Era passato tanto tempo e mi ero resa conto di quanto avessi pensato alla mia famiglia,beh comprensibile direi,ma non mi ero affatto concentrata su quello che mi stava realmente accadendo e che invece preoccupava tutti;eppure io conoscevo la risposta.
Avevo sempre creduto che dopo la vita terrena ce ne fosse un'altra e a volte avevo provato ad immaginare come potesse essere:da piccola mi ero creata un'immagine un po' infantile ovviamente,vedevo il cosidetto aldilà come un ammasso di tante nuvolette,ogni cosa era fatta da soffici e morbide nuvole dalle quali gli angioletti illuminati dal sole con le loro piccoli alette potevano avere una visione generale dall'alto e ogni tanto zompare sulla terra per fare da angeli custodi,inoltre credevo che fosse un luogo estremamente affollato nel quale tutti stavano appiccicati come sardine ma erano felici perché potevano abbracciare persone care che non vedevano da molto tempo.Successivamente nel periodo dell'adolescenza fino ad ora avevo sempre preso ispirazione dalla visione dantesca:non mi sembrava molto verosimile ovviamente,ma pensavo che fosse giusta nel suo messaggio:quelli che avevano sbagliato dovevano pagare,coloro che avevano seguito la così detta "retta via" meritavano il paradiso e quelli che invece l'avevano travisata era giusto che avessero una punizione,ma non eterna.In generale io mi ero sempre collocata nell'Antinferno dove risiedevano gli ignavi.Questi erano coloro che "mai non fur vivi" poiché in vita ebbero troppa viltà per prendere decisioni,coloro che non avevano voluto scegliere tra bene e male e avevano preferito essere neutrali,coloro che non meritavano nemmeno l'inferno perché altrimenti i dannati avrebbero potuto addirittura vantarsi in quanto loro almeno in vita fecero una scelta,quella del male.Purtroppo mi ero rispecchiata durante le mia esistenza perfettamente in questi personaggi:avevo sempre avuto troppa paura di prendere una posizione,pensavo che la mia ignoranza mi avrebbe portato in una direzione completamente sbagliata,mi ero resa conto di essere facilmente influenzabile così avevo preferito fare l'indifferente e non crearmi dei miei ideali,avevo costruito un muro tra me e la realtà che non capii mai se non volessi o non potessi scavalcare: lo usavo come scusa per non documentarmi,per restare una di quelle che non erano nemmeno degne di essere guardate:come aveva detto Virgilio,"non ragioniam di loro,ma guarda e passa".Mi sentii così fino a quando non conobbi Alessandro che,come penso si fosse capito,rivoluzionò il mio mondo,il mio modo di pensare.Fu il primo a cui raccontai questo mio stato d'animo e l'unico che riuscì finalmente a farmi sentire viva,in pace con me stessa,mi rese più consapevole di ciò che mi circondava e con piccoli gesti riuscì a farmi scavalcare quel muro.Ad esempio ogni giorno mi portava il giornale a casa,lo leggevamo e lo commentavano insieme:all'inizio ero un po' scettica e titubante perché pensavo che qualsiasi cosa avessi potuto dire ai suoi occhi sarebbe sembrata stupida,ma invece Ale con il passare dei giorni mi ascoltava sempre più estasiato e pian piano mi resi conto di sapere più di ciò che credevo,di valere più di ciò che credevo.Insomma,queste erano state le mie due principali visioni dell'aldilà.Ora però che mi ci ritrovavo dentro mi rendevo conto di quanto entrambe fossero sbagliate.Prima di tutto non avevo idea di dove fossi:non c'era traccia di nuvole,non mi sembrava nè di stare sotto terra nè su un monte.Ero in una stanza da qualche parte dalla quale non potevo uscire,non c'erano porte nè finestre,eppure non mi sentivo soffocare.Questa camera però aveva un non so che di familiare,qualcosa di già visto.Da qui potevo vedere tutto ciò che accadeva ai miei cari,mi bastava guardare il pavimento e quello mi mostrava ciò che desideravo ,sembrava leggermi nel pensiero.Inoltre vi era uno specchio,inizialmente ebbi paura a guardarmi,non sapevo cosa aspettarmi,ma quando un giorno trovai il coraggio scoprii che non c'era nulla di cui aver paura poiché il questo nuovo corpo era praticamente identico a quello della vita,almeno apparentemente.Solo dopo capii come invece fosse diverso.Non avevo bisogno nè di bere,nè di mangiare,nè di andare a riposare,quello che mi avevano donato era un corpo perfezionato che bastava da sè per funzionare e non aveva bisogno di ciò che invece necessita in vita.Oltre allo specchio vi era un calendario un po' strano nel quale vi erano scritte alcune cose,che riuscii a comprendere solo dopo.Era segnata ad esempio nella data di domani la parola "tradimento",ma cosa mai poteva significare?Ero curiosa,così andai all'ultima pagina per vedere cosa ci fosse scritto e notai che l'ultima data corrispondeva ad un anno preciso dopo il brutto evento nonché al compleanno della piccola Martina.Accanto alla data c'era disegnato uno scarabocchio e vicino scritto "fine".Ero sconcertata,non era già giunta la mia "fine"?Di che stava parlando quel misterioso calendario?
STAI LEGGENDO
Heaven in the hell
General FictionSalve a tutti,è la prima volta che mi cimento nella scrittura di un libro,proverò a farlo con la giusta mentalità:costante e sognatrice al punto giusto.Spero vi piaccia!