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«𝐀𝐓𝐓𝐎 𝐈» (𝑪𝑨𝑷𝑰𝑻𝑶𝑳𝑶 𝑺𝑬𝑻𝑻𝑬)
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𝑳𝑨 𝑴𝑬𝑵𝑻𝑬 di Sofia Gilbert non è mai stata tranquilla, o almeno la ragazza non lascia mai che accada.
Come ha fatto la sua vita tranquilla e normale a crollare? La morte dei suoi genitori, la sua morte, la sua nuova dieta, il soprannaturale, essendo in costante pericolo il suo cervello a volte non ce la fa.
Fare le cose che faceva sempre quando era umana aiuta la sua mente a rilassarsi e a ricordare com'era essere vivi. Alcuni lo chiamerebbero deprimente, pensare a quello che avresti potuto avere, ma a Sofia piaceva ricordare a se stessa quello che aveva.
Camminare a passo d'uomo in un parco vicino a casa sua era una delle cose umane che faceva. Lo stagno delle anatre a pochi metri dalla ragazza luccicava sotto il sole della cittadina. Il suo anello solare blu scintillava, regalando a Sofia il piacere del sole.
Si ricorda che quando aveva dieci anni, Elena nove e Jeremy sette, facevano una gara di salto ostacoli e chiunque vincesse doveva scegliere quale dessert avrebbero avuto quella sera. Sofia vinceva sempre e sceglieva la torta, lasciando che i suoi fratelli ne scegliessero il sapore. E poi lei e Jeremy si sarebbero presi un pezzo in più nella loro camera da letto da mangiare mentre Elena dormiva.
Sorrise al ricordo, perdendo il tempo in cui era umana e le loro vite ruotavano attorno a progetti di scuole di arti e mestieri e incontri di gioco con gli amici.
I suoi stivaletti sbattevano contro il sentiero lastricato che turbinava intorno al tranquillo parco. Non c'erano molte persone, solo lei e qualche anziano e dog sitter.
Indossava il suo vestito corto azzurro preferito con fiori rossi perché era una giornata calda. Inoltre, indossa sempre i jeans, quindi è stato bello indossare un bel vestito.
Sofia non si rendeva conto di quanto avesse bisogno di questa pausa. Si preoccupava costantemente della sicurezza e dei problemi di tutti e per quanto Sofia amasse aiutare, a volte diventava troppo.
