Capitolo 5

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Morgana
Da quando Sindy è andata via qui non è più lo stesso. Alissa è più cattiva, passo le mie giornate al di fuori delle lezioni sdraiata sul mio letto a non pensare a nulla, la voragine nel mio petto è sempre più grande. La suora ci ha riferito che domani ci sarà una serata di beneficenza per l'orfanotrofio e con l'occasione ci sarà anche l'adozione di molti bambini.

Tutti si stanno preparando per domani, le suore sistemano l'orfanotrofio correndo da una parte all'altra. Io me ne sto sul mio letto a fissare il soffitto. So che nessuno domani mi adotterà, probabilmente domani me ne starò in un angolino e non vedo l'ora che anche questa settimana finisca.
Passato il pomeriggio la sera vado a letto e mi addormento preparandomi mentalmente a domani.

Sono vestita con un lungo vestito bianco che arriva fin sotto le ginocchia, ha una fascia in vita che segna il mio giro-vita, mi sta molto bene. Ci dividono in file, per sesso ed età. Scendiamo tutti al piano di sotto in fila indiana. Subito le coppie vanno dai bambini di pochi mesi o di pochi anni, noi dai cinque anni in su veniamo lasciati in disparte.

Me ne vado nel giardino sul retro per stare un po' da sola. Ad un tratto sento dei passi dietro di me.
-allora... sempre sola, forse è il tuo desitino- Alissa mi sputa queste parole con odio.
-Alissa non ho intenzione di litigare- la informo
- beh nemmeno io, voglio solo darti una lezione- detto questo poi mi prende per i capelli e mi butta a terra, le sue amiche si mettono intorno a me per coprire la scena e Alissa mi strattona sempre più forte per i capelli-basta
! Ma che ti ho fatto! Basta ti prego!- la imploro ma lei non smette. Il dolore è tanto, infatti delle lacrime colano dai miei occhi

-hey che fate?- un uomo si precipita da me e stacca la mano di Alissa dai miei capelli
- nulla signore! Noi giochiamo così- si difende quest'ultima. Nel mentre il signore mi aiuta a alzarmi e io mi sorreggo al suo braccio.
- voglio parlare con il dirigente!- dice quell'uomo in modo duro. E io questa voce già l'ho sentita, si la sua voce...

In questo momento sono tra le braccia del signor Ivanov. Cosa ci faceva lui li?
-cosa? La dirigente! E perché, noi stiamo solo giocando. Diglielo anche tu Morgana-mi guarda minacciosa-si
, è vero. Noi giochiamo così- dissi intimorita e con voce titubante. Se solo avessi provato a metterla nei guai mi avrebbe reso la vita un inferno.

La mia schiena aderiva ancora al petto del Signor Ivanov e le sue braccia mi circondavano la vita. Non avevo il coraggio di voltarmi e guardarlo in volto. Sentivo il suo fiato sul collo e questo causa una fitta al mio basso ventre. A risvegliarmi dai miei pensieri è proprio la sua voce.

-a me non sembra che voi stesse giocando- il suo tono era duro.
- si invece. E ora ci lasci andare, se non siamo al ricevimento potremmo perdere l'occasione di essere adottate- gli rispose Alissa prendendomi il braccio e strattonandomi via da lui. Una sensazione di freddo pervade il mio corpo. Avvinghiò il mio braccio con il suo e finalmente potetti vedere il volto del signor Ivanov.

È esattamente come lo ricordavo, stupendo. Potrei guardare i suoi occhi per ore e non stancarmi mai. I capelli che gli ricadono sulla fronte, le sue braccia muscolose che si vedono dalla camicia nera decisame stretta per quelle braccia, quelle braccia in cui fino a pochi attimi fa ero immersa. Ha la mascella contratta come se fosse arrabbiato.

-bene! Ora noi andiamo- dice un'amica di Alissa e senza dargli modo di controbattere mi trascinano al ricevimento.
- non dire niente a nessuno o Suor Bernadet ti farà visita.- mi minaccia Alissa e se ne va seguita dalle sue amiche.

Per circa un ora me ne sto in un angolo della sala a guardare le giovani coppie ammaliante dai bambini. Una coppia va verso una suora che tiene un bambino di un mese e mezzo che ha perso la madre durante il parto e il padre non si sa chi sia. Vedendo loro non posso far a meno di pensare a quanto mi manchino i miei genitori e mia sorella, vorrei averla qui accanto a me ora.

Una suora si avvicina a me e mi dice-suor
Bernadet ti vuole nel suo ufficio, cara!- e se ne va. Alissa o le sue amiche le avranno detto qualcosa, mi punirà? Mi allarmo subito. Mi avvio nel suo ufficio, i miei passi sono pesanti, il mio respiro diventa affannoso e il tempo sembra trascorrere a rallentatore. Mi trovo davanti la porta del suo ufficio e busso. Una voce dall'interno, quella di Suor Bernadet, mi da il permesso di entrare. Abbasso la maniglia e quello che vedo nel suo ufficio mi lascia di stucco. C'è suor Bernadet seduta dietro la sua scrivania, due figure familiari una piazzata alla sua destra e una alla sua sinistra e una che riconoscerei tra mille seduta sulla sedia davanti alla scrivania che mi aspetta. Mi vengono le lacrime agli occhi!

Il diavolo mi ha salvata?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora