Capitolo 5

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-sembri un morto che cammina- disse ridacchiando Gabriel raggiungendo Kevin al semaforo dove era fermo il moro e scendendo dalla sua bici.

-i miei coinquilini ieri hanno avuto la brillante idea di dare una festa senza avvisarmi e io non sono riuscito a chiudere occhio- gli rispose alzando anche gli occhiali da sole per fare vedere le enormi occhiaie sotto gli occhi.

-stronzi- rise Gabriel continuando a camminare felice e contento -ieri invece mi è arrivato il pacco dei miei genitori e nono sono mai stato felice come in quel momento visto che dentro c'erano teglie di pasta al forno e ne ho preso un pezzo per oggi a pranzo-

-siediti lontano da me allora, io ho solo riso in bianco-

-voglia di cucinare zero vero?-

-non potevo entrare in cucina ieri quindi è già assai che io sia riuscito a prendere quel maledetto riso-

-comunque ieri così a caso sono iniziate ad uscirmi come notizie consigliate quelle sui gamberetti killer, lo sapevi che fanno addirittura seicento uova? Avremo un'invasione di quei gamberetti- borbottò Gabriel passandosi una mano tra i capelli che in quel momento erano liberi dalla costrizione del cappello e potevano respirare tranquillamente.

-che bello, non lo dire a Nicol altrimenti ce la troviamo che urla e corre spaventata per tutto lo scavo-

-non dirmi cosa?- chiese proprio la ragazza minuta mettendosi perfettamente in mezzo ai due. Li aveva raggiunti solamente perché si era messa a correre quando aveva riconosciuto le loro sagome da lontano. Ancora non si ricordava perfettamente i loro nomi ma i volti si.

-del fatto che i gamberetti possono fare addirittura seicento uova- le rispose Gabriel mentre Kevin si preparava mentalmente ad un grido da parte della ragazza, grido che però la ragazza non fece rimanendo ferma e immobile per un po' a guardare il vuoto terrorizzata.

-voi non mi vedrete mai vicina a uno di quei gamberetti quindi scordatevi anche di farmi stare vicino ai bordi dello strato- concluse la mora per poi sorridere e iniziare a correre, di nuovo, verso l'ingresso di ingegneria dove aveva notato Eloise con la quale aveva legato molto il giorno prima. -Ely-

-buongiorno tesoro- disse tutta felice e contenta la castana abbracciando stretta la ragazza -pensavo di restare qui da sola per il resto della mia vita-

-perché?- chiese curioso Kevin per poi guardarsi intorno ed appurare che oltre a loro quattro non era ancora arrivato nessun altro.

-perché ero sola fino a pochi secondi fa!- protestò Eloise -sono partita di casa troppo presto e qui non c'era nessuno, sembrava davvero spaventoso come posto-

-chi vuoi che ci sia qui alle sette e mezza di mattina? Lo apriamo noi a momenti il dipartimento- ridacchiò Nicol per poi sedersi sul marciapiede dove si era messa anche Eloise e iniziando a parlottare con lei fitto fitto.

-e abbiamo perso le due ragazze- sospirò Kevin per poi sorridere in direzione del biondo che stava camminando lentamente e con le cuffiette col filo nelle orecchie. Damien sembrava realmente perso nel suo mondo e non si era minimamente accorto di loro e Kevin capì il perché quando Damien fu abbastanza vicino da permettergli di sentire la musica anche senza cuffiette. Cuffiette che si tolse Damien poco dopo.

-buongiorno-

-è questa l'ora di arrivare?- protestò Eloise notando il suo migliore amico e incrociando le braccia al petto.

-ho fatto fatica a svegliarmi questa mattina per quanto si stava bene nel letto-

-e siamo solo al secondo giorno- palesò la sua presenza Chaterina buttando lo zaino nero a terra dopo essersi presa la bottiglietta della crema solare e iniziando a spalmarsela addosso.

-protezione cinquanta?- chiese quasi sconvolta Nicol notando la crema -così non ti abbronzerai mai-

-oh eccome che mi abbronzo- rise Chaterina -voi tutti ve la siete messa la crema vero?- chiese poi guardandoli male e tutti annuirono o quasi.

-io non ho nessuna intenzione di farlo, voglio abbronzarmi- disse convinta Nicol annuendo felice della sua decisione.

-così però ti prendi un'insolazione e non fa nemmeno bene non mettersi nemmeno una piccola protezione- Chaterina sembrava davvero seria e Nicol alzò gli occhi al cielo, non era la prima volta che glielo dicevano visto che il giorno prima anche Lauree le aveva detto la stessa identica storia.

-ragazzi alzatevi- i sei si girarono in direzione di Audrey ce era appena arrivata a rompere le scatole -iniziando ad andare a prendere la roba e oggi portate anche tre pale e tre picconi-

-ma gli altri?- chiese confusa Nicol alzandosi anche se controvoglia visto che era ancora stanca per il giorno prima e anche per aver corso come una pazza per raggiungere gli altri.

-appena arrivano prendono la roba ovviamente, lo scrivo anche sul gruppo- disse Audrey incamminandosi verso l'ingresso seguita controvoglia da tutti gli altri ragazzi. Presero il più possibile, di quello che ovviamente potevano portare, e Damien non faceva altro che guardarsi intorno per cercare di non colpire qualcuno con le tre pale che stava portando sulla spalla, quello infatti era l'unico modo che aveva per portarne tre senza distruggersi una mano.

-oh ma oggi c'è la ruspa- disse tutta felice e contenta Eloise mentre osservava il grande macchinario gialla che era già a lavoro nella parte che il giorno prima avevano individuato come la nuova zona di scavo.

-e mo da dove passiamo?- borbottò confuso Damien guardando come la parte che aveva usato il giorno prima per scendere e fare secchi era stata distrutta q che quindi non sapeva più da dove passare.

-dalla parte dove ci siamo messi ieri per tirare l'acqua- gli rispose Kevin avvicinandosi dopo aver poggiato le sue cose e osservando il tutto con calma mentre si metteva i guanti.

-io ci cado da li- borbottò Damien mettendosi anche lui i guanti.

-ragazzi venite a firmare anche per ieri- urlò Audrey attirando la loro attenzione proprio nel mentre che Stefan e Ernest stavano per richiamarli a raccolta.

-dopo che avete firmato iniziate a togliere l'acqua- disse invece Ernest ridacchiando nel sentire le lievi proteste di tutti quanti.

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