Cap. 1

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~ prologo ~

Chissà perché devo essere io a vivere così.

Essendo primo genita di una buona famiglia( anzi molto buona )dovrei ereditare l'azienda dei miei: Kiriya's Aireport.

Ma se io non volessi?

Voglio dire: chi vorrebbe essere a capo di un'agenzia di aeroporti sparsi per il mondo?

Beh, io no. Ma i miei si aspettano tanto da me.

Mi hanno fatto fare Kendo e qualsiasi arte marziale, per imparare a difendermi ed essere "una vera e propria Kiriya". Nel Kendo inventai una tecnica tutta mia, che la mia insegnante, la signora One Sasami, mi ha detto di migliorare e che i miei non sanno nemmeno che esiste.

Ho una sorella, Violet, di 12 anni, a cui però, i miei, avevano altri piani. Le fecero fare danza, cosa che lei odia più che mai. Vorrebbe essere come me. Ma non può. Per quelle persone che noi chiamiamo "genitori". Lei è appassionata di botanica e di arte. Segue dei corsi sì, ma i miei dicono che da grande DEVE diventare una grande ballerina. Ma lei vorrebbe creare dei libri illustrati sulle piante.

Mia sorella dice sempre che tra le 4 calamità che colpirebbero la Terra, io sarei la Guerra, mentre lei la Carestia. Mio padre la Morte e mia madre la Pestilenza. Ma io credo di esserle tutte. Perché qualunque cosa io faccia, è sempre sbagliata: o così mi dicono.

Fino ai 10 anni studiai a casa, andando in giro solo nella macchina privata dei miei. In seguito uscii da sola, ed è lì che incontrai Nana.

Io e lui diventammo migliori amici inseparabili e decidemmo di creare qualcosa di indelebile, che ci avrebbe sempre unito qualunque cosa fosse successa: l'IDRA.

Io sono primo comandante,  mentre lui è il vice.

Man mano che ci allargavamo diventammo una Gang più forte. Io e Nana assegnavamo ai nuovi arrivati dei numeri e ci imparava i nomi, in più insegnammo a tutti le arti marziali e il Kendo. Creammo le divise: un body con guanti che scopirvano le dita neri, pantaloni larghi neri e stivali neri + giacca corta nera con la scritta dell'IDRA, del numero assegnato a ognuno e delle 4 calamità, per le femmine; per i maschi pantaloni larghi neri e maglietta nera con le solite scritte + guanti neri e scarpe nere. Tutti avevano una maschera in metallo nero che li copriva il naso e la bocca. Tutto questo lo comprammo io e Nana con le nostre paghette. Io in più indossai un matello bianco con i bordi rossi e oro e con la scritta "IDRA" in basso a sinistra. 

Tutto questo intorno agli 11 quasi 12 anni per me, mentre Nana ne aveva 13 quasi 14. 

Tutto andava per il meglio, venivano un sacco di persone da città abbastanza lontane,  ma venivano per stare con noi. Tutto questo, però, finì quando i miei mi dissero che ci saremmo trasferiti. A 14 quasi 15 anni, me ne andai dalla mia città e da quella che io consideravo la mia vera famiglia.

Pensavo fosse tutto finito, invece, è lì, che ebbe tutto inizio.

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~ Diversi ma uguali ~ Manjiro SanoxReader#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora