12. Una vita spezzata

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You're dangerous cause your honest, you're dangerous cause you don't know what you want

Audrey

C'è un breve istante tra la vita e la morte, quando le tue sofferenze si bloccano, il dolore cessa ma il cuore continua a battere.
Sembra di aver trovato finalmente pace, nessun sentimento, nessun rumore, nessun rimorso.
Solo il silenzio.

Quello è il momento in cui fai i conti con te stesso, con ciò che hai fatto quando eri in vita, con le tue azioni buone o cattive che siano.
Ne prendi atto, è solo dopo averlo fatto che potrai finalmente abbandonarti al sonno eterno.

O almeno è quello che ho sempre pensato io, o meglio l'ho sempre sperato.
Non mi piaceva il pensiero che i miei genitori potessero aver avuto rimorsi nel momento della loro morte, perciò mi sono auto convinta di questo.

Non credo che questo ragazzo abbia avuto un momento del genere; ha talmente tanto proiettili piantati nel corpo che dubito abbia avuto il tempo di capire che stava morendo.

Ryan è morto sul bordo della piscina, gli occhi spalancati, il sangue incrostato che gli percorre la guancia Gino ad arrivare al collo.
Tutto della sua posizione mi dice che non si aspettava di venire attaccato, che non si è neanche reso conto di ciò che stava succedendo perché il suo cuore ha cessato di battere prima che potesse farlo.

Sarà anche stato un pezzo di merda, ma tutti meritano almeno un po' di onore nel momento della morte, e lui non l'ha avuto di certo.

<< la polizia sta arrivando, e l'ambulanza è quasi qui >> mormora il preside sulla soglia della porta.

Mi avvicino leggermente al corpo, infilando i guanti che mi è stato dato. Inginocchiandomi, do un'occhiata alla ferita sulla nuca, che sicuramente si è procurato nella caduta.
Sposto lo sguardo sul corpo robusto, perforato e ricoperto di sangue.

<< non è stato un cecchino >> mormoro estraendo uno dei proiettili, l'unico a non essere arrivato troppo in profondità.

Me lo rigiro tra le mani, cercando di capire se c'è qualche segno che mi faccia riconoscere il marchio di fabbrica o qualsiasi cosa che possa essere d'aiuto per capire chi è l'assassino, ma non trovo niente.
Il proiettile è stato forgiato a mano, da quest'ultimo.

<< questo genere di proiettile viene usato per le mitragliette. >> ripulendolo il più possibile lo infilo in tasca e mi rimetto in piedi.

<< c'è qualcuno che ha sentito gli spari? >> chiedo rivolgendomi ai tre docenti.

<< no, nessuno >> risponde subito il preside.

<< allora deve averne usata una silenziata... >> mormoro tra me e me guardandomi intorno.

Noto due cose.
Il corpo si trova accanto alla portafinestra che da sul campo da football, come se avesse visto qualcosa prima di venire assaltato.
E poi il vetro perforato quanto il corpo.

L'assassino si trovava all'esterno.

<< crede che sia riuscito ad entrare? >> chiede il preside preoccupato.

<< no, ma se avesse voluto l'avrebbe fatto. Questa scuola non è inaccessibile. Credo che il suo intento fosse proprio di uccidere dall'esterno. >> apro la porta finestra e studio il terreno immacolato.
Non ci sono impronte sulla terra, nessun indizio. Ciò significa che non solo c'è un assassino a piede libero, ma è anche molto scaltro e ben allenato a non lasciare tracce.
Sa come comportarsi, ciò significa che l'ha fatto altre volte.

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