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Quasi tutti hanno avuto un dejà-vu.

Ti stai facendo gli affari tuoi, stai viaggiando per raggiungere la scuola o il tuo posto di lavoro, oppure semplicemente ti stai spostando all’interno del luogo che chiami casa, quando ad un tratto qualcosa attira la tua attenzione. Sei certo che è qualcosa che avevi già notato prima d’ora, eppure non sei in grado di ricordare dove o quando. Ci passi sopra, convincendoti che la tua memoria ti sta giocando qualche scherzetto. Ti dici che è semplicemente un vago ricordo di un evento simile che hai vissuto in passato.

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Ebbene, nove volte su dieci probabilmente hai ragione, ma ogni tanto quel senso di dejà-vu ti lascerà un disagio che s’insidierà dentro di te, rimanendo ad aleggiare in un angolo della tua testa. Quando lo racconterai ad un amico o ad un famigliare anche lui minimizzerà l’intera faccenda spiegando che non è altro che un frammento stesso della tua immaginazione. E tu finirai per non farci caso più di tanto, respingerai quell’inquietudine fino a che non raggiungerà i limiti del tuo subconscio. Lì quella sensazione rimarrà, dimentica dai guardiani della tua mente.

Alla fine della giornata andrai a letto provando un senso di sicurezza fittizio, convincendoti che ciò che hai provato passerà da solo dopo una della notte di riposo.

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Il giorno dopo ti sveglierai, sentendoti fresco e rinato.

Il mondo ti apparirà esattamente com’è sempre stato. Quel dejà-vu è già sfuggito alla tua memoria, nemmeno riesci a ricordare il profondo disagio che hai provato in quel momento.

Berrai il tuo caffè, o il tuo té, e osserverai i tuoi medesimi rituali mattinieri, saluterai i tuoi cari mentre esci e ti avvii verso la scuola o il lavoro.

Eppure, mentre la porta si richiuderà pian piano alle tue spalle, ci saranno flebili mormorii. Si disperderanno ad ogni passo che compi, mentre per un attimo ti sembrerà di sentire qualcosa che subito dopo accantonerai come un semplice scherzo della tua fervida immaginazione.

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«Non ricorda nulla…» li sentirai bisbigliare in un sussurro appena udibile.

«…e mai ci riuscirà, tesoro…»

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