Capitolo 3

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"Ricordi ciò che ti avevo detto quando eravamo solo dei ragazzini per farmi perdonare del mio comportamento idiota?"Quando sentii quelle parole ebbi un sussulto,era davvero la mia anima gemella."Avevo preferito fare il fighetto davanti i miei amici e ignorarti completamente invece di stare un po' con te.Te ne andasti con lo sguardo pieno di rabbia e quasi piangendo per la delusione e io rimasi lì immobile come uno stoccafisso.Ero troppo imbarazzato per chiederti scusa,feci passare del tempo ma mi resi conto che era davvero troppo tardi,così corsi da te pensando alle parole più adatte per farmi perdonare,ma quando arrivai e ti vidi così bella,ma delusa e distante da me le uniche parole che riuscii a pronunciare furono:mi manchi,lo ripeterò finché non ci crederai.Ricordi?".Ero in lacrime,ma delle lacrime di gioia,curiosa di sapere dove voglia arrivare."Anche se avevo una paura cane di perderti ero pronto a dirti "mi manchi" all'infinito perché ero consapevole in un angolo del mio cuore che eravamo destinati a stare insieme,ma adesso?Quel "mi manchi" non ha più un senso perché la vita ci ha separato per sempre,io sono pronto a dirtelo per sempre,ma a quale scopo?Non potremmo più stare insieme e niente potrà cambiare le cose".Aveva i pugni chiusi,come se cercasse di nascondere tutta la rabbia che aveva verso il mondo dentro quelle mani,non lo avevo mai visto in questo stato,era distrutto e io non potevo fare nulla,il nostro immenso amore non poteva fare nulla.Aveva ragione,noi ci saremmo mancati per sempre,ma non sarebbe bastato a rimediare.Era ammutolito,così passò la parola ad Elisa.Elisa ha 14 anni,la nostra prima figlia:di solito è una roccia,una di quelle ragazze che a stento si mostra debole,ma adesso era tutt'altro,era paralizzata,ma non credo per la paura di parlare in pubblico:si avvicinò al microfono,aspettò qualche secondo,si girò per nascondere le lacrime e poi iniziò a parlare.

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