capitolo otto

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Tutto buio e un attimo dopo una luce forte infase i miei occhi "D-dove sono?" Dissi e poco dopo vidi la faccia dell'infermiere, ero Los tesso della volta scorsa "Sei in ospedale signorina Rossi" disse togliendomi i capelli dal viso "Oh il sexy infermiera" dissi sorridendo e lui rise "Chiamami Riccardo" aggiunse "Il comandante è andato a casa mi ha lasciato le chiavi delle manette nel caso tu dovessi andare in bagno" mi informò e sbuffai "Probabilmente ti ha raccontato anche il motivo per cui sono in carcere e tu hai paura di me" dissi scuotendo la testa "Quanto devo restare legata a un lettino cazzo" dissi arrabbiandomi "Solo questa notte, sei stata accoltellata due volte, dovresti chiedere di spostarti e io devo fare rapporto" con la mano slegata lo bloccai "La prego di non farlo, scriva nel rapporto che è una vecchia ferita" gli dissi sincera e lui inaspettatamente si mise accanto a me "Mi dica chi è stato allora" disse guardandomi negli occhi "Sa che non posso farlo" lo guardai seria lui si alzò e andò via.

La notte non chiusi occhi e l'ospedale era vuoto, notai che l'infermiere aveva scordato le chiavi, mi allungai per afferlarle, quando mi girai qualcuno stava entrando, mi slegai alla svelta, tolsi la flebo e presi il bastone che la teneva, le mie preoccupazioni erano vere il fratello di Luca mi era venuto a fare visita "Cosa ci fai tu qui?" Chiesi più confusa che preoccupata, Samuele non era come il fratello, lui era buono fin troppo "È stato mio fratello a farti questo vero?"" Si avvicinò a me e si sedette sul lettino "Si ma non importa" lo guardai negli occhi "È colpa di mio padre, gli ha messo la merda nel cervello" mi confessò e sorrisi "Mi eri mancata Kekka" aggiunse avvicinandosi al mio viso e lasciandomi una lieve carezza, iniziai a pensare e poco dopo mi ritrassi da quel suo gesto, lui mi guardò confuso "Come fai a sapere che ero stata ferita e in che ospedale mi ritrovo?" Gli chiesi seria guardandolo negli occhi "Luca oggi ha chiamato mio padre e gli ha detto quello che ti aveva fatto, ho iniziato a chiamare tutti gli ospedali in zona per trovarti e assicurarmi che stessi bene" continuò lui, sembrava sincero ma qualcosa mi diceva che non potevo fidarmi "Oh, grazie per esserti preoccupato, ma sai vorrei dormire" lo guardai con faccia stanca, lui accennò un sorriso e mi diede un bacio sulla fronte "Buonanotte"sussurro e ricambiai.

La mattina dopo il comandante mi trovò slegata e sveglia "Chi ti ha slegato?" Chiese duro "Da sola, non per scappare, ma per andare in bagno questa notte" gli dissi alzando gli occhi al cielo "Se sei pronta andiamo" concluse e mi aiutò ad alzarmi, stavamo uscendo dalla stanza quando incrociammo Riccardo "Tra una settimana verrò a farti visita sperando tu sia tutta intera" mi sorrise "Ci proverò" gli dissi ricambiando il sorriso

Tornammo all'Ipm Ciro appena mi vide sorrise, ma io avevo altri piani, andai nella stanza di Luca, era nella sua brandina che leggeva "Chi non muore di rivede" disse con un sorriso malefico "Hai sentito tuo padre?" Gli dissi seria e lui mi guardò parecchio confuso "No, non mi hanno ancora lasciato le chiamate" sbiancai a quella frase, uscì veloce da quella stanza e andai nella mia, presi una sigaretta e iniziai a fumare senza rivolgere la parola a Pino, sapeva che per questo periodo dovevo stargli lontana.

un ex in carcereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora