CAP. 7

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La settimana passa velocemente. Venerdì l'ultimo giorno di scuola, alla terza ora. Non so se sia meglio un interrogazione o recitare in uno stupido musical.

Sto sulla sedia disegnando sul banco, mancano pochi minuti alla ricreazione. Sento il mio cognome pronunciato dalla prof, alzò la testa "Rossi interrogata" mi alzo e arrivo alla cattedra. Deglutisco. Mi guardano tutti. Aiuto. Qualcuno bussa. Entra Matteo seguito da Giulia che esclama con una voce troppo squillante "La prof di italiano ha chiesto Rossi e Di Palma" tiro un sospiro di sollievo ed esco dalla classe seguita da Francesco "Che demo fa?" Chiedo a Giulia "Amo una recita del cazzo. Ogni sabato demo veni a scola e tocca pure esercitasse a coppie" sbarro gli occhi "de che parla la recita?" Giulia alza le spalle "boh". Arriviamo nell'aula di teatro dove la prof di italiano ci aspetta seduta per terra. "Sedetevi cari" dice. Ci sediamo. Lei allarga le braccia e guarda in alto "faremo una recita, e voi siete stati presi a scelta, se non volete partecipare potete anche andarmevene. Per chi volesse partecipare avrà dei crediti in più." Tutti sbuffarono. Ok mi tocca farla. Mi servono assolutamente dei crediti per recuperare. Faccio un lungo respiro "di che si tratta?" Dico.
La prof sorride ed esclama "una storia che ho scritto io, si tratta di una ragazza che perde gli amici perché cade nel giro della droga. A sorteggio sceglierò i ruoli" si alza e indica una pila di fogli "prendete pure il copione, ora fuori scrivete i vostri nomi se voleste partecipare e tornate in classe"
Stupendo.
**
Ultima ora esco da scuola. Non vedo Giulia, strano. Mi incammino verso La biblioteca. Cristo ho anche fame e non ho nulla da mangiare. Vedo una macchina che me segue e poi una voce "vuoi un passaggio?" Mi giro e vedo Matteo che sorride dalla macchina. Si, non mi tocca camminare. Che bello! Entrò in macchina e sorrido "Grazie però non sto andando a casa"
"Perché?"
"Non c'è nessuno a casa e mi sono dimenticata le chiavi"
"Ti va se andiamo a casa mia?"
Ok, questo mi si stupra. Però è così dolce e ho anche fame...
"Dove abiti?"
"Ehm Ostia"
"Ostia!?"
"Cioè aspetta" lui accosta la macchina e chiama un numero
"Ma?"lo guardo "stai a casa?" Lui annuisce "ma se vengo a trastevere? Me sento un po' male. E ho anche le chiavi" sorride mordendosi il labbro. Porcodue quanto è sexy. Vorrei assaggiare le sue labbra. Attacca. Sorride e riparte. Lo guardo con aria interrogativa. "Mh?"
"Andiamo a casa di mamma, a trastevere. È vicino."
Annuisco.
**
Entriamo in casa. Una villa vorrei dire. Il salone è quasi più grande di casa mia, cerco di non spalancare gli occhi e la bocca. Cazzo. Io metto lo zaino all'entrata, lui si siede sul divano e accende una sigaretta "Siediti" mi siedo. Sono un pochino imbarazzata ma ok. Lui prende il telefono e chiama la pizzeria per ordinare due pizze e due supplì.
Mi accendo una sigaretta
"A che ora tornano i tuoi?" Dice accendendo la tv. "Alle sette.. Perché?"
"Così so quanto staremo insieme"
"Oh.." Bisbiglio arrossendo.
Parlammo un po' di tempo, abbastanza simpatico. A quanto pare ha i genitori divorziati e non va a scuola, spaccia. Ora capisco un po' di cose. Fa dei lavoretti dal padre e lui lo paga, molto comodo. Quindi non fa un cazzo dalla mattina alla sera però non capisco perché ogni tanto si imbuca a scuola. Bah. Ad una certa incomincia a girarne due. Un personale a testa. Lo guardo mentre grinda l'erba. Silenzio. Me la passa e l''accendo. Faccio il primo tiro, cerco di non tossire. Troppo forte. Cavolo. Lui mi sorride, questa volta devo rimanere cosciente. Lui se l'accende.
"Forte nevvero?"
Annuisco. Mi sento felice.
Dopo un ora a sfattonare arriva la pizza. La mangiamo velocemente come se non ci fosse un domani.
"Non sono mai stata così bene" esclamo sbracata sul divano. Lui ride "che bello che sei" sussurro "anche tu sei bella" dice Matteo arrossendo. Sorrido. Lui si avvicina a me e mi abbraccia scoppiando a piangere. Ma che cazz?

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