Vita o morte

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Manuel sollevò i cuscini del divano e vi trovò pezzi di patatine, molliche, una moneta da 1 euro, e un pacchetto di cartine per arrotolare il tabacco. Mise l'euro e le cartine in tasca e con la scopa cercò di far cadere tutto per terra, per raccoglierlo poi insieme al resto.

Non aveva dormito un granché. Il viso di Simone rigato di lacrime lo aveva tormentato per le poche ore che era stato a letto. Non riusciva a scacciare quell'immagine.
Rivedeva continuamente la scena. I baci con quel maledetto tizio, il rumore del bicchiere che si infrange per terra, la chiazza di vino rosso, la faccia di Simone. La sua sagoma nel buio piegata su se stessa e le sue parole.

Alle 7:00 aveva sentito la porta di casa Balestra chiudersi e Simone uscire.

Alle 8 e mezza aveva deciso di scendere a dare una sistemata. Il giorno dopo sarebbe venuta, come al solito, la donna delle pulizie, ma certo non potevano farle trovare il casino del dopo festa.
Avrebbero dovuto pulire insieme, così era previsto, ma Manuel si ritrovò a farlo da solo. In fondo, nemmeno gli pesava. Questo lo avrebbe tenuto impegnato per un po'.
Sentì bussare alla porta.
Quando andò ad aprire si ritrovò davanti Giovanni.

"Ciao! C'è Simone?"
Manuel ci mise qualche secondo a metabolizzare la sua presenza.
"No, mi spiace. È uscito." era già pronto a richiudere la porta.
Giovanni guardò l'interno della casa in disordine e la scopa che Manuel teneva in mano.
"Eravamo d'accordo che lo avrei aiutato a pulire stamattina. Poi non ci siamo nemmeno salutati ieri sera. Ma io glielo avevo promesso e.. nel dubbio sono venuto lo stesso."

Ah pure lui doveva pulire..

"Eh ma lui non c'è però.."
"Vabbè, sono qui ormai. Ti do una mano."
"No grazie, non serve."
Manuel fece per chiudere.
Giovanni diede un'altra occhiata alla stanza e poi disse "A me sembra che.. serva."
Manuel allargò un po' le braccia e gli fece cenno di entrare.

Decisero che Giovanni, munito di una grossa busta nera, avrebbe eliminato tutto ciò che era stato abbandonato su mobili e superfici piane.

"Manuel, giusto?" chiese Giovanni.
"Giusto"
"Sei tipo... il fratellastro di Simone.."
"No." Gli era uscito secco, un tono decisamente scocciato.
"Ah, ... avevo capito... che i vostri genitori sono tipo...sposati?"
Giovanni era un po' in imbarazzo per il tono che l'altro aveva usato. Manuel se ne accorse e allora decise di usare un tono più civile, così aggiunse:
"A parte che non sono sposati, stanno insieme e basta. Ma questo non ci rende fratellastri o parenti. I fratellastri credo abbiano un genitore in comune, no?"
"Sì, credo di sì.."  era confuso Giovanni, ma si convinse della cosa mentre rispondeva.
"Ecco, appunto." fece Manuel "Io e Simone siamo amici. Lo eravamo da prima che i nostri genitori si mettessero insieme."
Amici. Siamo amici, sì certo...

"E siete molto ... legati?"

Siamo molto legati?
Legati.. che strano modo di dire che due persone si amano. Legati dall'amore, forse si intende questo.
Legati sì. Siamo legati io e Simone, anche se lui ora mi odia.

"Abbastanza.. sì."
"Quindi tu sai dirmi che gli è preso ieri sera? Se ne è andato in camera sua e non mi ha voluto più parlare.."
"Non so niente, me dispiace. Prova a chiamarlo."
"Ha il telefono spento."
"Vorrà starsene un po' tranquillo.."
"Ma secondo te che è successo ieri sera? Un attimo prima stava andando tutto bene, un attimo dopo se ne è andato in camera sua nel bel mezzo della festa e fine."
"E che ne so io?"
"Sicuro?"
"Senti, non so che t'ha raccontato l'amico tuo. Ma io e Simone siamo amici. Punto." la voce di Manuel tradiva rabbia mista ad una strana, stizzita amarezza.
"Non ti seguo. L'amico mio? Intendi Simone?"
"No, quello che te sei portato alla festa..."
Giovanni lo guardò senza capire.
"Ma chi? Guarda che io alla festa non ho portato nessuno."
"Dai quello alto, riccio.. M'ha detto che è amico tuo e che è venuto co' te."
"Con me? Io non ho portato nessuno. Mi spiace. Non so chi sia e comunque ti ha mentito."
"Vabbè lascia sta'."
"Ma cosa avrebbe dovuto dirmi scusa? Cosa diceva su te e Simone?"
"No, niente. Evidentemente è uno che dice un sacco de cazzate" Manuel realizzò di aver detto anche troppo.

Non guardarmi negli occhi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora