ADE
L'Olimpo, che posto meraviglioso, con quel profumo di nettare e idromele ad ogni angolo della strada, l'ineguagliabile odore di frutta e pane appena sfornato che lascia una scia lungo tutte le vie e i vicoli, statue in marmo bianco e rosa così lisce e reali da sembrare esseri umani imbalsamati, fiori che sbocciano dalla terra con prepotenza per mostrare a tutti la loro bellezza e ovunque ci si gira Dei e Dee passeggiano a braccetto con cesti colmi di dolcetti alla rosa e miele che chiacchierano amorevolmente di feste e banchetti da consumare in compagnia. Come dicevo, un posto meraviglioso l'Olimpo, meraviglioso per ogni essere vivente, tranne che per me. Io, Ade, Dio degli Inferi, disprezzo ogni singolo centimetro di quel maledetto posto, tutti quegli Dei per strada, così soffocanti che ovunque ci si giri ne sbuca fuori uno come un fungo, non sopporto quegli odori così smielati e zuccherosi, mi fanno venire il mal di testa e per non parlare di tutta quella luce accecante, come se volesse penetrare ogni cosa. Sono un Dio diverso, come si può notare, adoro la penombra che si estende per tutto mio regno come una fredda coperta di gocce; sembra sconvolgente ma assicuro che il vino prodotto dai mortali con uva nera e chicchi di melagrana è infinitamente più buono e aspro dell'idromele dorato che bevono su all'Olimpo, trovo assurda l'idea che gli Dei siano così schizzinosi riguardo ai prodotti dei mortali, questa loro mania di ritenersi superiori la trovo altamente seccante; le mie statue sono di un maestoso marmo nero filigranato di un bianco pallido, nulla di spaventosamente liscio e imponente, solo regale e sobrietà...oohhh quanto adoro la sobrietà! Amo così tanto il mio regno con le sue rose rosso sangue, la sua pace e profumo di acro terreno e melagrana, eppure ogni anno, in questo maledettissimo giorno che eliminerei molto volentieri da ogni calendario, mi ritrovo nel caotico Olimpo, circondato da parenti insopportabili profumati di zucchero che mi afferrano sottobraccio e mi fanno mille domande come se avessi mille orecchie oh Ade come stai? Ade caro assaggia l'idromele, è la nuova annata Ade come va laggiù? A furia di ricevere morti ti si è smorto il viso; mi trovo in questo caos insopportabile per celebrare il compleanno del mio caro fratello Zeus che organizza ogni anno una festa più grande e più rumorosa. Già mi sento soffocare e invadere le narici dai forti odori di cibo e profumi, non so quanto posso resistere dal fuggire nel mio amato regno, ma improvvisamente qualcosa attira la mia attenzione, qualcosa che potrebbe rendere questo giorno più sopportabile. È come un raggio di luna durante il giorno, così inappropriato e meravigliosamente inaudito, del tutto fuori luogo ma così mimetizzato con l'ambiente, mozzafiato e spaventoso tutto allo stesso tempo. Pallida come la morte come se fosse appena fuggita dall'Oltretomba, un vestito a tunica verde fascia le gambe formose e i fianchi larghi mettendola in completo disagio anche se nessuno lo nota, insicura nella camminata, ma stabile sui sandali con tacco che rivestono i piedi bianchi, i suoi capelli neri come l'anima più oscura e tormentata illuminati da due occhi azzurro cielo che sembrano forti come la roccia, ma tremolano di insicurezza e paura. Tiene sottobraccio una Dea senza ombra di rughe sul volto, capelli di fili dorati come le spighe intrecciati dietro le spalle e una lunga tunica bianco lino con una cintura di fiori alla vita, Demetra senz'altro, Dea delle stagioni, dell'agricoltura e del grano e dei fiori. La Dea conduce la fanciulla per un braccio verso Era madre degli Dei, dove la obbliga a chinarsi in rispetto della superiore. La fanciulla esita un momento, nel suoi occhi ingenui si rispecchia il rispetto, ma anche un pizzico di ribellione che mi provoca un brivido lungo la schiena. La fanciulla viene presentata da Demetra a tutte le Dee e alle ninfe presenti alla festa di Zeus, ad ogni riverenza le sue ginocchia tremano di più.
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ѕєttє chícchí dí mєlαgrαnα
Historical FictionAde e Persefone contro tutto l'Olimpo nasce l'amore tra la neo Dea, la quale non sa qual è il suo elemento, e il Dio degli Inferi che cerca di fuggire da una parte di se stesso. Lei trattenuta dalla madre, lui dal suo passato, si aiuteranno a vicen...