"Chiamami Henry" (2)

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Era ormai passata già una giornata intera di lavoro, ma io e Uno dovevamo sistemare tutto quello che c'era nella stanza arcobaleno.

Per sistemare tutto si fecero le 23:15.
Andammo nella mia camera e prima di cadere nel mondo dei sogni, come ogni sera, parlavamo tra di noi per un po'.
" Senti..." - dissi - "ci pensavo da un po', ossia... Perché non puoi dire a nessuno che sei il numero 001?"
Sospirò e poi mi rispose :"Finirebbe male per me, e non voglio...". Ovviamente, aveva ragione, nessuno vuole essere attaccato da Brenner senza un valido motivo.

Parlammo del più e del meno, poi ci mettemmo a dormire. "Buonanotte Ellen, io vado in camera" disse ed io annuii e risposi:" Buonanotte anche a te ". Se ne andò ed io mi cambiai, mi buttai sul letto ed iniziai piano piano ad addormentarmi.

Il mattino dopo mi svegliai tramite qualcuno che continuava a bussare alla mia porta. Aprii la porta e mi trovai Uno davanti, con la sua solita posa da angelo custode a guardarmi lì impalato mezza addormentata. Per rompere il silenzio dissi:" Che hai da guardare? ". Fece una piccola risata e disse:" Niente, è solo che... non pensi che per un posto del genere quei vestiti siano un pò inapropriati? ". Mi guardai un attimo allo specchio e notai che ieri sera, presa dal sonno avevo messo un Top bianco e dei pantaloncini cortissimi neri. Per la vergogna chiusi subito la porta a chiave, mi misi la mia uniforme e riaprii la porta. " Lo sai quanto ero stanca ieri? Ero presa dal sonno e ho messo cose a caso.." mi giustificai. Uno continuava a ridacchiare e disse:" Come dici tu.. ". Arrivammo nella stanza arcobaleno e facemmo la stessa cosa di ieri.

" Ehi Uno"- cercai di dire ma venni interrotta da lui che disse:" Quello è un nome mediocre con cui Brenner mi identifica...ma il mio vero nome è Henry...quindi tu chiamami Henry ". Allora, un pò offesa da come mi aveva risposto dissi che andava bene per me e continuai col mio discorso.
"Davvero ti sembravano inapropriati i vestiti che indossavo..? " dissi imbarazzata. Lui rispose di si, ma che eri divertente vestita in quel modo, e inziammo a ridere silenziosamente. Sistemiamo tutto per la giornata, dopodicchè ci sediamo in un angolo e ne approfittiamo che non ci sia nessuno per giocare a scacchi. " Dobbiamo decidere.." -disse Henry- " o rimaniamo qui, in questo dannato inferno, oppure troviamo un modo per uscirne e rimodellare il mondo...". Avevo il tono di voce e lo sguardo più serio che mai, così risposi:" Direi la seconda opzione... non voglio più stare qui ". Continuammo a giocare, ma continuai a pensare " Come facciamo a scappare da 'sto posto?!".

Mi risvegliai dai miei pensieri solo dopo che Henry mi disse che stava per arrivare Brenner e i bambini. Allora ci affrettammo a mettere apposto quello che avevamo usato e a distruggere le prove che avevamo giocato. Dopo questo ci avvicinammo alla porta, aprendola. Da lì entrarono i 19 bambini di ieri e Brenner, loro accompagnatore. L'unica parola che ci rivolse fu:" Mi raccomando ", come se ci volesse avvertire, o come se avesse capito che volevamo "evadere". Io rabbrividii all'idea, ma in tutto questo continuai a lavorare. C'era il solito bambino che mi faceva complimenti appena mi vedevo e che mi abbracciava. Oggi mi disse che sembravo una figura angelica, ed io risposi che lui era più angelico di me. Effettivamente col passare del tempo, mentre ero lì dentro mi affezionavo a loro. A malincuore, però già sapevo che dovevo abbandonarli prima o poi. A un certo punto Brenner entrò nella stanza e tutti fecero come ieri, si misero in riga tra il dottor Brenner, lui diede il buongiorno e loro lo diedero a lui. Questo posto era ormai diventato un loop temporale... Ed ero stanca di tutto.

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"Il numero che ci lega" (Henry Creel x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora