Sakuatsu, hospital au
Atsumu e Kiyoomi lavorano entrambi all'ospedale centrale di Tokyo. Tanto stupendi, affascinanti e professionali, quanti inavvicinabili.
Spoiler, Atsumu e Kiyoomi sono sposati. Nessuno è stato informato della cosa.
Di base, la...
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- Buon San Valentino, Kiyoomi. Sei la luce della mia vita, la luna per le mie stelle e il sole per il mio cielo. Benedicimi per sempre, con le tue mani dolci, il sorriso gentile e le tue tette enormi e... no aspetta.. mhh.. no no niente tette, con il tuo grosso cazzo e -
- 'Tsumu, per l'amor di Dio -
- Beh in realtà.. non è che siano tette però effettivamente sono grossi i tuoi pettorali e forse potrei anche -
- Atsumu.. basta così, davvero, sono le sette di mattina e già ho sentito abbastanza -
Noioso.
Noioso, irritabile e rovina atmosfera.
Non trattengo il sorriso però. La risata che si perde in uno sbuffo appena accennato.
Il ciuffo biondo, schiarito di recente, che si solleva appena sulla mia stessa fronte.
Non mi piace tanto essere interrotto nelle mie divertentissime e spassosissime battute, ma posso chiudere un occhio.
Solo perché sono le sette.
E perché se sto zitto, posso continuare a guardarlo in adorazione assolutamente indisturbato.
Distolgo lo sguardo dal telefono e lo sollevo negli occhi scuri che amo, incontrandoli nel riflesso dello specchio del bagno.
Omi inarca un sopracciglio, l'espressione concentrata mentre si rade senza fretta il leggero strato di peluria scura lungo la mandibola.
Non dice nulla di più, ma il cipiglio di finto rimprovero sulla sua fronte è più che sufficiente.
Pazienza, le mie doti di poeta possono aspettare.
Peccato, davvero.
Il finale era il pezzo migliore.
Stavo recitando i messaggi di San Valentino trovati su Internet, ma a mia discolpa, chi se lo aspettava che la dichiarazione più dolce del mondo finisse in un'adorazione erotica?
Nel motore di ricerca avevo inserito 'dichiarazioni zuccherose e imbarazzanti per dichiararsi'.
La parte sui suoi prosperosi pettorali, non l'avevo prevista.
E comunque stavo dicendo la verità e facendo un complimento, quindi poche balle.
Faccio leva sulle braccia, mi metto a sedere sollevandomi dal bordo della vasca su cui ero appollaiato in un equilibrio decisamente precario.
