VIII Gioco di scope

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Harry non passò una bella nottata. Quelle poche ore di sonno che aveva a disposizione le passò rigirandosi nel letto, dormendo a tratti, svegliato continuamente da incubi stranissimi.
Sognò che i Dursley erano venuti a prenderlo a Hogwarts e l'avevano legato per portarlo via di peso, mentre lui lottava con tutte le sue forze per restare. Zia Petunia si trasformò in un lupo mannaro e prese a morderlo violentemente.
Poi quel sogno svanì e si ritrovò nel più totale buio della foresta proibita. Era in cerca di qualcosa, o di qualcuno, non lo sapeva. Vagava tra gli alberi che si facevano sempre più fitti, finché non si trovò davanti ad un'enorme creatura pelosa. Sentì schioccare le tenaglie di Aragog, mentre si accorgeva che qualcuno gli stava sulla groppa. Era Malfoy. Pallido in viso più del solito, grosse occhiaie scure sotto gli occhi e guance scavate. Era un vampiro.

Una leggera scossa al braccio fece svanire l'ultimo brutto sogno. Aprì gli occhi e vide la luce del sole filtrare dalle tende del suo letto. La scossa divenne lievemente più forte. Poi capì: erano quasi le otto e la sua testa minacciava di scoppiare da un momento all'altro.
Si alzò dal letto e si vestì in fretta, poi attraversò la Sala Comune e uscì fuori dal dormitorio dei Grifondoro.
« Alla buon'ora » disse una voce alle sue spalle.
Si girò e trovò Malfoy davanti a lui, poggiato sul muro.
« 'Giorno »
Percorsero in silenzio il tragitto fino alla Sala Grande. Draco sembrava essere più rigido del solito.
Consumarono la colazione nel totale silenzio, poi Harry seguì nuovamente Draco, che sembrava non avere una destinazione.
Infatti gironzolarono per per il castello come fossero due fantasmi, senza parlare e guardarsi, mai.
Dopo un po' riuscì a capire che stava cercando qualcuno.
« Tiger! Goyle! » chiamò Malfoy, raggiungendoli. « Ma dove vi eravate cacciati? Avete fatto quel che vi ho detto?»
« Sì sì, Groove è sistemato » rispose Goyle soddisfatto.
« Ha detto che non si rifiuterà mai più » aggiunse Tiger con un ghigno malefico.
« Benfatto ragazzi » si congratulò Draco.
I due si aggiunsero a loro e presero a vagare di nuovo per i corridoi.
Tiger, Goyle e Malfoy camminavano davanti a Harry parlando animatamente, mentre lui era dietro a seguirli come fosse un cane.
Forse soltanto nei primi giorni la serpe si era comportata in quel modo, ma poi aveva smesso. Ora eccolo lì che lo ignorava di nuovo. Era assurdo, dopo l'accaduto di appena cinque ore prima.
Sentì ribollire la rabbia dentro di lui, ma si mantenne calmo.

Dopo più di un'ora che Harry lo seguiva, gli disse che voleva andare in infermeria per via dell'emicrania lancinante che aveva dal risveglio. Non riusciva più a sopportare né il mal di testa né Draco.
La serpe fu costretta a fargli da scorta e attendere che Madama Chips gli rifilasse la pozione giusta, intanto gli altri due se ne erano andati.

Harry e Draco continuavano a non scambiarsi nemmeno una parola.
Fu il pranzo più orribile di tutti i tempi. Era circondato da centinaia di Serpeverde che non facevano che sfotterlo e dargli botte per fargli cadere il cibo dalle mani, mentre Draco rideva con loro, quando fino al giorno prima intimava i suoi amici di smetterla.
« Dai ragazzi, smettetela » disse dopo mezz'ora buona, « dopo va a finire che ci vado di mezzo io».

Si sentì sollevato quando arrivarono le sei. Non era mai stato più felice dal separarsi da lui.
Raggiunse Ron e Hermione nella Sala Comune e si sedette sulla poltrona che Grattastinchi aveva tenuto occupata per lui. Se lo posò sulle ginocchia e si rilassò accarezzandolo.
« Oggi è stato un giorno terribile » disse iniziando a raccontare la giornata ai suoi due amici.
« Che stronzo! »
« Ron, non dire parolacce! » lo rimbeccò Hermione.
« Quando ci vuole ci vuole, lo ha trattato come se non esistesse! »
« Cosa vuoi aspettarti da uno come Malfoy? » domandò la ragazza.
Ron fece una smorfia.
« basta pensarci, ora » disse Harry, « vado a farmi una dormita che non ho avuto neanche una buona nottata. Ci vediamo per cena, chiamatemi se non mi sveglio ».

* * *


Nei giorni successivi non ci fu miglioramento, anzi. Malfoy sembrava essere tornato come nei primi giorni di punizione, o forse anche peggio.
Lo sfotteva continuamente e aveva smesso di passargli i suoi appunti. Gli rispondeva a monosillabi e si dimenticava fin troppo spesso della sua presenza.
« Si può sapere che ti prende? » sbottò il mercoledì pomeriggio, mentre erano chiusi nell'aula di Divinazione.
Malfoy lo fissò con un sopraccigli alzato.
« Mi stai ignorando! Dopo quello che é successo sabato notte! »
« È stato solo un errore, Potter »
« Un errore? Vuoi prendermi in giro? Stavi per baciarmi! Ed ora guarda, quasi non mi rispondi neanche »
Draco fece una smorfia, « te l'ho detto, è stato un errore. Dimentica tutto e basta »
« No, voglio spiegazioni. Non ci credo a quel che dici, non puoi avermi spogliato quasi totalmente per errore. Voglio che mi spieghi, Malfoy. Ne ho il diritto. Lo pretendo ».
« Hai detto di esserti imparato a conoscermi, giusto? Allora perché non ti entra in testa che io la verità non la dico mai? »
Ci fu qualche minuto di silenzio, poi Harry parlò di nuovo.
« Giochiamocela » disse.
« Cosa? » rispose l'altro senza capire.
« Giochiamoci la verità. Hai detto di volermi sfidare con la scopa, no? »
« E io che ci guadagno? »
« Ti lascerò infastidire tutte le persone che vuoi, per una settimana »
« I miei segreti valgono molto di più, Potter »
« Ti darò cinquanta galeoni, anche. Ci stai? » disse tendendogli la mano, mentre si alzava in piedi.
Malfoy esitò un istante, pensoso, poi si alzò a sua volta e strinse la mano di Harry.
« Affare fatto. Non aspettarti nulla di leale durante la corsa ».
Fece per togliere la mano, ma Harry mantenne saldamente la presa.
« Non m'importa se mi farai cadere dalla scopa, voglio solo che tu mantenga la parola ».

Coniucto Corpum || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora