IX Firebolt VS Nimbus Duemilauno

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Quella settimana fu più lunga di qualsiasi altra. Harry attendeva il sabato eccitato, come se dovesse affrontare una partita di Quidditch. Si era allenato coi suoi compagni, aveva sfidato Fred e George Weasley in una gara e aveva battuto tutti e due, solo che non ci aveva trovato molto gusto visto che le loro scope avevano qualche anno in più della sua.
Malfoy in quei giorni era tornato un po' più flessibile e spesso suggeriva a Harry di lasciar perdere perché lo avrebbe stracciato.
Ma lui non ne aveva la minima intenzione, voleva sapere ed era più determinato che mai.
Voleva sapere che aveva in testa quella serpe, ma soprattutto quello che gironzolava in mente a Harry stesso. Non si era mai sentito attratto da uno del suo stesso sesso (anche se non erano solo donne a volerci uscire per la sua fama); aveva sempre fatto qualche scappatina qua e là con le sue ammiratrici. Ma cosa aveva Draco di così diverso?
Un pensiero perverso gli catturò la mente e sentì subito le orecchie bollire.
Quel sabato mattina, quando si incontrarono alle otto, si avvertiva già la tensione tra di loro. Due ore dopo sarebbero stati a cavallo delle loro scope per sfidarsi.
Avevano chiesto a quattro ragazzi appartenenti a case diverse di fare da arbitri.
Persone che conoscevano solo di vista, per rendere il risultato più leale possibile.
Si sedettero al tavolo dei Serpeverde per la colazione, ma nessuno dei due toccò cibo.

« Si può sapere perché gareggiate? » domandò il ragazzo-arbitro dei Tassorosso, mentre lo seguiva verso il campo da Quidditch.
« Te l'ho detto » sbottò Malfoy esasperato, « l'ho sfidato io solo perché voglio battere quello che tutti credono il più veloce della scuola ».
Oltre che dai quattro arbitri, erano seguiti da qualche altro studente che andava ad assistere. Tra loro, ovviamente, c'erano anche Ron, Hermione, Tiger e Goyle.
Quando furono giunti al campo, la ragazza-arbitro dei Corvonero ripeté le poche regole stabilite.
« Si parte dopo il suono del fischietto. Tre giri completi. Chi trasgredisce queste regole può dichiararsi espulso e di conseguenza avrà perso. In bocca al lupo, ragazzi! »
Attesero che i quattro arbitri si schierassero ai lati del campo, poi entrambi montarono sulle rispettive scope, eccitatissimi.
« Paura, Potter? » disse Malfoy con un ghigno, richiamando alla mente la loro prima sfida.
« Ti piacerebbe » rispose Harry, sorridendo appena.
« Pronti? » disse la ragazza col fischietto in mano. « Al mio fischio. Tre... Due... Uno... »
Quando il suono giunse alle loro orecchie, entrambi si dettero una forte spinta coi piedi, schizzando in avanti.
Harry era in vantaggio rispetto a Draco, la sua scopa aveva un'ottima accelerazione in partenza.
Una scia rossa mancò di un pelo la Firebolt del moro, mentre virava nella prima metà del campo. Tirò fuori la bacchetta a sua volta e tento di colpire la serpe, ma questa schivò prontamente il colpo, appiattendosi sulla scopa per darsi più spinta.
Erano uno accanto all'altro. Malfoy lo colpì violentemente su un fianco facendogli perdere un istante il controllo, cosa che gli permise di superarlo di un paio di metri.
Harry puntò la bacchetta contro di lui e cercò di colpirlo ancora, ma l'altro aveva iniziato a muoversi a zig-zag per rendergli le cose più difficili.
Il primo giro, annunciato dalla solita ragazza, si concluse con Malfoy in testa.
Harry non poteva permettersi di farlo vincere. Si appiattì sulla Firebolt fino a toccarne il manico col torace e la scopa schizzò in avanti di tre metri, raggiungendo Draco.
Il ragazzo tentò di restituire la botta ricevuta poco prima, ma andò a vuoto perché la Nimbus era volata in alto.
Allora lui decise di andare in basso, così in basso da toccare il terreno con la punta dei piedi.
« Alohomora! » gridò con la bacchetta puntata al baule delle palle da Quidditch.
Poco dopo Harry stregò il Bolide affinché attaccasse Draco, che schivò il primo colpo per un pelo.
Anche il secondo giro si concluse con lui in testa e questo non piacque affatto a Harry.
Uno degli arbitri richiamò i Bolidi e li rimise a posto, quando rischiarono di colpire i ragazzi sugli spalti.
Mancava davvero poco alla conclusione e Malfoy era ancora in testa.
« Non hai speranze, Potter! » gridò da cinque metri più avanti.
« Lo vedremo! » rispose poco convinto.
Ormai gli mancava appena un metro dal traguardo e Harry era fin troppo dietro di lui. Non aveva davvero speranza, ma tentò il tutto e per tutto. Dopotutto aveva già funzionato una volta, no?
« Expelliarmus! » gridò puntando la bacchetta verso di lui.
Con sua grande sorpresa, Harry lo vide barcollare mentre la bacchetta gli volava dalle mani.
Ne approfittò immediatamente appiattendosi il più possibile alla Firebolt. Era dietro Malfoy. Lo stava superando.
L'altro recuperò qualche centimetro e tentò di colpirlo col piede, ma Harry lo schivò prontamente.
Ormai mancavano solo pochi centimetri. Erano alla pari. Harry strinse i denti e incitò la sua scopa. Erano quasi arrivati...

Il fischietto suonò di nuovo per annunciare la fine della corsa ed entrambi scesero dalle scope, affannati.
Attesero che gli arbitri si radunassero di nuovo per il verdetto. Harry aveva il cuore che batteva forte in petto, gli sembrava che fossero arrivati allo stesso momento, alla pari. Poi ci pensò su: il manico della Nimbus era più lungo di quello della Firebolt, quindi senza dubbio aveva vinto Malfoy, e addio verità.
« Il vincitore è... » iniziò il ragazzo-arbitro dei Serpeverde (ecco, sì, aveva proprio perso allora) « Harry Potter! »
Harry si lasciò sfuggire un urlo di gioia.
« Sì! Bravo Harry! » esultò Ron, raggiungendolo.
« Sei stato grande! » aggiunsero all'unisono Fred e George, dandogli delle pacche sulla spalla.
Il moro guadò la serpe con un sorriso a trentasei denti.
« Hai perso, Malfoy! »
Il ragazzo non era per niente felice. Digrignava i denti e i suoi muscoli erano tesi. Per la prima volta in vita sua era costretto a rivelarsi e la cosa non gli piaceva affatto.
Dal canto suo, Harry era più felice che mai. Aveva davvero temuto di perdere la sfida, ma la sua cara vecchia scopa non l'aveva tradito neanche quella volta.
Finalmente avrebbe scoperto la verità su Malfoy, finalmente avrebbe capito qualcosa di quel ragazzo così affascinante e misterioso.
Ma, soprattutto, avrebbe capito perché non riusciva a staccargli gli occhi di dosso ogni volta che sorrideva.

Si misero d'accordo per vedersi quella notte stessa e l'espressione preoccupata di Draco lo turbò abbastanza. Rimase zitto tutto il giorno e lasciò che Harry decidesse che fare, ma neanche a lui venne in mente qualcosa.
Erano entrambi agitati, quindi ci voleva qualcosa che potesse rilassarli almeno un po'. Così decise di passare al lago tutto il resto della giornata, dopo il pranzo.
Rimase sdraiato sull'erba umida, le mani dietro la nuca, rigirando in bocca un filo d'erba. Osservava Draco rannicchiato sul bordo del lago poco più sotto, le ginocchia al petto e un dito ad increspare l'acqua. Non si mosse ne parlò per almeno un paio d'ore e quel silenzio aveva iniziato ad opprimerlo, così alla fine Harry decise di avvicinarsi.
Si sedette a gambe incrociare accanto a lui - l'altro non fece cenno di averlo sentito - e scrutò la superficie del lago, nello stesso punto in cui in quel momento passava due dita.
Centinaia di pesciolini non più grandi di una falange seguivano i suoi movimenti, alcuni si avvicinarono tanto da provare a mangiare i polpastrelli, poi sparivano di nuovo in mezzo al banco.
Voleva parlargli, tutto quel silenzio lo stava facendo impazzire, ma non sapeva che dire.
« Ehm... Sono rilassanti, vero? » tentò.
Draco annuì quasi impercettibilmente.
« Sai dirmi come si chiamano? » l'altro scosse il capo.
Ci fu qualche minuto di silenzio, poi Harry parlò di nuovo.
« Insomma, che hai? Sono ore che non fiati »
Malfoy scrollò le spalle, poi, come se avesse capito che la risposta non era esaudiente, disse: « Sono un po'... agitato. »
Il moro inarcò le sopracciglia. « quello che hai da dirmi è così serio? »
« Sì, almeno per me. Poi, probabilmente, tu mi manderai al diavolo. È questa la cosa che mi preoccupa di più: la tua reazione »
« Beh, non sarebbe tanto diverso dalle altre volte, no? » tentò di scherzare.
Un sorriso sghembo si disegnò sul volto di Malfoy, e Harry rimase di nuovo incastrato in quelle iridi di ghiaccio.
« Sarà più diverso di quello che immagini».
Poi si alzò in piedi e si allontanò: erano già le sei.

Coniucto Corpum || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora