Romeo and Juliet~7

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15 Luglio 1977.

Erano passati dei giorni da quando io e Pandora eravamo scappati dal museo in fiamme, la notizia era apparsa su tutti i giornali babbani e non. Era forse l'attentato che aveva fatto più scalpore giustificato con solo una parola "incidente" seguita da altri aggettivi per rendere la tragedia il più verosimile possibile.

Un drammatico incidente ha colpito il famoso museo di Londra in tutto si contano almeno una quindicina di feriti.

Molto probabilmente c'erano stati anche morti ma i loro volti non erano citati, non avranno giustizia perché non verrà cercato un colpevole a causa delle false promesse che farà il ministero ai capi dei babbani che ovviamente non manterrà mai. E così quei sorrisi che non vedranno mai più la luce del sole saranno ricordati da pochi e dimenticati da molti.

Io non ero riuscito a dormire per intere notti, sentivo i miei ridere della stupidità dei babbani di giorno e a volte anche in sogno. Erano fieri perché sapevano che i babbani erano stati schiacciati in pieno giorno sotto gli occhi di tutti. Erano fieri di me perché tra un mese anch'io sarei diventato un dei responsabili di altri drammatici incidenti senza colpevoli. Ero finito per concordare con i loro pensieri, le loro parole e risate che non limitavano mai soprattutto durante le cene. Non sapevano che io ero stato lì perché né Evan e né Barty avevano osato informarli di questo ulteriore particolare che mi avrebbe messo decisamente in difficoltà a trovare un giusto perché della mia presenza anche solo vicino a quel museo babbano. Avevano solo riferito che ci trovavamo tutti e tre nelle vicinanze e che alla fine Evan era dovuto scappare perché lui aveva il marchio quindi per lui era un dovere partecipare ma soprattutto un onore.

Non avevo più parlato con Barty e nemmeno con Evan. Con Barty forse avevamo prestabilito senza mai dire le parole che andava bene così e che nessuno dei due avrebbe mai più iniziato il discorso. Con Evan sapevo che prima o poi ci saremmo scontrati e non perché non concordassi con i suoi ideali ma per il fatto che ci avesse mentito e messo in pericolo senza nemmeno avere dei rimpensamenti. Questo mi faceva rabbia.

E mentre una notte ci pensavo mi alzai per osservarmi allo specchio. Ero decisamente cambiato dal ragazzino che ero stato una volta, avevo persino dei baffetti. Stavo crescendo e dovevo imparare a lasciarmi alle spalle tutto quello che ero stato un tempo insieme alle domande e ai dubbi che costantemente non mi facevano dormire la notte. Tra meno di un mese sarei diventato un adulto, non importava se avessi ancora 16 anni, non importava più, tra meno di un mese sarei dovuto essere pronto a prendere decisioni su chi meritava continuare di vivere e su chi invece meritava essere schiacciato e dimenticato per sempre. Molto probabilmente tra meno di un mese mia madre mi avrebbe presentato qualcuna con cui mi avrebbe promesso in sposa e io non avrei obbiettato perché tra meno di un mese io sarei stato abbastanza maturo da dimenticarmi anche di chi ero veramente.

Guardai il mio quaderno chiuso appoggiato sulla mia scrivania. Avrei dovuto bruciare anche quello, di lui non ci dovrebbe essere stata più traccia. Lo presi e mi avvicinai al cestino di camera mia ma feci il terribile errore di aprirlo. Vidi di nuovo quella terribile frase di cui avevo ignorato l'esistenza per interi giorni e di chi mi ero persino dimenticato di guardare di chi fosse.

L'uomo che si agita fa scoppiare di risate gli angeli.

Odioso Potter pensai, ma la curiosità vinse anche quel giorno come con il quadro e allora presi il libro che il mio amico mi aveva lasciato e lessi il biglietto.

« Shakespeare-» Fu un suono smorzato che uscì dalla mia bocca perché la mia mente era da tutt'altra parte, la mia mente voleva solo tornare indietro nel tempo.

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Estate 1967

Eravamo entrambi su un muretto, io con un libro in mano lui che invece tentava di attraversare il muro tutto senza cadere a terra.

Mine // JegulusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora