Capitolo 3

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La notte precedente ero crollata, ero veramente stanca ma ora dovevo muovermi, si stava facendo tardi.

 Mi lavo, mi vesto, non faccio neanche colazione, saluto i miei zii e mi incammino verso la scuola. La Fordham, è così che si chiama la mia scuola, è veramente spettacolare. Le pareti esterne sono di un marroncino molto chiaro e ha tantissime finestre bianche, non è tanto lontana da casa e in mezz'ora di camminata ci arrivo.

 Quando entro in aula vado subito a sedermi vicino a Louis e a Maya. Non stavo seguendo la lezione, ero concentrata a guardare Louis. Era veramente bello non riuscivo a distogliere lo sguardo i suoi occhi color cielo, mi pietrificavano i suoi lineamenti, erano unici, ed era di una bellezza impossibile da descrivere 

"Bea ci sei?" sentii una voce e mi girai, Era Maya

 "La smetti di mangiartelo con gli occhi? Guarda che si vede che ti piace" commentò con tono divertito

 "Guarda che non mi.." ci pensai per un attimo prima di continuare a parlare, lui era veramente bello ed era anche super carino con me forse mi piaceva ma non ero convinta. 

 "Non mi piace" dissi diretta.

 Maya ora mi stava guardando divertita. Perché rideva? cosa avevo detto di male? "Sisi ci crediamo" aggiunse ridendo ancora una volta. 

Il suono della campanella indicava che la lezione era finita, finalmente, pensai, volevo andare a casa. Mentre uscivo dall'aula qualcuno mi afferrò il polso mi girai e , con mia sorpresa vidi che era Louis.

 "Aspetta non andare, voi venire con me?" disse. 

"Dove mi vuoi portare?" domandai incuriosita.

 "Nel mio posto preferito ma è un segreto lo scoprirai solo quando arriveremo"

 Era ansioso nel sapere la mia risposta. Gli si leggeva in faccia.

"D'accordo andiamo"

 Ci incamminammo fino a giungere dinanzi a un enorme grattacielo, erano gli uffici della società più importante di New York. 

"Dai entra, muoviti" disse impaziente così lo segui e prendemmo l'ascensore. 

Salimmo più di 60 piani e mi portò sul tetto. La vista era meravigliosa, si vedeva tutta la città.

 "Come mai ti fanno entrare in questo posto?" chiesi incuriosita.

 "Tutto questo è mio, in realtà non ancora ma ben presto lo sarà" prese una piccola pausa, sorrise e poi continuò a parlare "William Anderson è mio padre"

 Non sapevo cosa rispondere, non riuscivo a crederci, era figlio dell'uomo più ricco di New York. 

"Wow ecco dove avevo già sentito il tuo cognome" dissi solamente. 

Poi mi afferrò la mano e mi trascinò al centro del tetto dove si trovava una tovaglia appoggiata sul pavimento con sopra del cibo, stavamo per fare un pic nic sul tetto di un grattacielo. Era la cosa più dolce che un ragazzo avesse mai fatto per me. 

Parlammo tantissimo, ormai si era fatto buio. Si vedevano solamente le luci della città e mentre guardavo quel panorama mozzafiato, lui mi prese la faccia con entrambe le mani e iniziò a baciarmi appassionatamente.

 Era una sensazione meravigliosa , avevo le farfalle nello stomaco ed ero felice. Il solo pensiero che un ragazzo bellissimo come lui mi stesse baciando mi offuscò i pensieri.

 Louis continuò da dove ci avevano interrotti, nella mia camera, portò la sua mano sul mio inguine e poi da lì, con molta cautela, si avvicinò sempre di più al mio punto sensibile. Aveva la mano sulla mia intimità. Alternava i baci dalle mie labbra al mio collo. Poi scese di più e arrivò al seno, non mi ero nemmeno resa conto di non avere più la maglietta, e iniziò a baciarlo con delicatezza.

A Difficult LoveWhere stories live. Discover now