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Per cinque giorni non fece che piovere e nell'ospedale l'afa era quasi intollerabile. Il condizionatore si era guastato e dovevano affidarsi ai ventilatori.

Louis si sentiva sempre sudaticcio, sebbene continuasse a lavarsi, e perfino il suo ottimismo si era spento sotto il peso del lavoro.

«Non durerà» gli assicurò Niall asciugandosi il sudore. «Il bel tempo tornerà presto. Sono fradicio!»

«Kiki deve faticare parecchio per lavare i nostri indumenti. Ci cambiamo continuamente.»

«È abituata al clima, però non la invidio. La cucina sembra un forno.»

Louis infilò il taccuino in tasca mentre si preparava ad andare in corsia. I loro orari si erano mescolati e i due infermieri si davano il cambio in continuazione. Non resistevano in corsia per più di due ore e dormivano fra un turno e l'altro. Ma il breve riposo non bastava a rimetterli in sesto, così tornavano in servizio stanchi come prima.

I medici non potevano fare le visite esterne ed entrambi sembravano insofferenti di quella forzata reclusione in ospedale.

«Se il tempo non cambia al più presto, diventeremo santi o pazzi» sbuffò Louis una sera incontrando Niall in mensa.

«Ieri Harry e Liam hanno litigato, non ho capito bene per quale motivo. Qualche stupidaggine, credo! E l'altro ieri a pranzo si sono beccati per una penna.»

«Si sfogano fra loro» osservò Niall soffocando uno sbadiglio. «I pazienti non ne risentono, sta tranquillo. Si limitano a scaricare la tensione e non sono ancora venuti alle mani»

«Harry è sempre di malumore, con il maltempo?»

Niall si accigliò un poco. «A pensarci bene, i conti non tornano. Non l'ho mai visto nervoso a causa dell'afa. Forse ha bisogno di una vacanza.»

«Domani è giovedì. La sera dovrei uscire» disse Louis mortificato.

Niall ridacchiò. «Al tuo posto me ne scorderei. Siamo inchiodati qui. Il fiume si sta ingrossando e c'è il rischio di un'inondazione.»

«Per fortuna ci troviamo su un'altura» osservò Louis «Stasera ceneremo tardi. Alle undici, ha detto Sai. Sta cercando di riparare il condizionatore. Io farò tre ore di turno, così avrai più tempo per riposare.»

«Grazie, lo dirò a Poo. Si è offerto di sostituirmi in modo che potessi cenare con voi. In questi giorni ho sempre mangiato solo. Comincio a sentirmi un po' isolato.»


Quella sera a cena si parlò soprattutto della sicurezza della popolazione. Discussero vari piani per l'evacuazione e venne chiesto il parere di Sai.

«Secondo me non c'è bisogno di evacuare la zona» disse il cuoco. «L'acqua non ha ancora raggiunto il livello di guardia e credo che la pioggia finirà presto.»

Harry parve scettico.  «Il livello non accenna a diminuire . Dobbiamo decidere quale piano attuare. Se non smette di piovere, ci ritroveremo con un'alluvione in piena regola.»

«Potremmo allestire altri letti» propose Niall.

«Perché no? Così avrete qualcosa da fare.»

Niall inarcò le sopracciglia e guardò Louis, che fece una risatina.

«Che cosa ti prende?» domandò Harry. «Ti sembra il momento di ridere?»

«Niente» rispose lui. Il caffè gli era andato di traverso e lui incominciò a tossire. «Mi sembra buffo che lei ci creda qui con le mani in mano, dottor Styles.»

«Ritieni di avere troppo lavoro, per caso?» chiese lui.

«Non prendertela con Louis!» intervenne Niall. «Sei ingiusto, Harry. Quest'afa ci fa rallentare, ecco quello che voleva dire. Ogni compito sembra più gravoso.»

The Jungle Primary » l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora