capitolo 3 - parte 1

47 6 7
                                    

Albedo's pov

Ci eravamo seduti in un tavolo del bar dell'ospedale, in un posto abbastanza distaccato dagli altri per evitare che la nostra conversazione potesse essere sentita dalle altre persone presenti nel bar.

Tutti e due ordinammo da mangiare, io presi una piadina e lei un'insalata mista,
Una scelta che da lei non mi sarei aspettato, forse non ha tanta fame oppure ci tiene alla linea ma...non mi sembra il tipo che da importanza a certe cose, forse ha intolleranze? O disturbi alimentari? L'ultima opzione mi sembra un po' improbabile, ma non posso giungere a conclusioni così presto, l'ho appena conosciuta non posso fare teorie così dal nulla.

T/n: tornando a noi, direi di dividerci i ragazzini uno fa quello grande e l'altro quello più piccolo o preferisci che uno interroghi tutti e due mentre l'altro rimane sempre a guardare attraverso il vetro?

Albedo: voto per dividerceli, io vorrei interrogare il quattordicenne se non ti dispiace.

T/n: perché vuoi proprio interrogarlo? Secondo me sarebbe meglio che lo interrogassi io perché forse si sentirebbe un po' meno agitato se si trovasse davanti una ragazza invece di uomo che può incutere paura...ti ricordo che loro padre era abbastanza violento con loro quindi potrebbero temere un po' il genere maschile in generale, questa ipotesi vale soprattutto per la bambina e il quattordicenne, per il fratello maggiore invece non so se includerlo nella teoria oppure no, perché comunque lui è abbastanza maturo per capire che non tutte le persone sono violente che questo fattore varia da persona a persona e anche dalle abitudini di essa, quindi preferirei interrogarlo io se non ti dispiace quello più piccolo.

Si fa un po' troppi problemi a mettere a proprio agio le persone, poi, ha ragione io non avevo minimamente pensato al trauma psicologico che si potrebbe essere creato, però forse questo gioca a mio vantaggio... perché il modo più veloce per sapere la verità è fare pressione sull'elemento più fragile del gruppo e farlo collassare, e se ha paura del mio essere maschio magari riesco anche a velocizzare il processo, quindi il ragazzino non lo cedo a lei.

Albedo: mi dispiace ma non sono daccordo, voglio interrogarlo comunque il quattordicenne tu penserai a quello più grande.

L'espressione del suo viso mutò in stupore e in un'altra emozione che non seppi decifrare.

T/n: ma-

Albedo: ma niente, ho deciso così e così è.

Alzai leggermente il tono di voce nella speranza che la discussione finisse in fretta e invece mi sbagliai di grosso, non demordeva.

T/n: non sono per niente daccordo!
Cosa punti ad ottenere spaventando un bambino ad un interrogatorio?!

Albedo: una confessione di quello che è successo realmente quella notte così da chiudere il caso.

Mi stava decisamente irritando.

Albedo: ti ricordo che anche se di poco sono un tuo superiore e quindi le mie decisioni le devi rispettare che ti piacciano o no, chiaro?

T/n's pov

Strinsi i denti.

Avevo previsto che lavorare con lui non sarebbe stato semplice, ma non me lo ero prefigurato così... Così...

Arrogante.

Insensibile.

Aprii la bocca per controbattere ma non proferii verbo, ero troppo infastidita per parlare.

Lo vidi sollevare un sopracciglio e assumere uno sguardo a metà tra lo strafottente e l'insensibile.

Fu l'indifferenza nei suoi occhi di un azzurro cristallino a farmi perdere il controllo.

nastro giallo - AlbedoxreaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora