Capitolo II: La Magia della Fenice

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Era un'uggiosa giornata di novembre, il promettente studente dell'ultimo anno Albus Silente, si stava annoiando a morte, e quando si annoiava erano guai... guardò l'orologio e vide che mancava ancora mezz'ora alla fine di quella pallosissima lezione, così si alzò e fece per uscire quando quel vecchiaccio di merda del suo Professore esclamò "Dove credi di andare? la lezione non è mica finita!" "Vado al cesso, o preferisce che le pisci direttamente in quel tugurio che lei chiama ufficio!?" Detto ciò uscì e si sbatté la porta alle spalle.

"Cosa faccio ora?" Si domandò fra se e se "Idea! andrò a divertirmi con quelle gallinacce evolute." Si diresse poi in giardino, dove c'era la voliera dei poll... ehm dei gufi e simili, li attirò tutti a sé con la Cocaina tagliata con la Merda di Nargillo, subito i rapaci estasiati accorsero seguendolo fin dentro al Castello, dove Albus li liberò.

"Dopotutto sono sempre stato un animalista!" Esclamò ridendo mentre gli uccelli creavano trambusto e scagazzavano in ogni dove "Volate libere mie piccole amiche, sapendo che sarete sempre inferiori alla mia Fenice."

Qualche giorno dopo Elphias Doge stava vomitando l'anima dopo il festino da lui organizzato insieme al suo BFF Alby, nella Stanza delle Necessità, una serata memorabile: Albus era l'addetto ai VIP pass, mentre lui era l'addetto alla merce di contrabbando: e tra i fiumi di Burrobirra, i mari di Whisky Incendiario e altri alcolici babbani aveva svolto un ottimo lavoro, come sempre, la serata si era rivelata un Rave con i fiocchi.

Finito di vomitare si accorse che il suo amico ancora in botta dalla sera appena passata, si stava strusciando sul suo culo

"Albus che cazzo fai? Va bene che ciucci tutti i cazzi della scuola, ma io non sono disponibile!" "Eddai su zuccherino." Biascicò il rosso prima di collassare

"Sei sempre il solito inaccontentabile, ora come cazzo ti sollevo per portarti nel dormitorio?" Disse alzando gli occhi al cielo Elphias.

Qualche giorno dopo Alby venne chiamato con urgenza nell'ufficio del preside Black, il ragazzo credeva che fosse stato invitato per la consueta ramanzina, invece scoprì che c'erano notizie funeste dalla Famiglia...

...A casa Silente la sorellina tremava e si agitava, stava per avere uno dei suoi attacchi dove non riusciva a controllare la propria magia: infatti quando era piccola subì delle violenze da parte di un gruppo di Babbani che la vide fare magie... o meglio, questo è quello che la Famiglia Silente racconta per salvarsi la faccia, poiché la realtà è ben diversa, infatti i turbamenti di Ariana erano causati da profonde crisi di astinenza da droghe pesanti, la madre Kendra quando era incinta della piccola abusava costantemente della Cocaina tagliata con la Merda di Nargillo e di Sprizzo di Gorgosprizzi, passando così alla povera ragazza una completa dipendenza da queste sostanze.

In quel momento Kendra entrò nella stanza della figlia, tappezzata di calendari e poster 12 mesi dei giocatori di Quidditch più sexy: stanza molto apprezzata dal fratello maggiore. Ariana vedendo la madre si alzò e le urlò contro:

"Dov'è!! dov'è la mia Roba!" "Figlia cara non ce l'ho, sai che ti fa male." Rispose pacatamente la madre "Non raccontarmi cazzate brutta strega! Lo so che non fai altro che sniffare e fumare tutto il giorno... tutt'al più puzzi anche di Whisky Incendiario." Disse la ragazza "No non te la do la droga: come ho detto prima ti fa male e poi soprattutto è mia, ne ho bisogno io."

Disse la madre inferocita prima di voltarsi per uscire: una brutta mossa, poiché appena giratasi la figlia incazzata nera scattò facendo guizzare nella mano un'arma creata con le lamette di un rasoio e degli stuzzicadenti, con un urlo belluino piantò il coltello nel collo di sua madre, poi frugò disperatamente nelle tasche alla ricerca delle sue sostanze.

Aberforth, che intanto si intratteneva in compagnia di una bella capretta color castano, come piacevano a lui, sentendo tutto quel trambusto, preoccupato, si armò di sterco fresco di capra pronta per essere lanciata, scese le scale e andò ad indagare e quando vide l'accaduto si pisciò sotto e lanciò lo sterco in faccia alla sorella scappando via.

Albus finito di leggere la lettera rimase sconvolto, quando si riprese decise che la storia di copertura del trauma infantile doveva continuare, prese l'uscio e si avviò per una scopata consolatoria e di riflessione.

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