!¡Tw: riferimento ad ansia sociale, stress, riferimento al sangue e riferimento ad autolesionismo¡!
Felix//
Guardai le giostre davanti a me, umide, fredde e ricoperte da neve.
Era notte fonda, circa le 03:15AM e nella città di Seoul faceva un freddo cane, da quando ero uscito erano più o meno -5°, roba da pazzi vero?
Non ero uscito esattamente per patire il freddo e ne tanto meno per guardare il vuoto più buio di quel parchetto, ma perché lei aveva aperto nuovamente la sua caccia in cui io ero la preda, la sua preda.
Ero stanco, non riuscivo a dormire per colpa degli incubi e al momento volevo solo mandare in culo tutto e lasciarmi tutto alle spalle.
Minho era a casa e fortunatamente non sapeva che io ero qua, al gelo; e se lo venisse a sapere mi sgriderebbe come un padre.
Guardai il cellulare dove sul display apparivano dieci chiamate perse da quella donna, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo.
Bloccarla?
Si, ma sono una testa di cazzo, verrei inghiottito dai sensi di colpa e dalle paranoie, è comunque mia madre. Forse non dovrei neanche definirla così ormai, ma i ricordi più belli di lei mi fanno sperare in qualcosa che non c'è, che non ci sarà.
Questi pensieri vagavano nella mia mente da molto tempo, da troppo.Guardai le mie braccia, segnate da vecchie e sagge cicatrici che facevano da compagne a quelle giovani e innocenti, non ancora cicatrici ma ferite, c'è tanta differenza.
Ebbi un senso di disgusto, di disprezzo verso di esse, verso di me ed il perché erano proprio lì, a segnare il mio corpo, soprattutto la mia anima, marcia e stanca.
Nessuno mai si era accorto di queste e nessuno mai doveva accorgersene, non volevo che qualcuno se ne accorgesse.Eppure... Eppure c'era qualcuno che aveva visto il vero me, Lee Felix. Non si era fatto indietro, non mi aveva lasciato come mi aveva trovato. Era spaventato e in sottopressione, ma mi aveva accolto, aveva tolto dalle mie grinfie ciò che mi causava dolore fisico, mi aveva tolto la morte dalle mani.
Mi aveva ripulito il sangue secco facendo si che le ferite si potessero chiudere, per poi diventare complici della mia vita.
Qualcuno se ne è preso la responsabilità, la responsabilità di prendersene cura, di accarezzarle e di onorarle. Il modo in cui le sfiorava, come le guardava, l'attenzione di non fare del male, come se già non facessero male. E porca puttana, quella fottuta responsabilità non era neanche sua.
Il sorriso che mi ha rivolto l'ultima volta che l'ho visto, gli occhi stanchi e la voglia di crollare mi hanno fatto capire quanto lui avesse bisogno che qualcuno accarezzasse, sfiorasse, curasse quelle sue ferite che non poteva guarire da solo. Non chiedeva aiuto, lui non urlava come me, lui stava in silenzio mentre guardava tutti, mentre esaminava con il suo sguardo stanco e socchiuso.
Avrei tanto voluto tendergli la mia mano, solo per fargli sentire che ero lì, che ero predisposto ad aiutarlo.
Avesse anche rifiutato, cosa più che ovvia, sarei stato lì, senza promesse, senza giurare, sarei stato lì, in silenzio."È freddo qua fuori... Dovresti coprirti di più"
Sobbalzai all'udire quella voce così fredda e distaccata, mi girai intorno, notando poi una figura vestita completamente in nero poco distante dalla panchina in marmo bianco in cui mi ero accovacciato.
Era una figura semi illuminata dalla luce fioca e ovatta del lampione, ma riconobbi subito quei lineamenti da mozzare il fiato.
Si avvicinò a me, guardandomi dall'alto con sguardo che mi penetrava nell'anima, quegli occhi così scuri e vuoti mi mettevano in soggezione e in difficoltà ogni volta che incontravano i miei di occhi.
Notai che tra le mani aveva i manici di un passeggino, dove un bimbo di qualche mese mi guardava curioso e con occhi pimpanti. Notai che quest'ultimo aveva un giacchettino celeste pastello con il cappuccio imbottito di pail, alle orecchie invece aveva le tipiche cuffie pelosette che si mettono ai bimbi per proteggere le orecchie dal freddo.
Notai che assomigliava mostruosamente a Hyunjin, bastava prendere quest'ultimo e togliergli tutti i capelli dalla testa.
Non so come mai, ma guardando quel bambino abbassai di scatto la manica del bomber bianco, coprendo così il mio polso.
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our problems !¡Hyunlix¡! [IN PAUSA]
De Todo"... perché?" "Mh?" [...] "Perché non ti lasci aiutare?" "Io sto bene..." "Anche io sto bene... Eppure sto morendo lentamente" // Questa storia non è assolutamente per sessualizzare i personaggi che sono all'interno di essa ed anzi, essi non hanno n...