Ryuzaki

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L aveva guadagnato un certo grado di ostilità dagli altri detective, e quelli gelosi lo chiamavano il detective eremita, o il computer detective, ma nessuna di quelle è un'accurata rappresentazione della realtà. Naomi Misora è anche arrivata a pensare di L come un detective da salotto, ma infatti, L era esattamente l'opposto, molto attivo e individualmente aggressivo. Mentre lui non aveva assolutamente alcun interesse nelle convenzioni sociali, certamente non era il genere di detective da starsene zitto in una stanza all'ombra e rifiutandosi di venirne fuori. E' risaputo che i tre grandi  detective del dopoguerra, L, Eraldo Coil e Deneuve, erano al momento la stessa persona. Di certo, chiunque leggendo queste pagine è alquanto certo di saperlo... sebbene potrebbero non sapere che L ha ingaggiato una lotta con il vero Eraldo Coil e il vero Deneuve e ne è emerso vincitore, riscattando le loro identità da detective. I dettagli di questa guerra tra detective li conserverò per un'altra occasione, ma oltre a quei tre nomi, L possedeva molte altre identità da detective. Non ho idea di quante, ma era almeno un valore a tre cifre. E piccola parte di essi erano detective abbastanza
conosciuti - infatti coloro che leggono queste pagine devono sapere che lui comparì prima di Kira, chiamandosi ad esempio Ryuzaki o Ryuga Hideki. Certo, Naomi Misora non aveva modo di saperlo, ma secondo me il nome L era, per lui, semplicemente uno di tanti. Lui non aveva mai avuto alcuna connessione diretta con la sua identità, non aveva mai pensato a sé stesso come a L - era solo la più famosa e influente delle tante identità da detectives che lui aveva utilizzato durante la sua vita. Nome che aveva la sua utilità, ma mancava di mistero. L aveva un vero nome che nessuno sapeva, e nessuno saprà mai, ma un nome che solo lui sapeva che non aveva mai dichiarato. A volte mi chiedo se L stesso avesse mai conosciuto esattamente quale nome fu scritto sul Death Note, quale nome fu quello che lo uccise.
Ci penso.
Ma torniamo al Los Angeles BB Murder Case.
“Ryuzaki...” disse Naomi Misora, guardando oltre il biglietto da visita nero che le aveva consegnato senza preoccuparsi di nasconderle i sospetti.
“Rue Ryuzaki, giusto?”
“Sì. Rue Ryuzaki,” disse l'uomo, nello stesso tono noncurante. I suoi larghi occhi puntavano verso
lei attraversati da scuri cerchi, e si mordicchiò l'unghia del pollice.
Loro si spostarono fuori dalla camera da letto verso il soggiorno della casa di Believe Bridesmaid.
Si sedettero l'uno di fronte all'altro su di un costoso divano. Ryuzaki era seduto con le ginocchia in su e le braccia avvolte intorno ad esse. Misora pensò fosse un po' infantile, ma dal momento che Ryuzaki non ovviamente non un bambino, sembrò un tantino inquietante. Il fatto che non riuscì a commentarlo era poiché era troppo cresciuta. Per sfuggire all'imbarazzante silenzio, Misora guardò giù nuovamente verso il biglietto - Rue Ryuzaki: Detective.
“Secondo questo, tu sei un detective?”
“Sì, lo sono.”
“Intendi... un detective privato?”
“No, quel termine non è molto preciso. La parola 'privato' mi suona come se portasse con sé un eccesso di egoismo nevrotico... potresti dire che sono un detective non privato - un detective senza ego.”
“Capisco...”
In altre parole, lui non aveva la licenza.
Se avesse avuto una penna, avrebbe scritto “idiota” sul biglietto, ma purtroppo, non c'erano mezzi per scrivere nei paraggi, quindi decise posarlo sul tavolo non appena fosse possibile, come se fosse sporco.
“Quindi, Ryuzaki...permettimi di chiedertelo ancora una volta, esattamente cosa stai facendo tu qui?”
“La stessa cosa che stai facendo tu. Sto investigando,” disse Ryuzaki, senza il minimo
cambiamento di espressione.
I suoi occhi bordati di nero non sbattevano. Piuttosto inquietante.
“Sono stato ingaggiato dai genitori del proprietario della casa - dai genitori del signor Bridesmaid, e al momento sto conducendo un'investigazione sull'omicidio. Mi sembra che tu sia qui più o meno per la stessa ragione, Misora.”
“...”
A questo punto a Misora non interessava più chi fosse questo Ryuzaki - detective privato o non
privato, lei non aveva nulla a che fare con lui. L'unico problema era quanto della sua conversazione lui aveva sentito da sotto il letto... il che nel peggiore dei casi potrebbe danneggiare la sua futura carriera. Se una qualunque informazione riguardo il misterioso L fosse resa pubblica a causa sua, lei avrebbe dovuto fare molto più che dare semplicemente le dimissioni. Affrontando subito la questione avrebbe affermato che il letto aveva attenuato il suono della sua voce e che quindi lui non era stato in grado di capire cosa stava dicendo, ma questo era qualcosa che lei stessa avrebbe stentato a credere.
“Sì... anche io sono un detective,” disse Misora, sentendo come se non avesse altra scelta. Se lei non fosse stata in congedo, avrebbe potuto fregiarsi di essere un agente dell'FBI, ma dal momento che era sospesa, non voleva correre il rischio che lui le chiedesse il distintivo. Sembrava più sicuro mentire - dopotutto, c'era una distinta possibilità anche lui stesse mentendo. Non era il caso per lei di sentirsi in colpa.
“Non posso dirti per chi sto lavorando, ma mi è stato chiesto di investigare in segreto. Per scoprire chi ha ucciso Believe Bridesmaid, Quarter Queen e Backyard Bottomslash...”
“Davvero? Allora potremmo cooperare!” disse lui istantaneamente.
La sfacciataggine a questi livelli l'aveva travolta come una doccia fredda.
“Quindi, Ryuzaki. Hai trovato nulla sotto il letto che potrebbe risultare una prova utile per risolvere il caso? Presumo che tu stessi cercando qualcosa che il killer potrebbe essersi lasciato alle spalle, ma...”
“No, niente del genere. Ho sentito qualcuno entrare in casa, così ho deciso di nascondermi e monitorare la situazione. Dopodiché è divenuto chiaro che non eri un individuo pericoloso, così
sono uscito allo scoperto.”
“Un individuo pericoloso?”
“Sì. Ad esempio lo stesso killer, tornato a prendere qualcosa che aveva dimenticato. Se fosse accaduto, sarebbe stata una buona possibilità! Ma apparentemente le mie erano vane speranze.”
“...”
Bugiardo.
Avvertiva l'odore delle menzogne.
Misora era quasi completamente convinta che lui si stesse nascondendo per ascoltare la sua conversazione con L. In qualunque altra situazione, questa sarebbe potuta essere semplicemente paranoia, ma questo strano individuo che era Ryuzaki non era un persona ordinaria.
Non c'era nulla di lui che non fosse sospetto.
“Ad ogni modo, io invece sono stato abbastanza fortunato ad incontrarti, non è stato un fallimento totale. Non è un romanzo o un libro comico, quindi non c'è ragione per colleghi detective di disprezzarsi l'un l'altro. Che ne dici Misora? Sei d'accordo per scambiarci informazioni?”
“...No. Ti ringrazio per l'offerta, ma devo rifiutare. Ho il dovere di mantenere la segretezza,” rispose Misora. L riguardo il caso le aveva dato tutto ciò che si potesse ottenere - non sembrava che lei potesse riceve una qualunque informazione da un detective privato inesperto. E di certo, non aveva intenzione di dargli nulla. “Sono certa che anche tu hai dei segreti.”
“No.”
“...Certamente ne hai. Sei un detective.”
“Oh? Sì che lo sono.”
Docile.
Ad ogni modo, sembrava a suo agio con lui.
“Ma mi sembra che la soluzione di questo caso debba avere la precedenza... Molto bene, Misora. Che ne pensi di questo: io ti darò tutte le informazioni che posseggo in cambio di nulla.”
“Eh...? Uh, non potrei eventualmente...”
“Per favore. Fondamentalmente, non mi importa se il caso lo risolvo io o lo risolvi tu. Il desiderio dei miei clienti è vedere il caso risolto, e nulla più. Se tu possiedi una mente più acuta della mia, allora dirti tutto sarà più efficace.”
Tutto suonava piacevole, ma difficilmente si poteva pensare che in realtà, la diffidenza nei confronti di Ryuzaki cresceva in maniera sempre più pronunciata.
A cosa voleva arrivare? Pochi minuti fa aveva improvvisato una bugia, dichiarando che lui aveva pensato che lei fosse il killer tornato sulla scena del crimine, ma la teoria di Misora per la quale si era nascosto sotto al letto, sembrava di gran lunga più adatta della sua.
“In seguito potresti decidere se desideri darmi una qualunque tua informazione. Quindi, per cominciare c'è questo,” disse Ryuzaki, tirando fuori dalla tasca del suo jeans un pezzo di carta piegato. Lo porse a lei senza preoccuparsi di aprirlo. Misora lo prese e lo aprì dubbiosamente... era un cruciverba. Una griglia, e gli indizi in una scrittura minuscola. Misora intuì di cosa si trattasse.
“Questo è...”
“Oh? Tu ne sai qualcosa a riguardo?
“Uh, no... non direttamente...” lei balbettò, incerta su come reagire. Sembrava ovvio che questo fosse lo stesso gioco di parole che era stato mandato al LAPD da un ignoto mittente. Apparentemente, nessuno sapeva risolverlo, ma se tu fossi riuscito a risolverlo, ti avrebbe dato
l'indirizzo di questa casa. Presumibilmente era una sorta di avvertimento del killer alla polizia e alla società in generale. Una dichiarazione di guerra, qualcuno potrebbe dire.
A differenza di ciò che aveva detto L, parte di lei ignorava ancora la cosa, proprio come il
cruciverba, ma ora che poteva leggere gli indizi da sé, sembrava davvero difficile. Gli indizi sembravano così frustranti che la maggior parte delle persone si sarebbe arresa persino prima di provare a risolverne uno. Ma l'uomo di fronte a lei li aveva risolti tutti da solo?
“Sei sicuro che la risposta mostri questo indirizzo?”
“Sì. Sentiti libera di risolverlo a tuo piacimento se dubiti di me. Ad ogni modo, i killer che mandano avvertimenti generalmente sono in cerca di attenzione, presumendo che loro non abbiano degli scopi maggiori. Sia le Wara Ningyo sia le stanze chiuse sono aspetti del caso che si adattano a quel profilo. Quindi sembra ci sia un'ottima possibilità di che ci siano altri messaggi... o qualcosa di simile ad un messaggio, qualcosa lasciato sulla scena. Sei d'accordo, Misora?
“...”
Le stesse conclusioni di L.
Chi è quest'uomo?
Se lui ha semplicemente tratto le stesse conclusioni di L, lei potrebbe essersele lasciate scappare dalla conversazione che lui avrebbe sentito nascosto sotto il letto, ma effettivamente per lui avere una copia del cruciverba, una copia che solo qualcuno con me L potrebbe essere in grado di ottenere... il dubbio sull'identità di Ryuzaki stava diventando di importanza critica ancora una volta per lei.
“Scusami,” disse Ryuzaki, mettendo entrambi i piedi sul pavimento e dirigendosi, ancora curvo, verso la cucina - come se scivolasse via dalla stanza per dare a Misora il tempo di riprendersi. Aprì il frigorifero con un abile movimento, come se questa fosse casa sua, introdusse il suo braccio all'interno tirandone fuori un vaso - e poi si ritrasferì sul divano, lasciando la porta del frigorifero aperta. Sembrava essere un vaso di marmellata di fragole.
"Che ci fai con quella marmellata?!"
“Oh, questa è mia. L'ho portata con me e l'ho messa lì perché si mantenesse fredda. E' ora di pranzo.”
“Pranzo?”
Era sensato che non ci fosse cibo nel frigorifero di un uomo morto due settimane prima, ma il pranzo? Anche a Misora piaceva la marmellata, ma lei non vedeva del pane - e prima che il pensiero le passasse per la testa Ryuzaki aprì il coperchio, infilò la mano dentro, tirò su della
marmellata e cominciò a leccarla dalle sue dita.
“...”
Naomi Misora restò a bocca aperta.
Le parole le mancavano.
“...Mmm? Qualcosa a riguardo, Misora?”
“T-tu hai strane abitudini nel mangiare .”
“Davvero? Non la penso così.”
Ryuzaki tirò su un'altra mano piena di marmellata nella sua bocca.
“Quando ho cominciato a pensare, mi è venuta voglia di dolci. Se devo lavorare bene, la marmellata è essenziale. Lo zucchero fa bene al cervello.”
“Hunh...”
Misora era dell'opinione che il suo cervello necessitasse di più di una visita medica specializzata che dello zucchero, ma al momento, non aveva i nervi per dirlo. I suoi atteggiamenti gli ricordavano quelli dell'orsetto Pooh, ma Ryuzaki non era né giallo né adorabile, e ancora meno un orso incline a fare null'altro che un uomo alto con un'andatura trascinata pronunciata. Quando lui portò per la quarta volta la mano, piena di marmellata, alla bocca, cominciò a mettere le sue labbra direttamente sul bordo del vaso come se fosse una tazza di tè e ne bevve il contenuto rumorosamente. In un momento lui aveva consumato l'intero vaso.
“Scusa per il tempo.”
“Oh... non fa nulla.”
“Ho altra marmellata nel frigorifero, ne vuoi un po'?”
“N-no, grazie...”
Quel pasto fu come una tortura. Avrebbe rifiutato anche se stesse morendo di fame. Ogni fibra del suo corpo rifiutava Ryuzaki. Completamente. Misora non aveva mai avuto molta confidenza nel fingere di sorridere, ma stavolta mentre lo stava guardando era davvero convincente. Le persone possono morire anche quando sono terrificate.
“Okay,” disse Ryuzaki, leccando la marmellata dalle sue dita, senza dare segni di come avesse preso la sua reazione. “Bene, Misora, andiamo.”
“Andare? Andare dove?” chiese Misora, cercando disperatamente di trovare un modo di rifiutare con poca possibilità il suo tentativo di stringerle la mano.
“Ovviamente,” disse Ryuzaki. “a continuare la nostra investigazione della scena, Misora.”
A questo punto, Misora non era in grado di scegliere (arbitrariamente) il suo cammino per ciò che stava avvenendo. Lei poteva fisicamente cacciare Ryuzaki dalla casa di Believe Bridesmaid, e potremmo anche dire che facendo così avrebbe mostrato la reazione più ragionevole alla sua presenza, ma malgrado fosse molto, molto tentata a scegliere l'approccio ragionevole, Misora convinse la sua mente a farlo rimanere. Più di ogni cosa, la possibilità che lui avesse ascoltato la sua conversazione con L faceva di Ryuzaki un rischio, ma anche escludendo ciò lui era sospetto, sinistro, e aveva una copia del cruciverba, che abbracciava la situazione. Lei aveva bisogno di tenerlo sotto osservazione fino a quando non avesse avuto un'idea migliore su chi lui fosse. Certamente, chiunque sapeva di più riguardo la situazione, chiunque come me, poteva dire che questo era esattamente ciò che sperava Ryuzaki, esattamente quello che cercava di ottenere, ma sarebbe stato troppo chiedersi se Misora avesse realizzato ciò così presto. Dopotutto, molti anni dopo il Los Angeles BB Murder Cases, quando lei fu uccisa da Kira, Misora rimase convinta che non avrebbe mai incontrato L in persona, che lei aveva obbedito solo agli ordini della sua voce alterata attraverso lo schermo del suo computer. A seconda di come guardi la cosa, questa potrebbe essere stata una buona cosa per il mondo - se l'assassino Kira avesse conosciuto la profonda connessione tra Misora ed L, non l'avrebbe mai uccisa così velocemente. La vita di L era stata estesa solo di qualche anno, ma anche quello potrebbe essere grazie a Misora... nah, è inutile rifletterci su.
Tornando al punto.
Chiunque abbia letto Sherlock Holmes ricorderà la vivida descrizione del gran detective che balzava per la stanza scrutando attentamente ogni cosa con la sua lente d'ingrandimento. Un'ironica immagine che è così fermamente associata con i romanzi polizieschi antichi che non si è mai più visto un detective comportarsi in quel modo. Per quel motivo, il termine romanzo poliziesco non è più utilizzato - ora sono stati chiamati racconti del mistero o romanzi gialli. Nessuno vuole un detective che ora come ora deduca tutto - sarebbe molto più eccitante se loro semplicemente trovassero la verità. Il processo di deduzione richiede così tanto lavoro, e nessun vero genio ha bisogno di lavoro. Lo stesso vale per i ragazzi fumetto in Giappone, popolari in tutto il mondo. I libri più popolari hanno tutti eroi con eccezionali poteri. Così, una volta entrati nella camera da letto, Ryuzaki si abbassò bruscamente a quattro zampe, proprio come quando era emerso dal letto e quando cominciò a strisciare per tutta la stanza (anche se senza una lente d'ingrandimento), Misora rimase genuinamente sorpresa. Apparentemente l'esser stato sotto al letto non era l'unica ragione per la sua postura. Sembrò così abituato a stare a quattro zampe che parve pronto a scalare il muro attraverso il soffitto.
“Cosa stai aspettando, Misora? Unisciti a me!”
“!!”
Misora scosse la testa così velocemente da rimanere confusa.
Era al di sotto del suo orgoglio di donna. No, di essere umano - unirsi a lui l'avrebbe per sempre divisa da qualcosa di estremamente importante.
“Oh? Che peccato,” disse Ryuzaki apparentemente senza aver trovato qualcosa di fondamentale nel primo posto in cui aveva cercato. Agitò la testa tristemente e continuò a cercare per la stanza.
“M-ma Ryuzaki, non credo ci sia qualcosa lasciato qui da trovare. Voglio dire, la polizia ha già cercato molto accuratamente...”
“Ma la polizia ha sorvolato sul cruciverba. Non mi sorprenderebbe se avessero sorvolato su qualcos'altro qui.”
“Se la metti così... ma c'è così poco con cui lavorare. Desidererei avere un indizio su cosa suppongo stiamo cercando - la stanza è troppo vuota per mettere a soqquadro semplicemente le cose a caso. E la casa è troppo grande.”
“Un indizio...?” disse Ryuzaki, fermandosi a quasi a carponi. Poi lentamente morse l'unghia del suo pollice - così attentamente che sembrò riflettere, ma i movimenti erano così infantili da farlo sembrare ugualmente stupido. Misora non sapeva decidere chi ne sarebbe emerso vittorioso. “Cosa ne pensi, Misora? Quando sei entrata, hai pensato a qualcosa? Un'idea su qualcosa che potrebbe aiutarci a restringere il campo?”
“Beh... sì, ma...”
C'era una cosa - i tagli sul petto della vittima. Lei non si sentiva del tutto sicura di parlarne a Ryuzaki. Ma era anche vero che altrimenti non sarebbe arrivata a nulla... sia col caso, che con Ryuzaki. Possibilmente avrebbe dovuto testarlo, proprio come lui aveva osservato la sua reazione quando le aveva mostrato il cruciverba. Se avesse giocato bene le sue carte, avrebbe potuto capire se lui aveva ascoltato la sua conversazione al telefono da sotto il letto.
“Beh... Ryuzaki. Come ringraziamento per prima, per un completo scambio di informazioni... guarda questa fotografia.”
“Fotografia?” disse Ryuzaki, con una reazione così esagerata che qualcuno avrebbe potuto pensare che lui non avesse mai sentito quella parola prima. Lui si mosse verso lei... ancora a carponi, e senza preoccuparsi di girarle attorno. Essenzialmente si torse verso lei, uno spettacolo che avrebbe certamente fatto piangere un bambino.
“Un'immagine della vittima...” disse Misora, porgendogli la foto dell'autopsia.
Ryuzaki la prese, annuendo in maniera molto accentuata. O fingendo di annuire in quel modo. Per quanto riguardava il suo test - da questa apparente reazione, non riusciva a leggere assolutamente nulla.
“Ben fatto, Misora!”
“Sì?”
“Le notizie non menzionavano che il corpo era stato tagliato in questo modo, il che significa che questa fotografia arriva dai file della polizia. Sono impressionato che tua sia stata in grado di metterci le mani sopra. Ovviamente non sei un detective ordinario.”
“...Quindi tu come hai ottenuto il cruciverba, Ryuzaki?”
“Sarebbe mio dovere tenerlo segreto.”
Il suo tentativo fu spazzato via così facilmente. Tardivamente lei desiderò che le fosse permesso di negargli di avere un segreto, che non gli avesse mai insegnato per prima il concetto. Lei era anche molto sicura del fatto che la cosa non aveva senso grammaticalmente.
“Ad ogni modo non ti chiederò come hai ottenuto questa foto, Misora. Ma in che modo è relazionata alla tua idea?”
“Sì, bene... Io immagino che il messaggio potrebbe essere qualcosa che non è più nella stanza, ma era nella stanza in quel momento. E la cosa più ovvia che poteva essere qui, ma non c'è...”
“E' il proprietario della stanza, Believe Bridesmaid. Geniale.”
“E se tu guardi l'immagine proprio da quest'angolazione... i tagli non ti sembrano delle lettere? Immagino che potrebbero essere una sorta di messaggio...”
“Oh?” disse Ryuzaki, tenendo l'immagine perfettamente dritta mentre ne muoveva attorno la sua testa a scatti. Non c'erano ossa solide nel suo collo? Si muoveva come un contorsionista. Misora sentì l'urgenza di guardare altrove.
“No, non lettere...”
“No?... Io pensavo di averne trovate e lette parecchie...”
“No, no, Misora, non sto completamente cancellando la tua idea, solo una parte. Queste non sono lettere, ma numeri romani.”
“...”
Oh.
Giusto, numeri romani, gli stessi che lei vedeva su orologi e cose varie ogni giorno—V e I, ovviamente, e C, M, D, X, e L... avrebbe dovuto immaginarlo quando aveva visto le tre I l'una vicina all'altra—non erano tre I, ma III. Ma ma c'era una L proprio dopo di esse, e lei l'aveva collegato con il nome del detective, distraendosi. “I è uno, II è due, III è tre, IV, è quattro, V è cinque, VI è sei, VII è sette, VIII è otto, IX è nove, X è
dieci, L è cinquanta, C è cento, D è cinquecento, M è mille. Quindi questi tagli potrebbero essere letti come 16, 59, 1423, 159, 13, 7, 582, 724, 1001, 40, 51 e 31,” disse Ryuzaki, leggendo i
complicati numeri senza un secondo di pausa. Era bravo con i numeri romani, o la sua mente lavorava davvero così velocemente? “E' solo una fotografia, quindi potrei non leggerli correttamente, ma c'è l'ottanta percento di possibilità che non mi sbagli.”
“Percento?”
“Comunque, ho paura che non cambi la situazione. Senza sapere cosa presuppongono quei numeri, potrebbe essere dannoso presumere che quello sia un messaggio del killer. Magari potrebbe essere semplicemente un depistaggio.”
“...Scusami, Ryuzaki,” disse Misora, facendo un passo indietro.
“Per cosa?”
“Devo rifarmi il trucco.”
Senza aspettare risposta, Misora lasciò la stanza e salì per le scale, puntando al secondo (non il primo) bagno. Chiuse la porta dall'interno e prese il suo cellulare. Esitò per un momento, poi chiamò L. Sul numero della quinta linea. Ci fu un breve bip seguito da un rumore di codifica di segnale, e poi finalmente si connesse.
“Che c'è, Naomi Misora?”
La voce artificiale.
L.
Abbassando la voce e nascondendo la bocca dietro la sua mano, Misora disse, “Ho qualcosa da riferire”.
“Progressi col caso? Un lavoro davvero veloce.”
“No... beh, un po'. Potrei essermi imbattuta nel messaggio del killer.”
“Magnifico.”
“Ma non è questo il punto. Come posso dire... una specie di... misterioso detective privato...”
Un misterioso detective privato.
L'espressione quasi la faceva ridere.
“...è apparso.”
“Capisco,” disse la voce artificiale, e cadde il silenzio.
Era uno sconfortante silenzio per Misora - dopotutto, lei aveva preso la decisione di mostrare a Ryuzaki l'immagine tentando di testarlo. Quando L non disse nulla, Misora continuò a spiegare cosa Ryuzaki aveva detto riguardo la foto dell'autopsia. E che lui aveva una copia del cruciverba. Questa parte di informazione creò una reazione in L, ma dal momento che si trattava di una voce sintetica, lei non poté leggere l'emozione dietro essa.
“Che dovrei fare? Francamente, penso sia pericoloso togliergli gli occhi di dosso.”
“Era figo?”
“Hunh?”
La domanda di L fu completamente fuori luogo, e lui si spinse a chiederlo un secondo prima che Misora rispondesse, ancora incapace di capire dove voleva arrivare.
“No, assolutamente no,” disse lei, con onestà. “Raccapricciante e patetico, e così sospettoso che se non fossi in congedo, lo avrei arrestato nel momento in cui gli ho messo gli occhi addosso. Se noi dividessimo il mondo tra chi sarebbe meglio morissero e chi no, non avrei dubbi che lui sarebbe tra i primi. Una tale anormalità che mi stupisce non si sia ucciso da solo.”
“...”
Non ci fu risposta.
Che era successo?
“Quindi Naomi Misora, le tue istruzioni.”
“Sì?”
“Immagino che tu stia pensando più o meno ciò che penso io, ma lascia fare a questo detective privato ciò che vuole per il momento. In parte perché è pericoloso lasciarlo fuori dal tuo mirino, ma ancora più importante perché è importante osservare le sue azioni. Credo che i meriti per le
deduzioni riguardo la foto dell'autopsia appartengano più a te che a lui, ma lui non è di certo una persona ordinaria.”
“Sono d'accordo.”
“È vicino a te?”
“No, sono sola. Sto chiamando dal bagno, in cima alle scale sul retro della casa, lontano dalla camera da letto.”
“Torna presto da lui. Io indagherò sul suo conto, e proverò a scoprire se un detective di nome Ryuzaki è stato realmente ingaggiato dai genitori di Believe Bridesmaid.”
“Okay.”
“Puoi usare la stessa linea la prossima volta che chiami.”
E riagganciò.
Misora chiuse il telefono con un colpo secco. Doveva tornare presto indietro, così lui non avrebbe avuto sospetti, ma l'aveva lasciato solo con un tempismo piuttosto strano, pensò lei, lasciando il bagno.
Ryuzaki era lì proprio davanti alla porta.
“Eek...!”
“Misora. Così eri qui?”
Non era a quattro zampe, ma Misora sobbalzò ugualmente. Da quanto tempo era lì?
“Dopo che hai lasciato la stanza, ho scoperto qualcosa di interessante, e non sono riuscito ad aspettare. Così sono venuto a cercarti. Hai appena finito?”
“S-sì...”
“Da questa parte.”
Lui si trascinò via, ancora curvo, verso le scale. Ancora scossa, Misora lo seguì. Aveva ascoltato attraverso la porta? Questa domanda la torturava. Aveva scoperto qualcosa di interessante? Quella poteva essere la chiave di svolta... lei aveva tenuto la sua voce così bassa che in nessun modo lui avrebbe potuto sentirla, ma comunque sia, deve averci certamente provato. Il che significa...
“Oh, Misora...” disse Ryuzaki, senza girarsi.
“S-sì?”
“Perché non ho sentito lo sciacquone prima che tu lasciassi la stanza?”
“...E' alquanto rude chiedere ad una ragazza una cosa come questa, Ryuzaki,” tentò di rispondere Misora, contraendo leggermente il viso a suo sfavore. Ryuzaki non sembrò toccato.
“E' così? Tuttavia... se dimentichi di tirare lo scarico, non è troppo tardi. Puoi ancora tornare indietro. I sessi sono uguali quando accorre il bisogno sanitario.”
“...”
Che orribile modo di esprimere la cosa.
In qualunque modo la si volesse esprimere.
“Ero al telefono. Un semplice controllo con il mio cliente. Ma non volevo sentissi nulla a riguardo.”
“Oh? Ma in qualunque caso, da ora, mi raccomando di tirare lo sciacquone. Risulta un ottimo camuffamento.”
“Suppongo lo sia.”
Raggiunsero la camera da letto. Ryuzaki si abbassò a gattoni e varcò la soglia. Più che un metodo d'investigazione su modello di Sherlock Holmes, sembrava una sorta di rito religioso.
“Proprio qui.”
Ryuzaki attraversò il tappeto verso la libreria. La libreria di Believe Bridesmaid, con cinquantasette libri ermeticamente incastrati. Era il primo posto in cui Misora aveva cercato dopo aver parlato con L.
“Hai detto di aver trovato qualcosa di nuovo?”
“Sì. Qualcosa di nuovo - no, permettiamoci di essere sfacciati. Ho scoperto un fatto importante.”
“...”
Il suo tentativo di suonare figo la infastidì.
Lei lo ignorò.
“Quindi tu hai trovato un qualche genere di indizio nella libreria, giusto?”
“Guarda qui,” disse Ryuzaki, puntando alla destra del secondo scaffale sul fondo. C'era una collezione di undici volumi di un famoso fumetto giapponese chiamato Akazukin Chacha.
“...quindi?”
“Adoro questo manga.”
“Ah si?”
“Già.”
“...”
Come si supponeva dovesse rispondere? In diretto contrasto con coi suoi desideri, lei sentì la propria espressione attenuarsi, senza alcun tentativo di sondare la sua lotta interiore. Ryuzaki continuò.
“Tu sei nikkei [Emigrati giapponesi e loro discendenti che hanno creato comunità in tutto il mondo, n.d.a.], giusto?”
“Nikkei...? I miei genitori sono entrambi giapponesi. Il mio passaporto è americano ora, ma io ho vissuto in Giappone fino alle scuole superiori...”
“Quindi devi conoscere questo manga. La creazione del leggendario maestro Min Ayahana. Io ho letto ogni uscita mai realizzata. Shiine è così adorabile! L'anime mi piace tanto quanto il manga. Amore, coraggio e speranza - sacralità!”
“Ryuzaki, hai ancora intenzione di continuare? Se è così, posso aspettare in un'altra stanza...”
“Perché dovresti farlo mentre ti parlo?”
“Er, um...voglio dire, mi piace Akazukin Chacha. Ho guardato l'anime. Ho provato amore, coraggio, speranza e sacralità.”
Lei desiderava informarlo esattamente di quanto poco gli interessasse il suo hobby, ma dubitava che il detective privato fosse in grado di comprendere una critica così diretta. Discutibile quanto Ryuzaki stesso.
O stava esagerando?
“Bene. Noi potremmo discutere del piacere offerto dall'anime nel dettaglio in qualche altra occasione, ma per ora guarda qui.”
“Hunh...” disse Misora, osservando ubbidiente i volumi di Akazukin Chacha sullo scaffale.
“Noti nulla?”
“Nulla in realtà...”
Era solo un gruppo di fumetti. Al massimo potevano indicare che Believe Bridesmaid era pratico di giapponese, e gli piacevano i manga... ma c'erano tante persone alle quali piaceva in America. Leggere l'originale giapponese invece della versione tradotta non era tremendamente inusuale dopotutto. Con l'avvento dell'acquisto in Internet, è diventato estremamente semplice ottenerli.
Gli occhi bordati di nero di Ryuzaki rimasero immobili a fissarla. Sconfortata, Misora evitò il suo sguardo, controllando ogni volume singolarmente. Ma anche dopo che aveva finito di controllarli, lei non aveva trovato nulla che la incuriosisse o qualcosa di simile ad un indizio.
“Non vedo nulla... qualche idea riguardo quei fumetti?”
“No.”
“...Hunh?” C'era più che un accenno di rabbia nella sua voce.
Non le piaceva essere presa in giro.
“No? Cosa intendi dire...”
“Nessuno di quelli,” disse Ryuzaki. “Qualcosa che dovrebbe essere qui, ma che non c'è. Misora, tu sei la prima che ha immaginato ciò - ogni messaggio del killer è indicato dall'assenza di qualcosa che dovrebbe esserci. Tu sei la prima che ha immaginato che questo dovrebbe riferirsi al corpo di Believe Bridesmaid. Non credo di dovertelo spiegare - guarda attentamente, Misora. Non ci sono tutti. I volumi quattro e nove mancano.”
“Eh?”
“Akazukin Chacha è composto da tredici volumi. Non undici.”
Misora guardò di nuovo verso i libri, e i numeri erano uno, due, da tre si passava a cinque, sei, sette e da otto direttamente a dieci. Se Ryuzaki aveva ragione, e c'erano tredici volumi in tutto, allora due mancavano - i volumi quattro e nove.
“Hmm... bene. Ma... Ryuzaki, quindi? Vuoi dire che il killer avrebbe portato quei due volumi con sé? E' certamente una possibilità, ma si potrebbe ugualmente considerare che li abbia smarriti. Forse il killer aveva pianificato di leggerli per primi. Non tutti leggono i manga in ordine, lo sai. Cioè, guarda, c'è anche la serie interrotta di Dickwood, quassù...”
“Impossibile,” disse Ryuzaki, con fermezza. “Nessuno sulla terra salterebbe mai due volumi nel mezzo di Akazukin Chacha. Sono assolutamente sicuro che questa cosa passerebbe sotto giudizio penale.”
“...”
Quest'uomo è mai stato da un giudice?
“O almeno ci finirebbe se i membri della giuria conoscessero qualcosa riguardo i fumetti giapponesi.”
“Che giuria imparziale.”
“Il killer li ha ovviamente portati con sé,” disse Ryuzaki, ignorandola palesemente.
Misora non era della stessa idea. I suoi piedi era saldamente ancorati su un piano realistico.
“Ma non hai prove di tutto ciò, Ryuzaki. E' ugualmente possibile che lui li abbia solo prestati ad un amico.
“Akazukin Chacha?! Tu non lo presteresti mai neanche ai tuoi genitori! Gli diresti di comprarsene uno loro! L'unica spiegazione possibile è che il killer li abbia portati via!” Ryuzaki insisté, con molta fermezza.
Non si fermò lì.
“Per di più, nessuno sulla terra vorrebbe leggere solo i volumi quattro e nove - ci scommetterei la
mia marmellata!”
“Se ti stai riferendo alla marmellata che hai mangiato prima, un vaso di quelli si vende per soli cinque dollari.”
Il maestro Min Ayahana non sarebbe stato d'accordo.
“Ne consegue, Misora, che quando il killer ha rimosso quei due volumi dalla stanza, aveva qualche altra ragione essenzialmente non correlata ai manga stessi per fare ciò.”
“...Dal momento che è vero che quei due volumi mancano, ignorando la logica e la possibilità per il momento e proseguendo per questa ipotesi... è ancora strano, no? Voglio dire, Ryuzaki, questa
libreria...”
Era piena. Così strettamente che rimuovere un libro da li sarebbe stato parecchio difficile. Se lui avesse davvero rimosso due volumi del manga, allora ci dovrebbe essere un po' di spazio... o
aspetta...
“Ryuzaki. Sai quante pagine ci sono nei volumi quattro e nove di Akazukin Chacha?”
“Sì. 192 e 184 pagine.”
“...”
Lei non si aspettava che lui conoscesse la risposta... ma 192 più 184 faceva 376 pagine. Misora diede un'occhiata allo scaffale, cercando tra quei cinquantasette libri un volume dello stesso spessore delle 376 pagine del manga. Non ci volle molto. C'era solo un libro di quello spessore sullo scaffale - Rilassamento Insufficiente di Permit Winter. Quando lo prese dalla scrivania, infatti, risultò essere esattamente 376 pagine.
“...”
Speranzosa, Misora, girò tra le pagine, ma non vide nulla di particolarmente interessante.
“Cos'è Misora?”
“Oh... ho immaginato che se il killer avesse messo un libro sullo scaffale per rimpiazzare i due che aveva preso, e se quel libro fosse stato il vero messaggio...”
Presumiamo che sia stato realmente Believe Bridesmaid a sistemare attentamente i suoi libri per riempire con precisione lo scaffale. Sarebbe dovuta essere una cosa più a casaccio, e il killer avrebbe arbitrariamente riempito lo spazio con libri presi da un'altra stanza - e continuando per questa ipotesi prima di tutto non ci sarebbe stato quest'altro libro se Akazukin Chacha effettivamente non fosse appartenuto a Believe Bridesmaid. Con la mancanza di segnalibri, potrebbe essere tutto parte di un messaggio del killer - ma se anche così fosse? Se era così, aveva reso la comprensione del messaggio in maniera piuttosto convincente. Ma se non ci fosse stato nulla di insolito riguardo i libri stessi, poi l'intera teoria sarebbe stata da accantonare. Non era nulla più che una vana fantasia.
“Un'idea niente male. No, meglio, una buona idea - nient'altro avrebbe senso,” disse Ryuzaki,
allungandosi verso Misora.
Per un momento pensò che lui volesse stringerle la mano, e si fece prendere dal panico, ma poi realizzò che lui voleva solo Rilassamento Insufficiente. Glielo porse. Ryuzaki lo strappò dalla sua stretta con le dita indice e il pollice, e cominciò a leggere. Lesse velocemente - attraverso tutte e 376 pagine con velocità impressionante. Ci mise meno di cinque minuti a leggere l'intero libro. Misora era tentata dal fargli leggere Natsuhiko Kyogoku.
“Capisco!”
“Eh? Hai trovato qualcosa?”
“No. Non c'è assolutamente niente qui. Non guardarmi così. Lo giuro, non sto scherzando. Questo è semplicemente un normale romanzo d'intrattenimento, non un messaggio, o neppure una metafora come le Wara Ningyo. E di certo, non c'erano lettere di alcun genere nascoste tra le pagine, o un qualunque scarabocchio sui margini.”
“I margini?”
“Sì, non c'era nulla ai margini se non i numeri delle pagine.”
“Numeri delle pagine?” gli fece eco Misora. Numeri delle pagine... numeri? Numeri, come... i
numeri romani? “Ryuzaki, presumendo che quei tagli sul petto della vittima fossero numeri romani, quali erano?”
“16, 59, 1423, 159, 13, 7, 582, 724, 1001, 40, 51 e 31.”
Buona memoria. Non aveva avuto bisogno di guardare nuovamente la foto. Quasi una memoria  fotografica - prima i numeri delle pagine dei manga e ora questo.
“Quindi?”
“Stavo giusto immaginando se loro potevano indicare le pagine di questo libro, ma... due di quei numeri sono a quattro cifre. Il libro è grande solo 376 pagine. Gli altri non c'entrano.”
“Sì... no, Misora, e se si ripartisse? Ad esempio, 476 potrebbe esser visto come 376 più un centinaio, indicando la pagina 100.”
“...Cosa significherebbe?”
“Non lo so. Ma proviamoci...16 è facile, pagina 16. 59, 1423, 159, 13, 7, 582, 724, 1001, 40, 51, 31...”
Lui strinse i suoi occhi bordati di nero.
Senza neanche guardare il libro. Seriamente? Nonostante la velocità con la quale aveva letto, aveva memorizzato l'intero contenuto perfettamente? Era possibile? Poteva farlo davvero? In ogni caso, Misora poteva solo star lì e aspettare.
“...Capisco.”
“Che non c'è niente lì?”
“No... c'è qualcosa. Qualcosa di molto specifico, Misora.”
Ryuzaki restituì Rilassamento Insufficiente a Misora. “Aprilo a pagina 16,” disse lui.
“Okay.”
“Qual è la prima parola sulla pagina?”
“Quadratic.”
“La prossima pagina è 59. La prima parola della pagina?”
“Ukulele.”
“La prossima è 259. 1423 completa il libro tre volte, e termina sulla pagina 259 al quarto giro. La prima parola è?”
“Tenacious.”
Continuarono. 159 era 159, 13 era 13, 7 era 7, 582 era pagina 206, 725 era pagina 348, 1001 era pagina 249, 40 era pagina 40, 51 era 51 e 31 era pagina 31 e su ogni pagina, Misora lesse la prima parola. In ordine: “rabble,” “table,” “egg,” “arbiter,” “equable,” “thud,” “effect,” “elsewhere,” e “name.”
“Quindi.”
“Quindi... cosa?”
“Prendi la prima lettera da ogni parola.”
“La prima lettera? Um...”
Misora tornò di nuovo tra le pagine. Lei non aveva cattiva memoria, ma non era in grado di ricordare venti parole in un colpo. Almeno, non senza essere avvisata di doverlo fare.
“Q-U-T-R-T-E-A-E-T-E-E-N... qutr tea teen? Cosa?” “Molto simile al nome della seconda vittima. La ragazza di tredici anni, non credi?
“Immagino che...”
La seconda vittima. La ragazza di tredici anni.
Quarter Queen.
“C'è una vaga rassomiglianza... Quarter Queen... solo quattro lettere sono differenti.”
“Sì. Comunque...” disse Ryuzaki, riluttante. “Quattro lettere su dodici sono troppe. Un terzo di quelle sono sbagliate. Se anche una lettera fosse differente, l'intera teoria cadrebbe. Se non corrisponde perfettamente non ha senso chiamarlo messaggio. Penso ci dovrebbe essere qualcosa lì, ma potrebbe essere solo una coincidenza....”
“Ma... per essere una coincidenza...”
Era così ovvia.
Come poteva essere?
Doveva essere intenzionale.
Intenzionale... o anormale.
“Ancora, Misora.. .se non corrisponde, non corrisponde. C'è poco da fare, ma...”
“No, Ryuzaki. Pensaci. Tutti e quattro i numeri sbagliati corrispondono con i numeri oltre il 376. Sono tutti numeri che noi abbiamo aggirato.”
Lei sfogliò le pagine, e al quarto giro... “Non dobbiamo usare la prima lettera, ma la quarta lettera. Non T, ma A. E con 582, e 'arbiter,' una volta rigirato il libro, al secondo giro ci dà R invece di A. Si trasforma quindi da Qutrtea a Quarter.”
Con la stessa logica, “equable,” numero 724, ancora una volta, al secondo giro, la seconda lettera: Q. E con 1001 e “thud” - non T, ma U. Che trasforma Eteen in Queen. Quarter Queen.
L aveva ragione.
Il killer aveva lasciato un messaggio.
I tagli sul corpo, i due libri mancanti - il killer aveva lasciato un messaggio. Proprio come il cruciverba che aveva mandato alla polizia, un messaggio descrivente la sua prossima vittima...
“Bel lavoro, Misora,” disse Ryuzaki, placido. “Ottima deduzione. Io non ci avrei mai pensato.”

Another Note - Il serial killer di Los AngelesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora