capitolo sette | the pool

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𝘾𝘼𝙋𝙄𝙏𝙊𝙇𝙊 𝙎𝙀𝙏𝙏𝙀;
𝙩𝙝𝙚 𝙥𝙤𝙤𝙡.

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  Erano le dieci e mezza di venerdì sera. La luce chiara della luna filtrava dalla finestra e mi illuminava il viso mentre aspettavo l'arrivo del ragazzo. Mi ero distesa sul letto e avevo lo sguardo fisso sul soffitto buio senza vederlo veramente. Gli occhi minacciavano di chiudersi e il respiro si faceva più pesante, ma non potevo dormire. Non ora.

   Mi stavo proprio per assopire, quando udii qualcosa battere contro la finestra e sobbalzai. Vidi Steve dall'altra parte del vetro, esattamente come aveva fatto la sera prima: i lunghi capelli castani erano spettinati dalla leggera brezza notturna e riuscii a intravedere il suo solito sorrisetto nonostante il buio. In punta di piedi raggiunsi la finestra e la aprii il più piano possibile.

   "Sei pronta?" mi chiese in un sussurro.

   "Sì, ma... per che cosa, esattamente?" chiesi, appoggiando le braccia incrociate sul davanzale. "Credevo che volessi soltanto parlare. Qui."

   Scosse la testa. "Troppo rischioso, i miei giorni da ninja sono finiti. Vieni, voglio portarti in un posto."

   Prima che potessi aprire bocca, tese le braccia prendendomi a mo' di sposa, con una mano sotto le ginocchia e una attorno alle spalle. Mi aggrappai al suo collo incrociando le mani dietro di esso e potei sentire il profumo di menta del suo alito. Finì tutto troppo velocemente e, in men che non si dica, mi ritrovai con i piedi per terra; ringraziai mentalmente Dio o chicchessia per non avere una casa a più piani. Salii dal lato del passeggero sulla sua auto e partimmo subito.

   "Dove andiamo?"

   Non rispose: si limitò a sorridere. Mi risposi da sola quando vidi la casa di Steve in lontananza.

   "I miei genitori non ci sono" mi avvertì, aprendomi la portiera. "Pensavo di chiarire questa cosa tra noi..."

   Annuii e lo seguii sul retro della casa, che ospitava un'enorme piscina interrata.

   "Forte, vero?" constatò lui, sedendosi sul bordo. Lo imitai.

   Ero seduta con le gambe penzoloni sul bordo della piscina con il ragazzo per cui avevo una cotta, il ragazzo che probabilmente amavo e che miracolosamente ricambiava. Che cosa potevo chiedere di più?

   Mi ritrovai a imprimere nella mia mente ogni dettaglio di quel momento. La freschezza dell'acqua che mi arrivava poco sopra le caviglie, rinfrescante come un ghiacciolo mangiato in una giornata afosa; la dolce brezza estiva, non troppo forte, ma giusta, come noi in quel momento, che spostava leggermente i nostri capelli scuri; le rose rosse stampate sul mio vestito bianco e le sue dita che mi spostavano una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

   Ma tutto ciò non era niente in confronto al luccichio negli occhi di Steve Harrington. Capii finalmente a che cosa si riferiva la mia amica Max quando parlava di 'occhi a cuoricino'; era come se io fossi l'unica cosa lui vedesse, l'unica cosa che valesse la pena di guardare. Solo a pensarci ebbi un tuffo al cuore.

   Chi non vorrebbe sentirsi così?

   Sembra impossibile, ma tutto ciò accadde in pochi secondi e tornai all'istante alla realtà. Realtà che, per la prima volta, batteva la mia fantasia di dieci a zero.

   "Cosa stavi dicendo questo pomeriggio?" mi chiese, senza distogliere lo sguardo da me.

   "Ehm" mi schiarii la gola. "Dicevo che Dustin ha dato di matto ieri sera e che mi dispiace che abbiate litigato per colpa mia... Ma anch'io non sono da meno, sono stata una stupida a scappare via quando mi hai baciata, è che io non... non avevo mai..."

   "Non avevi mai baciato nessuno?" concluse lui per me.

   Scossi la testa. "Lo so, è imbarazzante, ma aspettavo la persona giusta."

   "Be', più giusto di me non so chi puoi trovare" sorrise lui. "Comunque io e Dustin faremo pace in fretta, non ti preoccupare, ci siamo insultati tante di quelle volte..."

   Restammo un po' in silenzio, poi gli chiesi se anche lui avesse qualcosa da dire.

   "Non direi, no..." rispose, pensando.

   "Bene, allora posso farlo" constatai, seria.

   Alzò un sopracciglio. "Fare che?"

   Mi avvicinai lentamente al suo viso, sempre di più, di più... Poi lo spinsi in acqua. Cominciai a ridere e quando tornò in superficie rise anche lui.

   "Ah, la metti così, mh?"

   Steve si stava avvicinando; ero consapevole che avrei dovuto alzarmi e correre via, ma non riuscivo a smettere di ridere e mi trascinò a fondo con lui prendendomi le mani.

   "Steve!" esclamai, una volta tornata su. "Sei proprio uno stronzo."

   "E chi ha iniziato?" ridacchiò lui. Adesso era lontano, forse un metro o di più, ma dimezzò la distanza in poco tempo e mi raggiunse. Mi afferrò per i fianchi e io gli posai le braccia sulle spalle. I suoi bei capelli adesso erano schiacciati e sparpagliati e i vestiti bagnati si erano scuriti; era stupendo, ma non glielo avrei detto nemmeno in un milione di anni.

   "Per il secondo bacio della tua vita avevi programmato di aspettare il principe azzurro o posso farlo io?" mi sussurrò nell'orecchio.

   "Suppongo di dovermi accontentare di un gelataio" risposi.

   Poi fece combaciare le nostre labbra.

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angolo autrice 🌻
ah, se soltanto steve harrington fosse reale!

comunque, ho due fanfiction pronte che ho intenzione di pubblicare quando avrò terminato questa. una è su frodo baggins de “il signore degli anelli”, l'altra è su jason todd di “titans” nel mondo di sam e dean winchester di “supernatural”.
qualcuno/a di voi è interessato/a?

a martedì!
liz🫀

ice scream | steve harringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora