Love at first wee - dedicated to @vivo_per_tomlinson
L'attenzione di Louis verso il resto del mondo fu difficile da recuperare, rimase imbambolato a guardare il riccio un po' più del dovuto; anche mentre lui tornava nel backstage per abbracciare i suoi familiari dopo il responso, ovviamente positivo, dei giudici. Era passato e su questo non poteva avere dubbi ma adesso toccava a Louis dimostrare tutta la sua passione e bravura nel canto.
Per Louis quei momenti che passarono in attesa della sua esibizione lo stavano uccidendo. Non riusciva a togliersi quel riccio dalla testa e non riusciva a concentrarsi per provare il pezzo dell'audizione. Da qualche minuto aveva nella testa il motivetto di una canzone che amava molto ma che aveva deciso di non portare quel giorno forse perché non ne aveva ancora capito a pieno il significato. Ma in quel momento con quegli occhi verdi e quei ricci che gli vorticavano nella testa capì che quella sarebbe stata la canzone perfetta con cui esibirsi. Venne chiamato e qualche minuto dopo si ritrovò sugli scalini che conducevano al palco, fece un respiro profondo e mise un piede su quelle scale. Louis salì sul palco e Simon gli chiese le domande di rito.
"Mi chiamo Louis Tomlinson e canto How to..." e il ragazzo dagli occhi azzurri si bloccò "no scusatemi canterò Hey there Delilah" disse infine. Dopo un segno d'assenso da parte dei giudici, inspirò e iniziò a cantare.
Per tutta l'esibizione non fece altro che pensare al significato di quella canzone, a come l'autore volesse esprimere il suo amore verso una persona che aveva visto solo una volta. Louis non capiva come quella canzone riuscisse a fargli pensare immediatamente a quel ragazzo che qualche ora prima aveva sentito cantare, ma gli sembrava perfetta che esprimesse quello che sentiva dentro di se. Fece poco caso all'intonazione e alle pause e infatti la sua voce risultò molto indecisa ma l'emozione era un'ottima scusa per mascherare quelle insicurezze.
I giudici nonostante questo rimasero magicamente sorpresi dalla voce dai tratti quasi femminili del ragazzo e non ci pensarono molto prima di esclamare tutti e tre un SI e farlo passare alla sessione successiva.Scese velocemente dal palco e, fuori dal backstage, corse ad abbracciare forte Jay, che lo stava aspettando in ansia, e gli urlò che era riuscito a passare.
Mi diressi verso i bagni più vicini per estraniarmi un po' da quella situazione che stavo vivendo post audizione, entrai e la prima cosa che dovetti fare fu andare in bagno. Mi recai verso le porte più vicine e vista la mia solita fortuna tutti i bagni erano occupati quindi, per fare in fretta mi avvicinai al primo orinatoio libero che si trovava vicino ad un ragazzo girato ovviamente di schiena e ad un ometto basso e tarchiato.
Feci quello che dovevo fare e, quando mi girai capii di chi si trattava la persona di fianco a me: era quel ragazzo riccio che aveva cantato, rendendomi un ebete per qualche ora.
Mi ruotai di scatto e mi diressi verso i lavandini per nascondere la mia faccia imporporata, mi lavai le mani ma quando alzai lo sguardo per guardarmi allo specchio e verificare le mie condizioni, i miei occhi si incastrarono per meno di mezzo secondo con dei pozzi verdi prima che l'altro ragazzo abbassasse lo sguardo. Si girò di scatto come preso da uno spasmo e oltre a bagnarmi la felpa con l'acqua grondava dalle sue mani, mi venne completamente addosso.
Si staccò immediatamente con un "oops!" appena sussurrato al quale io risposi con un lieve "ciao!" che però uscì più forte e imbarazzato di quanto volessi.
Il riccio alzò lo sguardo e in quel momento tutto il mondo si fermò, almeno per me. Mi guardò imbarazzato ma sostenendo il mio sguardo imbambolato dopodiché si girò in fretta e si avviò verso l'uscita.
Non ci pensai due volte prima di seguirlo fuori dal bagno e rincorrerlo per la sala; cercai di richiamare la sua attenzione "Hey! Fermati un minuto!" lui si fermò e mi guardò curioso, "si?" mi disse.
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Pages written with no end - Larry Stylinson
Fiksi Penggemar*Si guardarono negli occhi ed entrambi capirono che qualcosa era scattato, nessuno dei due sapeva di cosa si trattasse ma era magico, forte e indissolubile.*