capitolo quattro

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Una mattina la direttrice ci chiamò sul tetto per dirci qualcosa, pensavo che sapesse qualcosa sul mio accaduto, ma no era solo per dirci che avremmo iniziato un corso di piano con le ragazze "Spero stia scherzando cazzo" dissi avvicinandomi a lei, ma le guardie mi fermarono "Io vengo accoltellata e a lei non frega un cazzo" gli urlai in faccia "Stiamo provvedendo" mi rispose con tono pacato "Provvedendo un cazzo, sta stronza" presi e me ne andai non volevo sentire nessuno, iniziai a tirare dei pugni al muro nella cella, fin quando non sentì che qualcuno mi avvolse tra le sue braccia e mi staccò dal muro, appena mi girai vidi Edoardo "Sapevo come avresti sfogato la tua rabbia" mi sorrise, ma questo mi faceva solo incazzare di più "Devi stare lontano da me Edoà, non avvicinarti mai più" lo minacciai e lui se ne andò, mi buttai sul letto e quando tutti tornarono provarono a parlarmi ma non avevo voglia proprio di stare con nessuno "Su forza a mangiare" disse una guardia, non mi alzai neanche dal letto "Principessa pure tu" mi guardava negli occhi "Non ho fame" risposi "Beh se tu non mangi e qualcuno qua fuori lo viene a sapere ci denunciano per maltrattamento perché è un tuo diritto, nonostante tu abbia ucciso una persona" tutto il carcere in quel momento si zittì avevano capito che non ero la principessina che tutti credevano "Beh sa quel che ho fatto, ma sa il perché? No quindi si stia zitto e non mi rompa il cazzo" gli risposi a tono.

Rimasi solo chiusa nella mia cella, finché la direttrice non venne giù da me, aprì la cella e si sedette sul letto "Faccia con comodo" sorrisi falsamente "So che sei arrabbiata con me e ne hai tutte le ragioni, ma non possiamo entrare qua e mettere all'aria tutto per un arma probabilmente già scomparsa" mi guardò negli occhi "Raccontami bene l'accaduto" aggiunse "Stavo provando a farmi una doccia, non c'era nessun rumore, nessuno voce, niente di niente, finché qualcuno mi ha accoltellato e Ciro ha detto ad Edoardo di chiamare le guardie" ripetei sta storia per l'ennesima volta "Mi hanno detto che è stato Pino a farlo" spalancai gli occhi, ma feci finta di niente, me la sarei risolta da sola, la conversazione durò poco e poi lei se ne andò.

Appena i ragazzi tornarono andai nuovamente nella cella dei due stronzi, risero appena mi videro "Edoardo quando mi hanno accoltellato hai chiamato tu le guardie giusto?" Appena feci sta domanda c'è stato un po' di silenzio "Si, me medesimo" sorrisi "Ciro confermi?" Guardia Ciro e mi fece un cenno con la testa "Stronzi e pure bugiardi" scoppiai a ridere "Si dal il caso che fonti poco più che credibili mi hanno informato che sia stato Pino quindi o mi dite chi cazzo mi ha accoltellato o voi due non la passerete per niente liscia" li guardai con odio "Non ci crederai mai" mi guardò Edoardo "Filippo, il milanese" continuò Ciro

Uscì subito da quella cella e mi diressi a quella di Filippo, lo presi per la maglietta e lo buttai contro al muro "Kekka che cazzo fai?" Provò a fermarmi Carmine "Chiartilo del cazzo, non mi sei mai piaciuto, ma provare ad uccidermi è stata la stronzata più grande che tu abbia mai fatto" appena Carmine sentì le mie parole, smise di fermarmi "Fili è vero?" Lui fece un accenno con la testa "Ma che cazzo ti ha detto il cervello" Carmine si mise le mani nei capelli "Il ragazzo che hai ucciso era un mio amico" mi urlò in faccia "Il ragazzo che ho ucciso mi ha stuprata cazzo!" Urlai più forte di lui, mi guardò con occhi spenti, lo lascia così lui cadde a terra, me ne andai da quella cella "Sei un uomo morto chiatti" urlai per tutto il carcere, tornai il cella e buttai all'aria tutto, finché non scoppiai in lacrime e mi accovacciai al muro "So che è difficile, ma io ci sono" Pino si mise accanto a me e appoggiai la mia testa sulla sua spalla "Grazie Pino" sono convinta che lui sorrise a quelle parole e mi strinse a se, avevo la sua faccia ad un centimetro dalla mia, lo guardai negli occhi "Scusate se interrompo, ma Kekka c'è un regalo per te" arrivò cardio "No cardio tranquillo, ma che è?" Chiesi e lui alzò le spalle.

Presi la scatola e la aprì, c'era una mano nera, questi erano guai "Cos'è?" Mi chiese Pino "Ho più nemici di quanto tu pensa, credo che tra un po' in questo carcere entrerà qualcun'altro" log.uardia negli occhi, quasi con terrore.

un ex in carcereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora