I Frank Einstein

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Era sdraiato sul letto, con le mani intrecciate dietro la nuca. I capelli ribelli che gli cadevano sugli occhi gli impedivano di mettere a fuoco per bene gli oggetti - per quel che ci riusciva, almeno, quando non aveva gli occhiali.
Osservava distratto le gocce d'acqua che si abbattevano violente sul vetro, come se volessero distruggerlo.
Odiava i pomeriggi così, senza niente da fare. In realtà doveva svolgere diversi compiti, esercitarsi con la pratica e sistemare il suo baule. Ma no, non le riteneva cose troppo importanti da scomodarlo.
Hermione aveva cercato di convincerlo a seguirla in biblioteca, ma aveva miseramente fallito, così era andata via sbruffando.
Ron era in giro chissà dove, era dalla colazione che non lo vedeva.
Alla fine si decise e prese coraggio, alzandosi dal letto con un colpo di reni. Inforcò gli occhiali sistemandoli malamente sul naso, poi si mise le scarpe e uscì dal dormitorio.
Ancora non aveva bene in mente cosa fare, ma farsi una passeggiata per i corridoi di Hogwarts lo trovava meno struggente. Almeno poteva ficcare il naso un po' qua e un po' là, tra i chiacchiericci spensierati del fine settimana e le coppiette di ragazzini del primo anno che si sbaciucchiavano. Non che gli piacesse farlo, ma a mali estremi...
Camminò a lungo senza fare molto caso a dove stesse andando, finché non si accorse che un gemito di pianto aveva spezzato quell'assurdo silenzio. Si riscosse dai suoi pensieri e si guardò intorno: un labirinto di corridoi quasi completamente bui con le pareti sudicie. Il sotterraneo. Serpeverde. Malfoy ne stava combinando un'altra delle sue, senza dubbio.
Svoltò in direzione delle voci e vide il solito gruppetto di serpi capeggiato dal biondino. Tutti ridevano delle sue battute, mentre accerchiavano qualcuno steso a terra.
« Malfoy, lascialo in pace! »
Silenzio di tomba. Tutti si girarono all'unisono.
Un sorriso sghembo si disegnò sulle pallide labbra, « che c'è Sfregiato, sei venuto a fare l'eroe? Qui non c'è nessuno che possa premiarti, quindi fatti i cazzi tuoi e sparisci ».
I suoi amici risero e tutti tornarono a dargli le spalle.
« Frank Einstein, che ne dici di fare un salto nel nostro dormitorio? » disse il biondo mettendo un piede sulla faccia del povero malcapitato, « credo ci siano diversi marmocchi del primo anno che vorrebbero i tuoi compiti e... »
« Basta ho detto! » sbottò all'improvviso Harry, strattonandolo da una spalla per allontanarlo.
Un pugno lo colpì dritto al naso stordendolo per qualche istante, ma Harry gli afferrò prontamente i capelli strattonandoli avidamente. Non sapeva bene come, ma si ritrovarono entrambi stesi a terra avvinghiati a lottare per il posto sopra.
« Per mille folletti, cosa state combinando voi due? Fermatevi subito! »
Nell'udire quella voce, entrambi si bloccarono e saltarono un piedi come soldati.
« Ha cominciato lui! » dissero all'unisono, indicandosi l'un l'altro.
« Io ero tranquillo per i fatti miei e... Smettila di ripetere quello che dico! »
« Silenzio! » tuonò la professoressa.
« Professoressa McGranitt... Signora... Potter mi è venuto a s-salvare d-da loro.... M-mi... St-stavano dando fa-fastidio... » disse una voce sconosciuta.
Harry si voltò e davanti a se non trovò un volto, ma una cintura. Alzò gli occhi in tutta la lunghezza del ragazzo - senza dubbio alto più di due metri - finché non incontrò il volto. Era paffuto, gli occhi bassi e quella peluria sotto al naso tipica dell'adolescenza che non gli donava affatto. Si vedeva a colpo d'occhio che era un timidone, l'esca perfetta per una serpe.
« Mi fa piacere che Potter continui a lottare per la giusta causa, ma ciò non toglie che si stavano picchiando. Quindici punti in meno alle vostre rispettive case » disse rivolgendosi ai due rivali, « ed ora filate via prima che vi spedisca dal preside ».
Harry e Draco si scambiarono un'occhiataccia, poi si allontanarono.
« Ah, ragazzi, dimenticavo quasi » riprese la McGranitt rivolta ai Serpeverde, « altri dieci punti in meno ad ognuno di voi, per aver importunato questo povero ragazzo ».
Detto questo, girò sui tacchi e andò via portandosi dietro quel bambino un po' troppo cresciuto. Harry si domandò chi fosse, non lo aveva mai visto prima. Eppure uno così non dovrebbe passare inosservato.
Tornò a vagare per i corridoi della scuola nuovamente senza meta, stando ben attento a non capitare ancora nei sotterranei. Si guardò intorno pensando a quanti poveri malcapitati erano passati per le mani di Malfoy. Lui aveva la lingua biforcuta proprio come una serpe: colpiva le sue vittime quasi unicamente con le parole e riusciva a far piangere praticamente tutti, anche i più grandi. Con Harry, invece, si sfogava prendendolo a pugni.
Ormai era quasi un rito ogni volta che si incontravano. Occhiatacce, parole pesanti, dito medio, botte. Si odiavano già dal primo anno, ma il motivo non gli era ancora ben chiaro.
La maggior parte dei Serpeverde era strafottente, ma loro Harry non li odiava. Solo Malfoy. Perché? Una domanda che neanche dopo cent'anni avrebbe trovato risposta.
"Parli del diavolo e spuntano le corna", pensò Harry quando vide Draco camminare spedito verso di lui. Gli andò incontro.
« Devi imparare a farti i cazzi tuoi, ok? » gli disse il biondo punzecchiando il dito indice sulla sua spalla.
« E tu devi imparare a non rompere le palle alla gente »
« Ho perso dieci galeoni per colpa tua, Sfregiato! Quei ragazzini ora non mi chiederanno più niente. Hai rischiato di farmi fare la figura del coglione, sai? »
« Non sarebbe stata sbagliata » ribatté il moro fissandolo negli occhi.
Malfoy strinse la mano sul colletto della camicia e lo strattonò.
« Tutto bene ragazzi? Non starete mica litigando ancora? » domandò Ginny, apparsa all'improvviso, « Ron e Hermione ti stanno cercando, sono nella Sala Grande » continuò rivolta a Harry, poi li salutò allontanandosi.
« Ma cos'è un vizio dei Grifondoro ficcare il naso ovunque? » disse Draco sdegnato, mollando la presa.
« Sappi che me la pagherai, Sfregiato » e se ne andò.

« Ciao ragazzi » salutò sedendosi al tavolo.
« Harry! Possibile che tu e Malfoy finiate sempre col fare a botte? Prima o poi si accorgeranno di quante ve ne date, e vi espelleranno » lo riprese Hermione.
« Ma perché ti capita sempre quando sei solo? Avrei voglia anche io di mollargli un bel pugno sul naso » si lamentò Ron.
« Conoscete quel ragazzo? » domandò Harry indicando il gigante visto appena un'ora prima.
« Sì, è Frank Gavischon, Tassorosso. Credo sia un mezzogigante come Hagrid, perché? » rispose Hermione.
« Malfoy aveva preso di petto lui, oggi pomeriggio ».
Poi la conversazione scivolò sui compiti, andando a finire su mostri e creature magiche che avrebbero voluto vedere e finì sui capelli schifosamente unti del professor Piton.
Circa un paio d'ore dopo erano tornati nel dormitorio e si diedero la buonanotte. Harry si infilò nel letto e si tolse gli occhiali, promettendo che l'indomani avrebbe svolto almeno un po' di compiti.

Coniucto Corpum || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora