Capitolo 4.

28.5K 925 255
                                    


Questo capitolo lo dedico ad AntonellaDiLeo
Che commenta sempre.

Dopo il "Louis, marmocchio" e lo sguardo d'odio, salì di nuovo le scale di corsa e si chiuse in quella che, secondo i miei piani, era la sua camera da letto. Fisso nei miei pensieri, mi spaventai quando sentii Mark urlare "Louis William Tominson, scendi immediatamente" e come risposta ricevette un "vaffanculo" sbiascicato. Sulle scale riapparve il modello, sempre a petto nudo, con le guance un pò arrossate ed imbronciato. Mark proseguii "Luois, questo è tuo fratello" Louis lo corresse "fratellastro al massimo" Mark continuò non curante "fate amicizia e fagli vedere la tua camera" Louis sconcertato chiese "perché la mia camera?!" e come riposta ricevette un semplice "Ah!! Giusto!! Non ti ho detto che la camera degli ospiti diventerà un altro pezzo del salotto, quindi  visto che hai la camera grande e due letti, puoi benissimo ospitare Harry!!"
A quelle parole rimasi a bocca aperta, non quanto Louis che furioso cominciò ad urlare "Basta!! Mi state rovinando la vita! A partire da te, fino ad arrivare a questo stronzetto. Non è mio fratello, e mai lo sarà. Ho cercato di accettare tutto, dalla tua separazione con mamma, alle tue scopate, fino ad Anne che adesso vivev qui. Non cercare di fare il bravo padre, perché non lo sei."
Vidi Lou con gli occhi azzurri, rossi e lucidi correre di sopra e sbattere la porta. Rimasi interdetto e decisi di andargli a parlare. Stavo facendo la scelta più sbagliata che potesse esserci, ma in quel momento non mi importava. Salii le scale e bussai alla porta piena di adesivi di band e marche di skateboard. Non mi arrivò nessuna risposta, ma ben presto sentii un singhiozzo trattenuto e dei respiri frenetici e marcati. Stava piangendo. Louis Tomlinson stava piangendo. Aprii con cautela la porta, e la richiusi alle mie spalle. Trovai quel diavolo travestito da angelo in un angolo, con la testa china sulle ginocchia portate al petto. Scivolai per terra e lo osservai mentre cercava di calmarsi. Azzardai portando il mio braccio dietro la sua schiena ad accarezzarlo. Improvvisamente girò la testa e mi guardò. Non seppi interpretare quello sguardo, così cercai di togliere il braccio, ma lui mi fermò "No. Continua, per favore"    . Piano si calmò e posò la testa sulla mia spalla.

Sex brothers //Larry Stylinson//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora