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e li rimase spiazzato, perché non se lo aspettava. perché non si aspettava che una persona come me non avesse i genitori. che poi che significava "come me". non sono tanto diverso dagli altri, cos'ho di tanto speciale. e ancora una volta mi chiedo perché io, perché a me, perché solo io. non è giusto. cosa ho fatto per meritarmelo? io sono solo nato, è questa la mia colpa? "hyung io... scusa non dovevo farti una domanda del genere" spezzò il flusso dei miei pensieri. perché si scusava. non ha già sentito le palle che racconta sunoo sulla sua famiglia, oppure quelle di jungwon. o di qualsiasi altra cazzo di persona che fa parte del nostro gruppo. perché la loro vita è stata difficile, perché mamma e papà non gli hanno comprato tutto quello che hanno ordinato. e a me? a me nessuno ha mai comprato niente. anche perché io non ho mai potuto chiamare nessuno 'mamma e papà'. "tranquillo niki, non potevi saperlo" sussurrai dolcemente cercando di coprire ogni mio pensiero. si sentiva in colpa, e faceva bene. così imparava a dire che i suoi genitori non lo amano. "ecco io... so che sono più piccolo di te e forse non dovrei dirlo... ma se hai bisogno di sentirti amato vieni da me, i mei genitori me lo hanno insegnato, è il tuo turno di essere amato" pronunciò spezzando quella sottile agonia che si era creata nella macchina. lo guardai con la coda dell'occhio confuso. "che vorresti dire che è il mio turno" sussurrai sentendomi gli occhi pizzicare. non avevo la più pallida idea di cosa significasse essere amato. perché con sunoo non l'ho mai capito. "ecco sai... io sono sicuro che sunoo ci abbia già provato in passato, ma lui non ha mai ricevuto tanto amore dai suoi genitori" iniziò insicuro giocando con i capelli. "niki ti prego, non crederai mica alle stronzate che racconta sunoo" sentenziai acido riportando il mio sguardo sulla strada. aveva già perso il mio completo interesse. "heeseung non è tutto come pensi tu, lo sai vero? solo perché tu non li hai non significa che i genitori degli altri amano i propri figli" continuò girandosi verso la mia direzione. perché a me dava fastidio che sunoo odiasse i suoi genitori, ma effettivamente non avevo mai sentito sua madre dire che gli voleva bene. io ho sempre e solo visto le cicatrici e gli ematomi sparsi per il suo intero corpo, e sapevo benissimo chi ne era l'artefice. eppure non aveva senso, perché solo io dovevo sentirne la mancanza? non li ho mai avuti, perché a loro, anche se sono andati via di loro spontanea volontà, non cambiava nulla. fermai bruscamente la macchina sul ciglio della strada, mancavano ancora una decina di minuti prima di arrivare a casa, ma avevo la vista offuscata e la mente annebbiata. non riuscivo a reggere quel discorso. "niki... perché mi hanno abbandonato" scoppiai in lacrime davanti ai suoi occhi. odiavo mostrarmi debole, odiavo mostrarmi vulnerabile, odiavo mostrarmi in questo stato davanti a niki. però anche sunoo mi aveva fatto lo stesso discorso, mi aveva detto che lui mi avrebbe amato al posto dei miei genitori. eppure non mi aveva colpito per niente. e questo perché ero consapevole che, mentre io giocavo con i ragazzi alla casa famigli, sunoo veniva picchiato dal padre. forse quel giorno avrei dovuto scusarmi io. non avevo alcun diritto di lasciagli uno schiaffo, anche perché sapevo che tutto quello che mi raccontava era vero. "heeseung hai mai provato a chiedere ai governanti di loro?" chiese accarezzandomi la testa. "lo chiedevo spesso, ma non sanno niente. la mia data di nascita corrisponde al giorno in cui mi hanno trovato fuori la loro porta" sussurrai sentendo le lacrime bruciare sul mio volto. era la prima volta che piangevo, non ero abituato. di solito scaricavo la mia frustrazione in palestra allenandomi. e pensai che mi sarebbe davvero piaciuto crescere con i miei genitori. "sai, ho parlato con i miei genitori. gli ho detto come mi sentivo e le mie preoccupazioni. si sono scusati, e adesso passano più tempo a casa con me. certo fanno a turno per evitare di incontrarsi, ma non mi posso lamentare." confessò lui guardando un punto indefinito della strada davanti a noi. alzai lo sguardo. "sono felice per te niki" sussurrai, erano le uniche parole che mi erano venute in mente. perché i suoi genitori lo amavano mentre i miei no. perché non abbandoni un figlio se lo ami. "heeseung hai mai pensato che l'hanno fatto per te?" disse insicuro abbassando lo sguardo. fatto per me? abbandonarmi non poteva essere l'unica opzione per garantirmi un futuro. sicuramente sarò stato concepito per sbaglio. mi ricordo che anche sunoo si era fissato con questa storia. diceva che secondo lui nessuno abbandona il proprio figlio senza motivo. e mi ricordo anche che gli urlai contro dicendogli che lui non poteva saperne niente, che mi avevano abbandonato perché non mi volevano e che non erano scusabili. l'avevo spinto parola per parola lontano da me fino a farlo cadere. effettivamente non biasimo sunoo se adesso mi odia. ne ha pieno diritto d'altronde. mi irritava quella conversazione, così mi passai una mano fra i capelli e riaccesi la macchina. non avevo alcuna intenzione di continuare quella stupido discorso, tanto lui che poteva sapere su di me. era tardi, domani avrei dovuto lavorare e avevo sonno. volevo solo andare a dormire. non è riuscito ad amarmi sunoo, perché dovrebbe riuscire ad amarmi niki.

amami <heeki3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora