Amor, di lunga vita, amor

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LXXXIV. Amor, di lunga vita, amor

Amor, di lunga vita, amor, errando cerco
Nel mare quel mio cuore, che trema, che sospira:
Tant'é profondo e quieto e senza alcun alterco,

L'abisso, mia prigione: Allora mira, mira!
L'inganno mi costringe sì ad amar, sì a perire;
E soffro et odio et amo invano. Mira, mira!

Invano, anch'io, spero trovar del ciel le spire
Che all'onde danno moto e tormento e dolore;
E 'l mio sguardo perduto s'è tra l'onde e 'l desire

E naufraga ancora in cielo e in terra amore,
Sì come peregrino, che vaga per sua fede,
Tal è quello spirito che stringe a sé 'l dolzore.

Amor, condanna e pace, tu non sei la speranza,
L'eterno umano addio, di questa mera vita
Ché essa è il primo male, degli sciocchi la danza;

Che essa protrae l'affanno verso una méta infinita,
Rendendo l'uomo triste e l'anima sì vòta,
Che il cor profondamente m'é tolto alla vita,

Per quella ch'io baciai con l'anima devota,
Del soverchio piacere, men'ero io: Caddi e svenni.
E 'l suo pensier mi sérra la mente ch'ancor ròta

Tra i candidi ricordi, quand'io le mani tenni
Al suo corpo sì strette, ch'amai: Poesia.
Così angelo e demone, senz'ali mi ritenni:

Con un bacio e un sospiro, ella 'l cor mi vincìa.

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