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¡!Tw: ansia sociale, abusi fisici, riferimento ad autolesionismo e sangue¡!

"Shh, Minjun"
Era da una buona mezz'ora che piangeva per via delle coliche al pancino e anche con le tecniche che usava mia madre -non che primo mese della nascita di Min- in queste situazioni, ma nulla sembrava funzionare.
Guardai lo schermo della televisione che stava a indicare trenta minuti alle due, ciò stava a significare che tra una mezz'ora sarebbe tornato a casa Niki.
Quel giorno stetti a casa per stare insieme a Minjun, nonché mio fratello di cinque splendidi mesi. Quella peste aveva i capelli mori come quelli che un tempo aveva mio padre, ma i suoi occhi erano verdi come quelli di mamma, grandi e lucenti.
Decisi di preparare già da quel momento il pranzo per noi tre, dato che appa quel giorno doveva lavorare e sarebbe tornato a notte fonda, dato che alcuni dei suoi colleghi erano assenti per influenza o qualche malore.
"Min... Devo fare il pranzo, tra poco torna Niki Hyung"
Lo staccai dalle mie clavicole guardandolo poi negli occhi. Iniziò a ridere mentre poggiò le manine sulle mie labbra, cercando di infilarle nella bocca. "Sei uguale alla mamma... Cazzarola"
Forse per abitudine, forse perché fino all'età di dieci anni mia mamma lo faceva con me e mai pensato che potessi fare la stessa cosa dato che alla mia età minore per me era abbastanza disgustoso e strano, ma gli detti un bacio delicato sulle labbra piccole e umide di quel marmocchio, facendolo ridere nel giro di pochi secondi.

(…)

"Niki vai ad aprire perfavore?"
Urlai da camera sentendo che suonarono al campanello di casa e, dato che il minore si trovava in salotto e che non avevo voglia di andare al piano di sotto, feci aprire a lui.
Poco dopo lo vidi entrare in camera mia con sguardo basso.
"Hyunjin... È un ragazzo..."
Mi paralizzai sul colpo, solo al sentire che qualche sconosciuto era venuto a bussare alla mia porta, nonché un perfetto sconosciuto per lui.
Iniziai a sudare a freddo e sentii la nausea salirmi alla gola, ciò face spaventare Niki ancora sullo stipite della porta "Hyun gli dico che stai male e non puoi scendere..."
Face per girarsi, ma non so con quale coraggio lo superai con le mani fradice e con la tachicardia a mille, il costato faceva su e giù freneticamente per il fiato corto e velocizzato.
Arrivai alla porta ancora aperta, dove un ragazzo vestito completamente in nero mi sorrise amichevolmente.
"Hey amico... Woo, stai bene? Sembri sudato..."
Mi dette una pacca sulla spalla mentre rideva, mentre la mia anima stava sprofondando e cazzo se mi sentivo morire in quel momento, sentii una vampata di caldo alle guance.
"N-nono, è-è solo che è c-caldo in camera m-mia e-e..."

"Ehy, non ti mangio mica, so di essere grosso, ma non mordo giuro" mi sorrise dolcemente mentre si appoggiò alla porta con la mano.
"S-scusa..."
"Macché, è tutto nella norma tranquillo... Comunque, sono passato di qui per chiederti se questa sera vieni con noi ad una festa qua nel vicinato, l'ultima casa nonché la mie eheh..."
Si grattò la nuca mentre rideva quasi imbarazzato, sorrisi timidamente anche io mentre lo guardavo impacciato.
Sembrava scortese davvero declinare l'invito, era stato così tenero con me non mettendomi tropo peso, ma solo l'idea mi faceva svenire.
"I-io non lo so... È d-difficile parlare c-così  a t-te per me... Figurati p-per una festa"
Abbassai la testa prima di prendere un bel respiro.
"Se non avrò nessun impegno ci sarò"
Dissi ciò tutto in un fiato sorridendo debolmente, prima di chiamarmi leggermente.
"Oh allora ti aspetterò... Comunque piacere, sono Christopher, chiamami Chan"
Detto ciò, si allontanò con sorriso prima di farmi parlare, facendomi rimanere di stucco.
"Hyunjin..."
Sussurrai prima di entrare in casa, dove mi aspettava Niki al piano di sopra.

(…)

-

//Felix//
"Bok devi riprendere la tua vita in mano"
La testa viola mi prese delicatamente in braccio facendomi spaventare per qualche secondo.
Mi pose davanti allo specchio, cercando subito dopo qualcosa nel mio armadio dalle ante scorrevoli.
"Col cazzo che vengo alla festa, non è serata..."
Abbassai la testa tornando nel mio soffice letto, guardandomi poco dopo i polsi coperti dalle felpa bianca, Minho si girò guardandomi poi preoccupato "Felix..."
Si inginocchiò davanti a me come si fa ad i bambini piccoli, mi guardò negli occhi con le sopracciglia aggrottate "la mamma?"
Minho era mio fratello, avevamo lo stesso padre ma le madri differenti anche se da quando la sua morì per un incidente quando aveva circa dieci anni nemmeno, mia madre decise di adottarlo e da lì l'ha sempre chiamata mamma, proprio come me. Lui a differenza mia era andato via di casa dopo aver finito gli studi e aver trovato un lavoro stabile, aveva ventitré anni e  quindi se lo poteva permettere.
Annuii alla sua domanda, facendo scendere qualche lacrima fuggitiva.
"No Lix" mi alzò e mi abbracciò forte facendomi appoggiate il viso alla sua spalla per farmi sfogare, stando zitto, sentivo che tratteneva il respiro di tanto in tanto, ciò significava che si tratteneva dal piangere.
Lo strinsi forte in cerca di quel calore di cui avevo bisogno, di cui in quel momento ne dipendevo come se fosse stato ossigeno.
"Oh Min..."
Cercai di parlare ma le parole mi morivano in gola, non riuscendo a pronunciare nulla, soltanto singhiozzi che stavano esprimendo il mio dolore.

"Felix! Vieni giù adesso!"
Mi staccai di colpo dal ragazzo guardandolo negli occhi, ci un contatto visivo da parte sua abbastanza spaventato "non ci andare"
Mi guardò serio mentre io indietreggiando ricomponendomi, cercando di non fare vedere il pianto anche se gli occhi ingannavano, le guance arrossate pure, ma mi asciugai le lacrime e mi sistemai i capelli.
"Devo..."
"No resta qua, troveremo una soluzione!"
Sussurrò muovendo le mani in continuazione.
"La mamma non sa che sei qui e non lo deve sapere... Solo stai qua in silenzio e aspettami e non muoverti... Starò bene"
Gli sorrisi prima di aprire la porta, alle mie spalle, lasciando Minho agitato e tremante sedersi per terra.

(…)

-

//Minho//
Era ormai una buona mezz'ora che giravo avanti e indietro per quella camera di due metri quadrati, Felix era sempre di sotto e io non mi azzardavo a scendere anche se la voglia era tanta, non sentivo nessuna parola, nessun suono che proveniva dalla sua bocca, soltanto e solo la voce della madre rimbombava in quelle mura.
Lasciai casa compiuti i miei venti, avevo un lavoro che prometteva e pagava bene, avevo trovato casa e così decisi di lasciare Felix nella mani di mia madre.
Eomma a quel tempo era una donna come le altre, ecco si magari qualche volta i ricordi le riaffioravano nella mente mandandola in uno stato di crisi, ma era leggero, durava si o no qualche ora, poi tornava ad essere la donna che i suoi figli amavano.
Una donna dall'animo gentile che ne aveva passate tante ed era vero, ma sorrideva, andava avanti con la testa alta e con sorriso, andava per la sua strada, tenendo per mano me e Felix.
Ma quando quasi due anni fa, quando Felix mi chiamò in lacrime dicendomi che la mamma era andata fuori di testa, regolarmente andavo da lui quando lei non c'era, anche se sapeva che tornavo, non proferiva parola.
La situazione non era come quella attuale, mamma era più calma e non picchiava così tanto Felix, ma la situazione è peggiorata con gli anni.
Precedentemente non potevo portare Felix con me perché non avevo abbastanza soldi per mantenere due persone e perché Felix aveva sedici anni e non poteva andare a lavorare per almeno guadagnare qualche risparmio, ma adesso avrei fatto ogni cosa per tenerlo al sicuro.

Ormai rassegnato decisi di aprire la porta, scendendo poi non sentendo più nulla.
Percorsi tutte le scale in legno, cercando di fare meno casino possibile.
"Mi fai schifo, assomigli a tuo padre e guardati... Non reggi più nulla. Sai soltanto andare dagli altri ragazzi a cercare i loro cazzi... Sei soltanto una cazzo di delusione per me"
Non appena mi affacciai alla sala, vidi Felix per terra ricoperto da una pozza di sangue, con i vestiti strappati, con respiro affannato e con i vestiti strappati da tutte le parti.
"Eomma cosa?"
Guardai Felix con gli occhi lucidi, per poi avvicinarmi lentamente alla sua figura, guardando però mia madre con gli occhi della delusione.
"Oh Minho caro... Quanto tempo..."
Sorrise calorosamente prima di guardare Felix come se non fosse nulla "tesoro, se vuoi puoi tornare da noi... Almeno vediamo se a Felix farà voglia di finire il suo teatrino della depressione..."
La guardai di stucco sbattendo gli occhi un par di volte cercando le parole giuste, ancora non riuscivo a metabolizzare ciò che mi si era presentato davanti agli occhi, il mio corpo tremava tutto. "Mamma non..."
"Tuo fratello sta diventando uno schifo, magari tu gli farai bene"
Sentii i respiri di mio fratello farsi sempre più profondi, ciò voleva dire che gli mancava l'aria, di conseguenza sarebbe svenuto nel giro di pochi minuti.
Guardai la donna con occhi e animo convinti, creando un espressione seria e delusa.
Mi chinai con il busto afferrando poi delicatamente il corpo inerme del moro, tenendolo a me come un piccolo koala, lo sentii reggersi debolmente al mio collo con le sue braccia, allacciando lentamente le sue gambe.

"Si... Hai ragione eomma"
Mi guardò contenta per vari secondi con un sorriso a trentadue denti, facendo un passo verso di me che la fermai subito riprendendo il discorso.
"...magari si, con la mia presenza Felix potrebbe migliorare con la sua malattia, ma di certo non restando con te."
Accarezzai i capelli scuri del ragazzo che ormai si era addormentato tra le mie braccia.
"Felix da ora in poi starà con me... Verrà a vivere con me. Nessuna deviazione."
Feci per girarmi ma la donna mi urlò addosso
"Felix non verrà con te! Non sei nessuno per deciderlo, vai a fare in culo Minho!!"
Quelle parole fecero male, mi pugnalarono al petto come mille lame, mentre una lacrima scendeva sulla guancia.
Non mi voltai, solo mi fermai prima di schiarirmi la voce

"Nessuna deviazione"

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Hello~~~
This is the first cp.
Idk, ho tante idee anche qui.
Scusatemi per gli errori

Alla prossima~~

our problems !¡Hyunlix¡! [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora