La schiuma bianca sferzava sul volto di Louis mentre il battello fendeva risolutamente le onde.
Sul ponte c'erano poche persone, dal momento che quasi tutti i passeggeri erano scesi sottocoperta per non bagnarsi.
Camminava a fatica perché le suole delle sue scarpe sembravano slittargli sotto i piedi, ma preferiva rimanere sul ponte piuttosto che scendere sottocoperta.
Era arrivato a Penang quel mattino dopo venti ore di aereo, e si sentiva esausto.
Dopo un breve tour della città, aveva pensato che gli sarebbe piaciuto lavorare nell'ospedale locale. Gli edifici avevano l'aria condizionata, e le candide spiagge delimitate dalle palme invitavano a stendersi sulla loro superficie sabbiosa.
La guida lo aveva portato in un mercato locale e lui avrebbe voluto rimanervi una settimana intera a curiosare fra i gioielli orientali, gl'indumenti tradizionali e le spezie.
All'ospedale l'avevano informato che c'era una situazione d'emergenza su un'isola non lontana dalla costa, e che avrebbe dovuto rimanerci finché non l'avrebbero richiamato per far ritorno a Penang.
La caposala si era scusata per il poco preavviso. «Temo che dovrà partire oggi stesso» aveva detto con aria desolata «Se perde il battello dovrà aspettare una settimana, ed è fondamentale che l'isola riceva aiuto il prima possibile. Adesso può riposare oppure dare un'occhiata alla città, come preferisce. Dopo qualche mese sull'isola, sarà contento di essersi svagato. Là non c'è molto da fare, a parte il lavoro.»
Così volvevano inviarlo in un altro struttura? Louis avrebbe potuto discutere. Quando aveva risposto all'offerta di lavoro di un ospedale tropicale, gli avevano assicurato che avrebbe lavorato in condizioni ottimali. Ma adesso sembrava che lo spedissero nella foresta. Lontano dalla civiltà
La mia solita fortuna, si era detto mentre ascoltava le istruzioni.
E cosa avrebbe potuto dire in protesta, nulla. Aveva ventun'anni e poca esperienza, mentre la caposala ne dimostrava una quarantina e sembra abituata ad essere ascoltata. Il personale sotto di lei doveva obbedirle senza discutere.
«Potrà pranzare alla mensa del personale» aveva continuato la donna «Poi se lo desidera, si faccia pure un giro. Sarà sufficiente che torni per le tre e mezzo. Incaricherò qualcuno di accompagnarla al battello»
Louis aveva lasciato l'ospedale per visitare la parte antica della città, costellata di templi e giardini botanici. In fin dei conti non poteva sapere quando gli sarebbe ripresentato l'occasione di fare il turista. Tutto lasciava supporre che volessero spedirlo in un luogo remoto nel cuore della giungla.
Un ragazzo lo guardò divertito mentre lui vacillava sul ponte. Louis era snello e attraente, con i capelli rasati a pelle a macchinetta sui lati della testa e lasciati lunghi sulla parte superiore. Quando perse l'equilibrio e gli andò addosso, il giovane colse al volo l'occasione per rivolergli la parola.
«Perché non si arrende? Finirà di stancarsi a furia di passeggiare avanti e indietro»
Lui rise, «piuttosto io lo definirei in alto e in basso, con tutto questo oscillare...»
«Anche a me piace rimanere sul ponte, però non cammino. Mentre pare che lei ci provi gusto.»
Louis sorrise «Le sembrerà assurdo ma sono troppo stanco per sedermi. Sono ventiquattr'ore che non dormo.»
«È arrivato con l'aereo stamattina?»
«Si anche lei?»
«No, sono a Penang da quindici giorni. Devo recarmi per un periodo a Pulau. Pare che uno dei dottori abbia contratto la malaria e hanno bisogno di uno che lo sostituisca»
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The Jungle Primary » l.s.
FanfictionRispondendo ad un annuncio sul giornale per un posto di infermiere in Malesia, Louis Tomlinson non immaginava certo di ritrovarsi nel cuore della giungla, né che la belva più feroce fosse... Harry Styles, L'affascinante, scorbutico primario che n...