Capitolo 2: Incontro

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Considerando che ormai si è fatto tardi e ha iniziato a piovigginare constato che chiedere la coperta in prestito al figlio di Jake non sia una cattiva idea, così attraverso la strada e mi avvio per cercare il numero civico 16. Sta praticamente di fronte al nostro palazzo quindi mi ci vogliono si e no tre minuti per raggiungere la casa. È molto piccola, bianca e un po' trasandata. Supero la staccionata che separa il giardinetto dalla strada e inizio a salire le scale per poi trovarmi davanti ad una porta sgangherata.
Busso un paio di volte e attendo che qualcuno mi venga ad aprire o mi risponda ma sembra che all'interno non ci sia nessuno. Mi dirigo quindi sul retro per spiare dall'unica finestrella che mi permette di guardare senza dover saltare o mettermi in punta di piedi. Nessuno.
Torno alla porta principale e busso ancora, questa volta più forte. Fa davvero freddo ed è buio e non nego che la cosa mi metta ansia, così decido di tornare nel mio appartamento. Appena compio un passo sento che qualcuno sta aprendo la porta da dentro, probabilmente usando un catenaccio.
Mi giro e mi trovo davanti un ragazzo molto alto, con i capelli scuri spettinati e un ghigno sul volto.
"Ciao"
"Ciao sono Amelia, tuo padre è amico del mio e mi ha detto che posso prendere in prestito una vostra coperta, visto che il nostro riscaldamento non funziona"
Aspetto una risposta, ma il ragazzo semplicemente si volta ed entra in casa lasciando la porta aperta. Inizialmente penso che sia meglio stare fuori ma fa decisamente troppo freddo, così entro rimanendo comunque sull'ingresso.
La casa è disordinata e sembra più un magazzino, ma allo stesso tempo è accogliente e c'è pure una stufa a legna e questo mi permette di scaldarmi. Sono uscita solo con pigiama e pantofole e solo ora mi rendo conto di quanto debba sembrare strana.
Il ragazzo nel frattempo ha aperto una cassapanca e sta tirando fuori quelle che sembrano essere delle giacche.
"Sul fondo ci sono delle coperte, prendi quelle che vuoi e quante ne vuoi" dice.
Così mi avvicino e prendo la prima che mi capita in mano.
"Grazie mille, domattina te la riporto" dico girandomi per uscire.
"Mi chiamo Logan, oggi ti ho vista a scuola sai?" dice mantenendo il ghigno che ha da quando mi ha vista.
"Piacere".
Scorre un attimo di silenzio in cui lui mi squadra da capo a piedi e io mi sento molto a disagio. Penso che la cosa migliore sia tornare a casa, così mi dirigo verso la porta. Sto per salutare e ringraziare un'ultima volta quando lo ritrovo a pochi centimetri da me. Istintivamente faccio due passi indietro e lui si incupisce.
Scendo velocemente le scale e torno nell'appartamento. Quel ragazzo è strano e mi ha spaventata e il pensiero di dover tornare per restituirgli la coperta mi innervosisce.
Entro a casa e trovo mio padre e Jake che bevono birra sul divano e guardano una partita di hockey. Stanno ridendo molto rumorosamente e non mi sentono nemmeno quando apro il frigo per prendere dell'acqua.
Mi avvio verso la mia camera e chiudo sia la porta che la finestra sperando che in questo modo il caldo rimanga nella stanza. Mi avvolgo nella coperta e mi infilo a letto. Mi addormento dopo poco e tutto sommato non sento troppo freddo.

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