Capitolo 4

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"Mamma,se mi senti,mi scuso in anticipo per il discorso orrendo che farò",scappo un sorriso flebile a tutti quelli presenti,compresa me "mi conosci bene e non sono portata per queste cose.Vorrei chiederti scusa se non sono stata la figlia perfetta:quella dolce e solare,quella che invece avresti sempre voluto.Mi scuso se a volte sono stata troppo scorbutica e distaccata,se non ti ho voluto esternare i miei sentimenti ma questa sono io e tu mi hai sempre accettato e amato,anche così.Te l'ho detto poche volte ma il mio amore per te è sconfinato,grande quanto il posto in cui sei ora,infinito quanto il cielo.Ci voleva una tragedia per farmi diventare romantica eh?",si sentii in chiesa una risatina,io invece scoppiai a ridere:ero così fiera della mia giovane donna che sapeva affrontate così questa situazione,facendo spuntare un sorriso anche quando meno lo si aspetta.Guardai verso Alessandro,l'unico che non stava sorridendo,aveva lo sguardo fisso su un punto:le peonie,i fiori che mi aveva regalato al nostro primo appuntamento;non si curava del resto,gli sembrava quasi inutile ascoltare perché sapeva non avrebbe portato a nulla di concreto,era un tipo molto pragmatico.Mi cominciavo a chiedere se avesse ragione o meno...Scacciai quel pensiero e mi rivolsi di nuovo verso Elisa che proprio in quel momento ricominciò a parlare,quasi avesse percepito la mia simultanea disattenzione."scherzi a parte,mamma voglio che tu sappia che mi hai fatto diventare una persona migliore con i tuoi discorsi che sì,devo ammettere,a volte erano un po' pallos...pesanti,ma estremamente efficaci!Non so se te ne sei mai accorta,ma ogni volta ti guardavo affascinata,ascoltavo ogni tua parola:sono così fiera di avere una mamma come te",ero elettrizzata,avrei sempre voluto sentire da lei queste parole,le avevo aspettate così tanto e finalmente erano arrivate ma con loro un retrogusto amaro e triste "a volte di fronte a te mi sentivo una nullità"questa frase invece mi gelò il sangue"vorrei tanto essere come te"da una parte ero estremamente lusingata che la mia bambina mi prendesse come modello ma dall'altra avrei voluto dirle che lei è già perfetta così come è,ma non potevo e questo faceva molto male."ricordo una volta quando mi hai detto che la cosa più importante ed appagante nella vita fosse capire chi siamo veramente e dopo averlo fatto essere se stessi,pensavi che me lo fossi dimenticato? Quello è stato il discorso che ho ascoltato con maggiore attenzione.Non lo dimenticherò mai, non dimenticherò mai il suono calmo ma allo stesso tempo deciso della tua voce quando mi hai preso le mani e mi ha detto"trova te stessa"perciò sta tranquilla mamma,seguirò i tuoi insegnamenti ma sempre con il mio stile".Questa era la ragazza intelligente che conosco!"sarò una brava sorella per Martina, te lo prometto: lo farò per te, per papà, per noi,le insegnerò il triplo cinque,ma non verrà mai bene come quando lo facevo con te",era spuntata in faccia delle persone un'espressione interrogativa in quanto pochi avevano capito questa frase,immagino neanche voi.Il triplo cinque era partito come un semplice saluto ma poi pian piano era diventato un gesto che sostituiva la banale frase "ti voglio bene".Eravamo al parco,Elisa aveva cinque anni e stava giocando allegramente con i suoi amichetti quando la chiamai per chiederle un abbraccio,sapendo che le avrebbe dato molto fastidio...mi piaceva così tanto stuzzicarla!Sbruffando disse con un'aria di superiorità ma scherzosa:"i ragazzi più forti non abbracciano le mamme!Al massimo le danno il cinque"risposi con un sorriso beffardo"ma io non sono una mamma come le altre"lei"mmmh,allora ti darò un,un...un triplo cinque!".Facendo finta di capire a perfezione ciò che avesse detto copiai i suoi gesti:un cinque a destra,un cinque a sinistra è un cinque in basso.Ci guardammo con affetto e all'unisono dissimo:"molto meglio!".Così da quel momento al posto del bacio del buon giorno e quello della buona notte ci fu il triplo cinque.Ricordo come le mamme ci guardassero all'uscita da scuola e come ogni volta ci chiedessero:"molto meglio cosa?",ma noi ridevamo,facevamo spallucce e non rispondevamo mai,era una specie di segreto,il nostro segreto.
Poi Elisa concluse dicendo"riposa in pace,grazie"partì un applauso.
Non capii mai se quel grazie si fosse riferito a me(forse ero troppo egocentrica?)o al "pubblico".

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