The worst birthday

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•~Secondo anno~•

In una afosa mattina di luglio nella casa abitata dai Dursley si sentivano grida che provenivano da ogni angolo dell’abitazione;

Nella camera del giovane Potter una civetta gracchiava sonoramente causando un acuto rumore, nella camera accanto vi era Petunia che ordinava al marito di zittire quella civetta e quest’ultimo che urlava furibondo, al piano di sotto vi era Dudley che faceva un gran frastuono con i regali che aveva ricevuto al suo compleanno e infine c’era Harry che pregava suo Zio nel tentativo di poter liberare la sua civetta un ora o due al giorno in modo che non facesse tutto quel baccano la mattina presto, ma il suo tentativo fu vano “Te lo detto, e te lo ripeto non libererai quella civetta per mandare messaggi segreti ai tuoi amici” tuonò per l’ennesima volta in quella settimana il signor Dursley. E così mentre Dudley mangiava gelati tutto il giorno e guardava la TV, Harry dovette stare sotto il sole a lavorare: pulire il giardino, pulire la macchina, tagliare l’erba, annaffiare i fiori, pulire la vetrata e  riverniciare le panche che erano nel giardino dei suoi zii, dopo ben tre ore passate a pulire si sedette sudante su una delle panchine e per un momento giurò di aver visto degli occhi verdi sbucare da dietro la siepe, ma si smentí  pensando che quel sole gli aveva dato alla testa così rientrò in casa “Bene ora ripassiamo il programma, come ben sapete oggi è una giornata importante... potrò concludere l’affare più grosso della mia carriera” spiegò Zio Vernon, erano settimane che programmava quell’incontro. Infondo Harry era abituato a non ricevere gli auguri essendo che era il suo compleanno quel giorno, e tutto quello a cui pensava il signor Dursley era quella cena. “Dovremmo essere tutti ai nostri posti per le otto in punto. Petunia, tu sarai…?”  “In salotto per dare loro in benvenuto” squittì lei “Esatto, Dudley?”  “Io aprirò la porta” disse Dudley “ Avanti, signori Mason, volete darmi i soprabiti?” “Ottimi direi…e tu?” disse rivolgendosi a Harry  “Io me ne starò in camera mia senza il minimo rumore facendo finta di non esistere” disse con tono indifferente. “Già… bene se sapete come proseguire direi che possiamo iniziare a preparare la tavola e tu ragazzo vai a mangiare e poi fila in camera” “Va bene!”.

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