sventolando la mano per farlo avvicinare. Deve esserci anche Remy, perché lo sento ridacchiare insieme al biondo. Mi volto verso i due: Remy sembrava lo stesso di quest'estate. I capelli rossicci tutti in disordine, il solito sorriso che si allarga tutte le volte che posa le iridi verde smeraldo su Lucy. E' dal primo anno che è invaghito di lei, ed è inutile dire che L se ne è sempre fottuta. Ricordo di aver ammiccato in sua direzione, ricevendo un occhiolino come risposta. Subito dopo ho spostato lo sguardo verso Ed. Quasi inconsciamente, come se fosse così naturale ed ovvio che non mi sono fermata nemmeno un secondo per riflettere. Ma avrei dovuto farlo.
Rimasi paralizzata. Ed è sempre stato bello. Occhi color del ghiaccio, alto, bel fisico, capelli color del sole... un bel ragazzo, sì. Ma mai avrei potuto immaginare di rimanere incantata dal suo sorriso, perché era pur sempre Edward quello che avevo davanti, e solo gli dei sanno quanto è stronzo Lewis. Stronzo, e cotto di Lucy. Ma soprattutto stronzo, e con un pessimo carattere. Ed andava bene quando dovevi passare pomeriggi interi a studiare, o quando dovevi fare qualche piccolo scherzo. Lui non era come tutti gli altri, non era come Remy ad esempio: non potevi apprezzare il suo fisico, né andarci a letto, né provarci con lui. Sarebbe stata tu a rimetterci, perché ad Edward Lewis non importava nulla al di fuori di se stesso. O al di fuori di Lucy, ma non lo avrebbe mai ammesso. - Ehi troiette- Esclama lo stronzo, spostando le iridi color del ghiaccio tra noi. Si soffermano su L, tanto per cambiare, e poi ridacchia. Mi sarebbe piaciuto rispondergli come ho sempre fatto. Mandarlo a cagare, fargli un gestaccio, picchiarlo. Anche solo una smorfia. Ma non ci riuscì.
Ricordo di essere andata via nel preciso istante in cui Remy cercava di difenderci e le ragazze lo prendevano a parole. Me ne sono andata con uno sguardo freddo puntato sulla schiena e la consapevolezza di essere nella merda. Perché quella sensazione era causa di Ed, lo sapevo. E non mi piaceva affatto.
Spazio dell'autrice (che autrice, poi *cooff*)
Salve bella gente uvu perdonate il capitolo a dir poco pessimo, giuro che per il prossimo farò di meglio uwu Cercherò di aggiornare al più presto eeeeeeeee di far agire un po' di più i personaggi (?) Fatemi sapere se la storia vi piace per adesso, e se non vi piace provate a darmi qualche consiglio!
Ci si mangia (?) c:
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I sogni sono belli perché rimangono tali.
Teen FictionNon è una bella storia d'amore. Questa storia è reale. Non vi anticipo nulla per il semplice fatto che io i riassunti non li so proprio fare. Chiedo venia. Se siete un po' curiosi leggete. non lasciatevi ingannare dai primi capitoli: la storia non...