capitolo tre

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Erano passati giorni, Edoardo aveva finito di darmi il tormento, ma finito lui iniziò Ciro, un insopportabile, egoista e pieno di sé mi sembrava, ma avevo Pino, mi ha raccontato la sua storia e soprattutto mi ha raccontato cosa li avesse fatto quello stronzo di Ciro.

Poco prima della chiusura delle celle andai a farmi una doccia, stranamente era vuota, molte volte dovetti cacciare qualcuno per potermi lavare in santa pace, ma questa sera potetti stare tranquilla finché, non vidi qualcuno passarmi di fianco e colpirmi allo stomaco, lui corse via velocemente e iniziai a strillare "Cazzo Edoardo chiama qualcuno" sentì la voce di Ciro, forse quello stronzo aveva un cuore.

Mi svegliai stordita dai farmaci, iniziai ad aprire leggermente gli occhi, ma la luce mi dava parecchio fastidio "Nenné sei sveglia" sentì le voci del comandante, provai a sedermi "Deve stare a riposo" udì un'altra voce e girai lo sguardo verso un sexy infermiere "Lo sa che in carcere non si sta mai a risposo, comandante andiamocene" dissi scendendo da quel lettino così comodo in confronto alla branda scadente del carcere "Prima di andare ho bisogno di farti qualche domanda, qua siamo tranquilli" feci un cenno al comandante "Vuoi raccontare ciò che è successo?" Mi chiese "Come a mio solito, poco prima della chiusura delle docce andai a farmi una doccia, sembrava non esserci nessuno finché non so chi mi accoltellò, immagino che stranamente nessuno abbia visto qualcuno uscire vero?" Chiesi e purtroppo il comandante mi diede ragione.

Dopo gli ultimi accertamenti tornammo al carcere, i ragazzi stavano mangiando e così andai anch'io, appena mi videro entrare tutti alzarono lo sguardo e Pino mi venne ad abbracciare "Pensavo di non vederti più" quasi piagnucolò sulla mia spalla "Sono difficile da uccidere" dissi a gran voce ridendo. Pino mi accompagnò al tavolo con lui, Carmine e Filippo, quel ragazzo non mi piaceva per niente "Ke, chi è stato?" Mi chiese a bassa voce Carmine "Non ne ho idea, sembravano vuote le docce, magari era chiuso nel bagno, ma non lo so" gli risposi e tirò un pugno sul tavolo "Sta tranquillo, con le buone o con le cattive qualcuno canterà" lo guardai negli occhi sapeva cosa voleva dire e il suo non rispondere approvava la mia idea.

Me ne andai da quella sala e una guardia mi accompagnò in cella, aspettai lì, più il tempo scorreva più pensavo a chi avesse potuto vedere e avevo un idea, appena i ragazzi tornarono andai nella cella di Ciro ed Edoardo che a vedermi erano straniti "Cos'è vuoi fare i tuoi servizi" disse Ciro ridendo "Nahh sono qua per altro" feci una pausa "Sai Ciro ho una grande abilità a riconoscere le voci e ti ringrazierei per aver fatto chiamare le guardie, ma dopo il mio urlo la tua risposta è stata veramente veloce per non aver visto qualcosa" sorrisi "Se sapessi qualcosa te lo direi, davvero" mentiva, come se fossi in ingenua "Un giorno ti tornerà tutto indietro" posai il mio sguardo su Edoardo"E tu sempre a fare il cagnolino bastonato" così me ne andai da quella cella, con uno sguardo di odio

un ex in carcereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora