Capitolo 5.

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Per la prima volta, avevo visto un Louis indifeso, quasi vulnerabile. Come lo sono io. Ho solo 16 anni, eppure a volte so fingere così bene. Ho sempre cercato di rendere felice mia madre, ma con scarsi risultati. Quando le avevo detto che ero gay, scoppiò a piangere. Ci vollero giorni, se non settimane, prima che mi accettasse. È brutto sentirsi così. Come se si fosse fuori dal mondo. Come se tutto ciò che si fa, fosse sbagliato, come ciò che si è. Forse è proprio così che si sentiva Louis. Come se tutto fosse contro di lui. Ero così masochista, da voler scavare nel profondo della sua anima. Volevo sapere perché era così.
Continuai le carezze sulla sua schiena anche quando poggiò la sua testa sulla mia spalla. Ad un certo punto, mi cinse la vita con le sue piccole mani. Sarei potuto morire. Emanavano così tanto calore, così come il suo corpo, che ora era attaccato al mio. Passammo così diverse ore, senza parlare, e senza muoverci. Ci chiamarono per la cena, ma rifiutammo. Si era fatto tardi, così, presi il suo esile corpo fra le braccia, e lo posai sul letto. Decisi di non esagerare, e di addormentarmi sul mio materasso.

La mattina seguente, mi alzai tardi. La camera era vuota, e le finestre spalancate. Il letto di Lou era disfatto. Avevo un fame assurda, così scesi in cucina per farmi qualcosa da mangiare, visto che mamma e Mark erano a lavoro. Mentre mettevo a bollire l'acqua, sentii un rumore. Voltai la testa di scatto, per vedere poi, un Louis gocciolante con un asciugamano in vita. Mi si mozzò il respiro. Qualcosa nei miei pantaloni si svegliò. Non era il momento adatto. Ma cazzo!! Ero pur sempre un adolescente con gli ormoni impazziti!!

Ammiccò verso di me, e fece un cenno, a mò di saluto. Ricambiati, rosso ed eccitato. A metà strada, si fermò, e si girò verso di me dicendo "bella tuta, ma metti un paio di mutande sotto".

Gurdai in basso e mi ricordai di non avere niente, se non un leggero strato di felpa a coprimi. Con un erezione. Poi continuò "non che mi dispiaccia, ma sei minorenne, ed io ho 23 anni. Fidati, se fossi stato più grande, ti sarei già saltato addosso".

Rimasi scioccato da quella frase, e per il seguenti giorni, lo evitai.

Erano passate due settimane, ed era ricominciata la scuola. Quella mattina tornai per l'ora di pranzo. Quando girai la chiave nella toppa, mi si gelò il sangue nelle vene. Vidi Louis per terra, con lividi sparsi ed il labbro rotto. Aveva evidentemente pianto.

Buttai tutto per terra, e mi fiondai su di lui per vedere cos'altro aveva. Lo presi di peso, come la notte scorsa, e misi sul letto, per poi medicarlo.

Dopo minuti di silenzio, ebbi il coraggio di chiedergli "chi ti ha ridotto così..?" lui rispose con "ho litigato con un mio amico"

Non gli avrei mai creduto.

Sex brothers //Larry Stylinson//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora