La gente incalca, il via vai è asfissiante e, in men che si dica, mi ritrovo quasi schiacciato contro il bancone del bar.
La mia mente lavora ad alta velocità; devo trovare modo e maniera per portarmi a letto Vale, la desidero più dell'aria che respiro.
D'improvviso e senza preavviso alcuno, avverto un lievissimo tocco alle mie spalle.
Chiudo, per l'eternità d'un attimo, gli occhi, deglutisco e, senza indugio, capisco che a pungere la mia schiena sono i turgidi capezzoli di Valentina.
Ancora un contatto.
Stavolta è la sua mano a posarsi sul mio culo.
Dal gluteo si sposta delicatamente sul fianco, poi, lenta risale un po' e si dirige verso il ventre.
Con la coda dell'occhio controllo ai miei lati, ma tutti, ignari di quanto succede, bevono, chiacchierano e ridono senza prendere atto di noi.
Percepisco, intanto, il suo alito solleticarmi la nuca.
La mano serpeggia e scende verso la mia patta.
Mi apre il bottone dei pantaloni.
Sento ancora più caldo di prima.
L'insolita situazione fa rinascere perline di sudore alla mia fronte.
Dovrei voltarmi, dirle di pazientarsi, che non è il caso, che...che potrebbero vederci anche se, in quella folla e per come ero situato io, incastrato tra il bancone e lei, nessuno poterva accorgersi della nostra peccaminosa complicità.
Si, ho l'istinto di afferrarle il polso e di fermarla.
E, invece, me ne resto immobile.
La mano, dalle unghie lunghe e dalle dita belle e affusolate, mi abbassa la cerniera soltanto di un paio di centimetri per poi accarezzarmi il pube e il ventre sotto la camicia.
La mano, incerta e tremante, scende ancora, ma, dopo aver toccato i peli del pube, resta fuori dei pantaloni.
Mi accarezza il membro da sopra.
È maledettamente lenta ed io, senza esserne consapevole, spingo il bacino verso la mano.
Le sue dita annegano dentro le mie mutande.
Mi carezza impercettibilmente il sesso nudo, caldo e pulsante solleticandolo al glande.
I suoi seni pressano con più insistenza, con sfacciata impertinenza contro la mia schiena spingendomi ancora più avanti.
A mano aperta torna a carezzarmi il ventre.
Gioca coi miei peli pubici.
Li intreccia e poi, ancora, li pettina con le le dita slittando fra di essi.
La musica assordante copre il tono dei miei gemiti.
Poi sento avvolgerlo nella sua mano.
Lo stringe forte.
Pulsa.
Lenta lo scappella.
E stringe più forte.
Respiro a malapena, come per rendermi invisibile agli altri.
Allenta la morsa al cazzo e, tenendolo sempre in pugno, percepisce le venuzze che si arrampicano lungo l'asta pulsare.
Aumenta, accellera il ritmo delle carezze per poi rallentare.
Mi sta portando alla pazzia!
La sua mano, intanto, slitta sul mio cazzo senza sosta.
"Grazie per prima Robb; in qualche modo dovevo e volevo ricambiare. Non potevo rimandare!" e, manco finito di pronunciare quelle parole, mi sento squarciare la cappella.
Lo mena sempre con più violenza.
Mi afferra una mano e, sorprendendomi, mi da un fazzolettino.
"Godi per me, ti prego. Immagina che te lo succhi, che sia là, davanti a te, a baciarlo, ad imboccare la tua cappella in attesa del tuo piacere. Sapessi quanto sono eccitata col tuo bastone in mano e l'idea di sentirlo alle labbra della mia fica a vibrare di desiderio mi ha fatto inzuppare di umori lo slip. Sborra. Godi. Adesso, ti supplico!"
La cappella formicolia, ventre e cosce cominciano a tremare dall'eccitazione.
Serro i glutei
La sua mano viaggia sull'asta.
Scappella selvaggemente, violentamente il cazzo e arresta ogni movimento.
Come se lei avesse sentito lo sperma scorrere lungo l'asta.
Un fiotto, un altro e poi ancora uno abbandona la cappella.
Gemo.
Spalanco la bocca.
Barcollo.
Ancora un insignificante schizzo.
Il fazzolettino è inzuppato di piacere.
Anche la mia mano.
"Bravo! Grazie. Adesso, in qualche modo, siamo pari"
STAI LEGGENDO
L'amica Di Mia Cugina
RomanceUna calda estate in tutti i sensi. Una giovane ragazza sensuale e seducente. Una storia ammaliante, intrigante e dannatamente eccitante. La storia è per adulti!