2) Ghost of you

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Jisung aveva tre anni quando è stato lasciato a una caserma di pompieri dentro il suo passeggino blu elettrico.
Aveva cinque anni quando si è reso conto che non era un bambino normale.
Aveva sette anni quando la sua prima famiglia adottiva lo ha preso con se e aveva otto anni quando lo hanno riportato nella casa famiglia alla quale lo avevano preso.
Aveva dodici anni quando è finalmente riuscito a scappare e tredici quando ha incontrato per la prima volta Chan, che lo ha preso sotto la sua ala protettiva, portandolo alla casa abusiva la quale condivideva con Changbin.
Aveva sedici anni quando si è innamorato per la prima volta e ne aveva diciannove quando l'amore della sua vita si è trasferito in America per proseguire gli studi alla prestigiosa università di New York.
Jisung aveva diciannove anni quando ha visto il fantasma del suo innamorato sedersi vicino al loro solito gruppo di amici pochi giorni dopo la sua partenza.
Lo osservava attentamente, facendo finta di essere nel suo solito mondo.
Ormai tutti sapevano che di tanto in tanto si fermava a osservare un solito punto davanti a sé, nessuno ci prestava più di tanta attenzione.
Minho sorrideva alle pessime battute di Hyunjin e ridacchiava quando Felix scoppiava a ridere dal nulla. La sua risata troppo contagiosa per non far ridere anche gli altri.
"Sung?" Jeongin al suo fianco gli diede una gomitata per farlo tornare alla realtà. Sbatté più volte le palpebre, distogliendo lo sguardo dal fantasma di Minho.
"Cosa?" Domandò con le sopracciglia aggrottate.
"Ti abbiamo chiesto se hai poi più sentito Minho. Ci avevi detto che finalmente ti saresti dichiarato perché non avevi nulla da perdere visto il suo trasferimento." Disse il più piccolo del gruppo. Adesso li sentiva gli occhi di Minho puntati su di sé.
Scosse la testa in segno negativo.
"Alla fine non ho avuto il coraggio di farlo. Voi? Lo avete sentito?" Tutti i presenti borbottarono dei no.
"Ma penso sia normale, no? Deve ambientarsi, abituarsi al fuso orario e soprattutto deve imparare a conoscere il campus." Sospirò Chan.
"Solo..." Seungmin sospirò pesantemente.
"Cosa, Minnie?" Domandò Changbin.
"Ho una brutta sensazione?" Jisung distolse lo sguardo dal castano, puntando lo sguardo su Minho che ancora lo osservava.
"Se vi dicessi che è morto e che il suo fantasma è qui con noi...mi credereste?" Domandò a sua volta Jisung, facendo trattenere il respiro a tutti.
"No, assolutamente." Sbottò Hyunjin.
"È così? È qui con noi?" Changbin si alzò.
Jisung annuì.
"Perché gli credi?" Urlò Felix, il volto rigato dalle lacrime.
"Perché parla da solo da quando è venuto a stare con me e Chan. Faceva discorsi strani a senso unico quando pensava che non ce ne rendevamo conto e soprattutto perché chiacchierava con la signora al piano sopra al nostro che era morta una settimana prima che venisse da noi." Spiegò Changbin guardandosi intorno.
"Dove si trova?" Chiese allora Chan.
"È seduto in mezzo tra Hyunjin e Seungmin."
Minho ancora non parlava, troppo sconvolto da quella scoperta.
"Perché nessuno ci ha avvertito della sua morte?" Singhiozzò Jeongin aggrappandosi al braccio di Jisung.
"Perché nessuno lo sa." Sussurrò Minho, ancora bloccato nel suo stato di trance.
"Puoi parlare con lui?" Chiese Felix.
Jisung annuì.
"Puoi chiedergli se ha fatto male?" Sussurrò Seungmin.
"Può sentirvi siete voi che non potete sentire lui."
"Può tornare da noi?" Jisung trattenne il respiro a quella domanda di Chan.
"Non...non lo so. Potrebbe se entrasse nel corpo di una persona appena morta, credo... Perderebbe tutti i ricordi che aveva...a meno che non accada qualcosa che glie li faccia tornare ma non sarebbe lo stesso Minho, non avrebbe il suo stesso aspetto." Borbottò Jisung.
"Come fai a sapere tutte queste cose?" Domandò Minho, adesso tornato tra di loro.
"C'è una persona, credo che sia cattiva, mi da delle brutte vibrazioni...lui mi ha detto che con il mio dono posso aiutare le persone a farle tornare in vita...lui...è sempre cattivo con me quando mi viene a parlare." Borbottò Jisung. "Fa diventare gli spiriti cattivi. Perché sei qui a proposito? Non hai visto nessun tipo di luce quando sei morto?" Minho scosse la testa.
"Quando ho aperto gli occhi ero nella mia stanza a casa nostra. Vi ho cercato per casa e quando non vi ho trovato sono venuto qui." Spiegò Minho.
"Quindi sei morto da poco meno di un'ora. Come è successo?" Minho sollevò le spalle.
"Non ne ho idea. Ricordo che stavo correndo per il campus poi il buio più totale." Jisung annuì.
"Cosa sta dicendo?" Chiese Hyunjin.
Jisung riferì loro tutto quello che Minho aveva detto.
"Se sei qui devi avere un conto in sospeso. Ho imparato questo con gli spiriti che ho conosciuto. Quando risolverai il problema che hai, vedrai una luce colorata e una volta attraversata sarai in pace."
"Pace? Ji, non esiste pace senza voi. Non andrò da nessuna parte, soprattutto adesso che so che tu tra tutti puoi vedermi. Non ti lascerò una seconda volta. Non dopo che ho appena scoperto che porca puttana provavi qualcosa per me quando anche io lo facevo! Lo faccio anche adesso!" Minho urlò così forte che un forte vento iniziò a soffiare. Facendo volare via il cappello da tennis di Changbin.
"Per favore calmati. Se non lo farai succederà peggio di un semplice vento." Mormorò Jisung.
Minho prese un respiro profondo stringendo entrambe le mani in due pugni.
"Ji, perché si è arrabbiato?" Sussurrò Jeongin.
"Non vuole lasciarci. Non ora che sa che i suoi sentimenti sono ricambiati dai miei e che posso vederlo."
"Perché non sei..." Felix smise di parlare, tirando su con il naso. "Perché non stai piangendo per la sua morte? Dovresti essere sconvolto, tu più di chiunque altro! Sono tre anni che sei innamorato di lui!"
"Lix, io lo vedo a differenza vostra. Per me non è cambiato nulla. È qui con noi come lo è sempre stato, solo non lo è fisicamente. Non po-" Jisung si bloccò distogliendo lo sguardo da Minho. Nascose le mani dentro la tasca della felpa, tremavano troppo per lasciarle vedere agli altri.
"Vai avanti." Jisung scosse la testa.
"Farò tardi a lavoro, devo andare."

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